TERENZIO (Publius Terentius Afer)
Poeta comico romano, nato a Cartagine nel II sec. a. C. Fu portato a Roma dal senatore Terenzio Lucano, che lo manomise. Frequentò i circoli aristocratici e assimilò la cultura greca prendendo a modello per le sue sei commedie Menandro e Apollodoro Caristio.
La sua iconografia si deduce dalla descrizione di Svetonio (Vita, v): ...fuisse dicitur mediocri statura, gracil corpore, colore fusco, dall'effigie di un contorniato (v.) del basso Impero, e dalle miniature dei codici manoscritti, fra cui fondamentale quello Vaticano 3868 (IX sec.). Ben poco quindi trattandosi di fonti così tarde, vaghe e, per di più, contraddittorie. Infatti sulla moneta T. appare sbarbato, stempiato e trasformato secondo i gusti della ritrattistica del IV-V sec. d. C. Viceversa sulle miniature dei codici, derivate probabilmente da archetipi del IV sec. d. C., T. appare con la barba e un viso fine e magro. Il Rodenwaldt e lo Schefold vogliono attribuire un certo valore di autenticità a questo ritratto miniato, facendolo risalire a un ritratto contemporaneo al poeta, diffusosi poi attraverso le Imagines di Varrone. Anche ammettendo ciò, tuttavia, l'unico elemento iconografico utilizzabile sarebbe quello della barba. Priva di valore è l'ipotesi, che risale al Melchiorri, di riconoscere T. in un ritratto del Museo Capitolino del III sec. d. C., nel quale è da riconoscere un attore tragico dell'epoca.
Bibl.: E. Q. Visconti, Icon. rom., Milano 1818, X, 3; Melchiorri, in Ann. Inst., 1840, p. 97 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., I, p. 66 ss.; Bethe, Prefazione al Codice ambrosiano di Terenzio, p. 60 ss.; B. Gräf, in Arch. Anz., 1904, p. 77; W. Helbig, Führer, Lipsia 1912, 5, I, n. 836; G. Rodenwaldt, in Nachrichten Gesell. Gött., 1925, p. 48; H. S. Jones, A Catal. of the Anc. Sculp. The Sculp. of the Palazzo dei Conservatori, Oxford 1926, I, p. 250, . 74; K. Schefold, BIldnisse der Ant. Dichter, Redner u. Denker, Basilea 1943, p. 170.