BANDETTINI, Teresa (Amarillide Etrusca)
Improvvisatrice, nata a Lucca nel 1763; ballerina letterata, che leggeva Dante nei momenti di riposo tra le quinte, e aiutava l'abate Alberto Fortis a tradurre il Buffon; trovandosi a Imola nel 1789 e imbattutasi nel suo concittadino Landucci, che la sposò, cangiò per sempre stato, confortata dal marito a dare accademie d'improvvisazione. Cominciò a levar grido nel 1790. Improvvisando, si commoveva e commoveva. Le principali città italiane le fecero plauso; ed ebbe omaggi dai più grandi poeti del suo tempo: si ricordino il Parini, il Mascheroni, il Monti, e l'Alfieri. Non volle mai pubblicare (il che spesso rinfacciava il Gianni a lei e alla Fantastici) i versi improvvisi, ma soltanto i meditati, non di rado corretti dagli amici poeti. Pubblicò a Venezia nel 1786 due volumetti di Rime varie; nel 1788, Poesie diverse. Seguirono poemetti, tragedie, la versione in versi sciolti dei Paralipomeni di Quinto Smirneo, la Teseide (Parma 1805), frammenti di novelle romantiche. Bella e illibata di costumi, solo il Gianni e il Cerretti ne straziarono la fama. Morì nel 1837.
Bibl.: G. Del Chiappa, Biografia di T. B. L., Pavia 1847; F. Tribolati, Conversazioni di G. Rosini, Pisa 1889, pp. 135-60; G. Sforza, Amarilli Etrusca e il romanticismo, in Giornale ligustico, XIX (1892), fascicoli 9-10; G. Vannuccini, Una poetessa improvvisatrice della seconda metà d. sec. XVIII, in Rassegna nazionale, 1° e 16 agosto 1899; A. Vitigliano, Storia della poesia contemporanea, Roma 1905, cap. xiii; A. Luzio, Am. Etr., in Studii e bozzetti di st. lett. e politica, I, Milano 1910; E. Filippini La prima venuta del Ferroni e della Bandettini a Pavia e a Milano, in Arch. stor. lomb., s. 5ª, XLII (1915).