Wright, Teresa (propr. Muriel Teresa)
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 27 ottobre 1918. Graziosa, poco appariscente, adatta a ruoli di fanciulle limpide e disarmate, ha conferito alle sue eroine una vibrante energia interiore evitando la caduta nello stereotipo e conquistando l'immediato favore della critica. Le sue prime interpretazioni, in The little foxes (1941; Piccole volpi) e in Mrs. Miniver (1942; La signora Miniver), entrambi di William Wyler, le valsero rispettivamente una nomination all'Oscar nel 1942 e il conseguimento del premio nel 1943 come migliore attrice non protagonista; sempre nel 1943 era stata anche candidata come migliore attrice protagonista per The pride of the Yankees (1942; L'idolo delle folle) di Sam Wood.
Esordì giovanissima in teatro, affermandosi sulle scene di Broadway. Notata dal produttore Samuel Gold-wyn, iniziò la sua carriera nel cinema con The little foxes, dove sostenne brillantemente il ruolo della dolce e coraggiosa Alexandra Giddens, la figlia della protagonista (Bette Davis). Con lo stesso garbo e analoghe sfumature nella recitazione che l'avevano imposta immediatamente all'attenzione dei critici, impersonò in Mrs. Miniver l'amabile Carol Beldon, vittima predestinata della violenza bellica, e in The pride of the Yankees la tenace Eleanor, moglie devota del campione di baseball Lou Gehrig (Gary Cooper). Nel 1943 ottenne da Alfred Hitchcock un ruolo magnifico nel thriller Shadow of a doubt (L'ombra del dubbio), quello della trepida Charlie che scopre nell'amato zio (Joseph Cotten) un pazzo omicida. Lavorò ancora con Wood nel meno riuscito Casanova Brown (1944; Le tre donne di Casanova) e con Wyler in The best years of our lives (1946; I migliori anni della nostra vita), dove ritrovò un personaggio a sua misura nella romantica Peggy che si innamora di un reduce di guerra. In ruoli a lei sempre congeniali, rappresentò la dedizione e la resistenza femminili nei suoi aspetti più diversi: fu così la tormentata sorellastra di un cowboy (Robert Mitchum) nel western psicoanalitico Pursued (1947; Notte senza fine) di Raoul Walsh; l'incantevole Lark, perduto amore nostalgicamente evocato da un generale in pensione (David Niven) nel raffinato Enchantment (1948; Fuga nel tempo) di Irving Reis; l'eroica fidanzata di un reduce condannato alla sedia a rotelle (Marlon Brando) in The men (1950; Uomini o Il mio corpo ti appartiene) di Fred Zinnemann. Nel 1953 affiancò quindi Spencer Tracy in The actress (L'attrice) di George Cukor, dove interpreta la madre dell'attrice Ruth Gordon (Jean Simmons), e sempre nello stesso anno apparve in un thriller di Don Siegel, Count the hours (Le ore sono contate), per poi ritrovare un aggressivo Robert Mitchum in Track of the cat (1954; La belva) di William A. Wellman. Negli anni successivi si è dedicata al teatro e alla televisione, pur riapparendo sporadicamente in qualche film, come The happy ending (1969) di Richard Brooks, oppure The rainmaker (1997; L'uomo della pioggia) di Francis Ford Coppola, dove impersona l'anziana Miss Birdie che affitta una stanza al protagonista Rudy Baylor (Matt Damon).