TERINA (Τέρινα, Τέρεινα; Terīna)
Città della Magna Grecia fondata probabilmente dopo la distruzione di Sibari dai Crotoniati, quando costoro ebbero la supremazia nel territorio (Plin., Nat. hist., iii, 72; Steph. Biz., s. v. Τέρινα; Pseudo-Scimn., 306 s.; Solin., ii, 10). Un terminus ante quem è offerto dalla data del 480 a. C., in cui è attestata la prima monetazione della città, che appare evidentemente influenzata dai tipi crotoniati. Incerto è anche il sito, non ancora identificato sul terreno.
Sembra che T. sorgesse presso il mare (Pseudo-Scimn., loc. cit.), sebbene il Pais (Ricerche storiche, ii, p. 63 ss.), sulla base di un passo di Tucidide, probabilmente errato (vi, 104, 2), la ponga su una collina presso l'odierna Tiriolo. L'identificazione del sito con il territorio dell'odierna Nocera Terinese si basa su questo attributo della cittadina, ma esso appare assai più recente. È più probabile che T. sorgesse nella zona di S. Eufemia vecchia, presso il mare, nel golfo di S. Eufemia, che era verosimilmente il Sinus Terinaeus o Κόλπος Λαμητικός degli antichi. Appare così probabile che il fiume Amato sia il vecchio Λαμήτος, il fiume Savuto, l'Οκίναρος ricordato da Licofrone (Alex., 729, 1009), ed il torrente dei Bagni, il fiume Τέρινα degli antichi.
Alla supremazia crotoniate si sostituì nel 388 a. C. quella dei Locresi favorita da Dionigi di Siracusa; quindi quella dei Lucani (365 a. C.) e dei Bruzii (356 a. C.), ed infine, la conquista da parte di Alessandro di Epiro nel 325 a. C. La città cessò di avere vita autonoma e fu forse anche distrutta durante le guerre annibaliche, sacrificata dai Cartaginesi (Liv., viii, 24; xxv, 1, 203; Strab., vii, 256).
Come accade sovente, alla base del nome di una città sta il nome di un fiume omonimo cui è legato un culto particolare. Nel nostro caso oggetto di culto fu la ninfa Τέρινα o Τέρεινα, che figura sul dritto delle monete coniate dalla città. Il tipo iconografico monetale appare assai interessante e stilisticamente si riconnette con la produzione sibarita (v. più avanti: Personificazione).
Bibl.: H. Philipp, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, s. v.; K. Regling, Terina, in 66° Winckelmannsprogramm-Berlin, 1906; F. I. Lenormant, La Grande Grèce, III, Parigi 1881, p. 96 ss.; P. Orsi, in Not. Scavi, 1921, p. 470 ss.; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, Milano-Roma 1928-30, I, p. 248 ss.; p. 255; II, p. 386, 468; III, p. 2, 10, 92, 174, 202; J. Bérard, La Colonisation grecque de l'Italie Méridionale et de la Sicilie dans l'Antiquité, Parigi 1957, p. 175; 230; 333 ss.; T. J. Dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948, pp. 161; 199; 208; 367; 368.
(Red.)
Personaficazione. - Sulle monete di T. a partire dall'ultimo venticinquennio del V sec. si trova, come personificazione della fonte che alimentava il fiumicello omonimo, una figura di giovinetta alata.
Essa è generalmente seduta sopra un cippo, uno scanno o un'anfora rovesciata, vestita del chitone e col peplo sulle ginocchia. Di solito ha in mano il caduceo; meno frequentemente, lo scettro o una corona; e talvolta, una patera, un uccello o un ramo d'olivo. In alcuni casi è raffigurata accanto ad una fonte che versa acqua in un vaso da lei tenuto sulle ginocchia; in altri, invece, appare china in avanti come se ascendesse un'erta o nell'atto di lanciare delle palle in aria.
Il tipo di T. col particolare delle ali è certamente il frutto della prevalenza di culti locali, e non è derivato affatto dal sincretismo avvenuto fra il tipo della Nike àpteros della monetazione precedente dovuto all'influenza di Crotone e quello di una Nike-T. più tarda intesa come personificazione dell'elemento umido. La figura femminile alata personificazione della sorgente, come attributo il caduceo, dev'essere invece messa in rapporto col mondo sotterraneo e con la palude Stigia e riconosciuta come protettrice della terra ove sgorga, come risulta fra l'altro dall'esame dei tipi alati di Morgantina, di Napoli e di Pandina.
Bibl.: K. Regling, Terina, in 66° Berliner Winckelmannsprogramm, Berlino 1906; B. V. Head, Historia numorum, 2a ed., Oxford 1911, p. 112 ss. e figg. 63-4; Brit. Mus. Catalogue, Italy, p. 368, n. 2; O. Höfer, in Roscher, V, 1916-24, c. 367 s., s. v.; G. Türk, in Pauly-Wissowa, V A i, 1934, c. 727, s. v.; E. Gabrici, La figura femminile alata nelle monete della Magna Grecia, in Memorie dell'Acc. Arch. Lettere B. Arti di Napoli, IV, Napoli 1959, p. 111 ss.
(N. F. Parise)