TERCEIRA (A. T., 105-106 e 107-108)
Una delle Isole Azzorre (v.); ha forma press'a poco ovale ed è tutta montuosa, culminando a 1047 m. nella Caldeira de Santa Bárbara; la sua superficie è di 578 kmq. Terceira consta completamente di rocce vulcaniche (sieniti, dioriti, diabasi, basalti, trachiti, andesiti, ceneri e pietre pomici, tufi) che hanno dato origine a un suolo assai fertile, dove gli abitanti (circa 50.000) coltivano soprattutto cereali e viti. Le coste dell'isola sono per lo più alte e dirupate. Il clima è temperato-caldo: Angra do Heroismo, centro principale dell'isola e capoluogo della provincia omonima (formata, oltre che da Terceira, dalle isole Graciosa e S. Giorgio: 695 kmq. e 70.502 ab. nel 1930) ha una temperatura media annua di 18° e riceve circa 1000 mm. di piogge all'anno. Angra è situata sulla costa meridionale e conta 10.642 abitanti; possiede un porto abbastanza attivo, il secondo delle Azzorre (dopo Ponta Delgada) Altro centro notevole di Terceira è Villa da Praia.
Battaglia navale. - Alla morte di Enrico I di Portogallo (1580), Filippo II di Spagna fece invadere il territorio portoghese dal duca d'Alba, e per mezzo della flotta al comando di don Alvaro di Bazan, marchese di Santa Cruz, sconfisse pienamente alle foci del Tago la squadra di 32 navi comandata da Antonio Priore di Crato pretendente al trono portoghese. Questi, ritiratosi a Terceira, col favore degli abitanti riuscì a sventare gli attacchi nemici, ma per maggior sicurezza chiese l'aiuto della Francia. Nel 1582, una flotta di 60 unità con a bordo 6000 soldati fu prontamente allestita e affidata al comando di Filippo Strozzi (v.), cugino della regina Caterina de' Medici. Giunto alle Azzorre, lo Strozzi s'impadronì facilmente dell'Isola S. Michele; contro di lui mosse la flotta spagnola, forte di 67 unità e con a bordo 6500 soldati. Il 23 luglio le due forze navali erano in vista, e furono scambiati colpi di cannone, ma senza importanti conseguenze. La battaglia avvenne circa tre giorni dopo presso l'Isola di Terceira. Lo Strozzi, dopo avere ispezionato le navi ed aver ricordato agli equipaggi, quasi totalmente volontarî, il loro dovere, verso mezzogiorno diede il segnale d'inizio del fuoco e si lanciò arditamente contro un galeone nemico, seguito da sole quindici unità. L'attacco fu così violento che l'unità spagnola venne a trovarsi a mal partito, ma lo Strozzi, mal secondato dai suoi, ben presto si trovò a combattere isolato contro altri grandi galeoni spagnoli sopraggiunti al soccorso del primo. Riuscito a liberarsi dalla stretta pericolosa, fu però affrontato da un'altra divisione spagnola e si trovò così tra due fuochi. Lottando valorosamente fino all'ultimo, fu gravemente ferito e, fatto prigioniero, fu pugnalato sulla nave ammiraglia nemica per ordine di don Alvaro di Bazan. Perito lo Strozzi, perduti 2000 uomini e otto navi, i Francesi dopo 5 ore di battaglia si ritirarono, non inseguiti dagli Spagnoli che preferirono occupare S. Michele e poi fare ritorno in patria.