TERATOLOGIA (dal gr. τέρας "mostro" e λόγος "discorso")
È lo studio delle mostruosità o delle anomalie morfologiche dell'intero individuo o di parte di esso, prendendo questi termini come sinonimi di gradi più o meno avanzati di una deviazione di forma dal tipo fondamentale di una specie; però le semplici variazioni dal tipo specifico (variabilità), come le variazioni di razza, non debbono essere considerate come deviazioni specifiche, quindi non sono anomalie. Queste sono segnate da caratteri difettosi che appaiono eccezionalmente su un individuo isolato e che si trasmettono con grande difficoltà; invece la variazione, o meglio la mutazione, che è una variazione congenita, è più facilmente trasmissibile e può dare origine a varietà stabili e a razze speciali; l'anomalia quindi non è compresa dentro i limiti di variabilità della specie alla quale appartiene l'individuo. Seguendo questi concetti si sono distinte le deviazioni morfologiche congenite in: modificazioni, leggiere deviazioni non trasmissibili; anomalie, deviazioni più o meno gravi del tipo specifico non sempre trasmissibili; mostruosità, deviazioni gravissime assai difficilmente trasmissibili. Però i presunti legami tra mutazione e anomalia, il considerare cioè questa come l'ultimo scalino di un'esagerata fluttuazione, non sono affatto dimostrati; anzi oggi si tende a separare la mutazione dall'anomalia, in quanto questa, a differenza di quella, è da considerarsi come conseguenza di una serie di alterazioni che affettano l'uovo nel suo sviluppo, le quali non conducono mai alla costituzione di variazioni stabili dal tipo specifico.
Il fenomeno teratologico dev'essere inteso come il prodotto di un'ontogenesi abnorme, in uno dei suoi stadî (progenesi, blastogenesi, organogenesi); risultano quindi evidenti i legami fra teratologia e teratogenesi (studio del meccanismo di produzione dei fenomeni teratologici), embriologia, embriogenesi.
Lo studio delle anomalie e delle mostruosità non ha solo un'importanza teorica, per delucidare questioni dibattute sull'origine, variabilità e fissità della specie, ma ha larghe applicazioni pratiche tanto nel campo della zootecnia, quanto in quello della medicina. Lo studio delle anomalie, morfologiche e funzionali, è un importante capitolo della patologia; e la "disontogenia", difettosa conformazione congenita del corpo, è contrapponibile allo stato di "malattia" (nosologia), cioè di manifestazioni anormali sotto l'azione di cause morbose interne o esterne. Di più la patologia deve valersi dei dati desunti dallo studio della disontogenia per valutare l'importanza, patogenetica e clinica, delle costituzioni e delle disposizioni congenite ad ammalarsi.
Sviluppo storico. - L'aspetto impressionante delle mostruosità s'impose alla stupita osservazione fin dai più antichi tempi; monumenti, miti (fig.1), simboli, iconografie di dei, semidei ed eroi, riti religiosi dimostrano la conoscenza fino dalla più remota antichità di forme mostruose umane e animali, fenomeni che venivano considerati come prodotti da influssi soprannaturali e spesso interpretati come annunziatori della collera degli dei. Questo concetto, che perdura per tutta l'antichità, doveva continuare nel Medioevo, solo cambia il nome della potenza soprannaturale: Satana e la coorte infernale sostituiscono gli dei dell'Olimpo. Non mancarono però in tutte le epoche storiche osservatori acuti e imparziali che considerarono tali fenomeni come naturali; così nell'antichità Aristotele, Cicerone, Plinio; successivamente quello spirito d'osservazione naturale, che in Italia si affermerà nell'Umanesimo e nel Rinascimento, doveva suggerire concetti naturalistici all'interpretazione dei fenomeni mostruosi. Fa gran maraviglia il rilevare che a Firenze, nei primi decennî del sec. XIV (1330), la nascita d'un mostro particolarmente impressionante, cioè d'un ischiopago dicordo - l'avvenimento fu registrato da G. Villani, riportato ampiamente dal Petrarca e riprodotto in una pietra scolpita che tuttora si conserva (Museo di S. Marco; fig. 2) - fosse già ritenuta semplicemente come un fenomeno naturale. Ancora più significativa è la descrizione assolutamente naturalistica che di mostruosità, anche complesse e impressionanti, dà Antonio Benivieni (1443-1502), prima affermazione dello spirito d'osservazione naturalistica in tutti i campi della patologia. Più tardi, specialmente in Italia, dove gli studî naturalistici e anatomici erano in grande onore, altri osservatori seguirono più o meno timidamente questa via; ma perduravano ancora - e l'eco non ne è ancora spenta del tutto - l'ignoranza e il fanatismo religioso. Anche menti superiori e in tempi più vicini a noi, come, per esempio, Ambrogio Paré, credettero fermamente che le nascite mostruose fossero conseguenza di possessione demoniaca. Al principio del sec. XVII si cominciò a stabilire con più esattezza la posizione naturale delle mostruosità; il più forte argomento all'origine soprannaturale e demoniaca di queste era fornito dalla teoria dominante della preesistenza dei germi o singenesi, secondo la quale ogni uovo conteneva un individuo già completo ma piccolissimo, con che era spiegata la trasmissione del peccato originale. Quasi tutti gli scienziati dell'epoca rimasero fedeli a questo dogma, solo pochi vi si ribellarono; celebre è rimasta la disputa durata vent'anni tra J. B. Winslow, sostenitore della singenesi, e il Lemery (1743), che sosteneva l'azione di cause fisiche e d'influenze accidentali nella formazione dei mostri. Anche G. B. Morgagni, il geniale e profondo rinnovatore della patologia, occupandosi incidentalmente delle mostruosità, non solo le considera come fenomeni naturali, ma ne ricerca una logica spiegazione in malattie sviluppatesi nel feto; ipotesi che, se non può essere generalizzata, è certamente esatta per alcuni casi. I tempi erano già maturi e A. v. Haller (1751) fece un primo tentativo scientifico di raccolta e ordinamento dei fenomeni e delle dottrine teratologiche; poi G. F. Wolff (1759), dimostrando le prime fasi dello sviluppo dell'embrione, sostituì la teoria dell'epigenesi a quella della singenesi, creando così l'embriologia e l'embriogenesi, alle quali la teratologia e la teratogenesi dovevano essere indissolubilmente legate. Su queste basi s'iniziarono nel sec. XIX gli studî di teratogenesi, diretti a ricercare le cause, le epoche, le modalità dei turbamenti sopravvenienti nell'embriogenesi; sorse una nuova scienza, la teratogenesi sperimentale, che in seguito, soprattutto per l'importanza presa da un ramo dell'embriologia, la meccanica dello sviluppo (W. Roux), doveva portare a nuove concezioni, modificando perfino la fondamentale teoria dell'epigenesi; tenne conto cioè delle influenze funzionali prodotte dall'ambiente e dall'eredità sul processo generale dello sviluppo (biogenesi di O. Hertwig). In queste complesse ricerche s'affaticarono scienziati di tutto il mondo con eguale valore e genialità. In Italia, dopo gli autori classici, sono da segnalare: L. Lombardini, uno dei fondatori della teratologia sperimentale, seguito da G. Chiarugi, E. Giacomini, A. Ruffini, G. Levi e da molti altri, ma soprattutto è da ricordare l'opera monumentale di Cesare Taruffi sulla storia della teratologia, miniera preziosa alla quale è sempre necessario ricorrere. In Francia rifulgono i nomi di É e Is. Geoffroy Saint-Hilaire, di C. Dareste, di M. Duval, di C. Davaine, di E. Rabaud; in Germania quelli di O. Hertwig, di A. Weismann, del Roux, di W. Marchand e di moltissimi altri, riuniti nell'opera, ormai classica, di E. Schwalbe.
Cause generali, processi teratogenetici. - Valendosi degli studî di embriogenesi, che hanno messo in luce varî fattori regolanti e disciplinanti lo sviluppo normale dell'embrione, capaci così di individualizzare il nuovo organismo e, pure restando nei limiti di variabilità della specie, differenziandolo dai suoi progenitori, la teratogenesi riconobbe come produttrici di mostruosità alcune cause schematicamente distinte in interne ed esterne: delle quali le prime assai più importanti delle seconde 1. Tra le cause interne si riconoscono: a) le anomalie dell'uovo (vescicole germinative plurime o alterate) e più spesso dello spermatozoo (spermî giganti, nani, con più teste o più code), specialmente importanti per spiegare la genesi di mostruosità multiple; b) l'ereditarietà, che si manifesta chiaramente e con gran frequenza, esplicandosi specialmente come variazioni brusche e saltuarie, in forma similare o dissimilare, uni- o bilaterale, più spesso con carattere familiare, anziché ancestrale o atavico. Le forme più facilmente trasmissibili sono quelle più lievi e limitate (anomalie dei denti, dell'occhio, della faccia, degli arti, ecc.), meno frequenti quelle degli organi genitali (pseudoermafroditismo, delle mammelle, del testicolo), degli organi circolatorî e del ricambio (obesità, ecc.). È frequente la trasmissione per via maschile e femminile di anomalie della fecondazione, come la gravidanza plurima. Sulle mostruosità più gravi e complesse (anomalie degli organi generatori, mostruosità plurime, ecc.), l'ereditarietà non sembra avere influenza: caso classico è quello del mostro doppio conosciuto col nome di "fratelli siamesi", i cui 22 figli non mostrarono alcun segno di anomalia. Intossicazioni, infezioni acute e croniche, psicopatie, consanguineità fra i genitori hanno certamente influenza nello stabilire trasmissioni ereditarie teratologiche. L'eredità teratologica dev'essere ricondotta alle leggi generali che regolano e spiegano l'ereditarietà; intendendo questa come una forza capace di preparare nelle cellule germinali, e più particolarmente nel loro protoplasma contenente fattori insiti (prefermenti, preormoni), un mezzo evolutivo speciale, tale da imprimere al nuovo individuo caratteri distintivi. Le cause esterne si possono distinguere in: a) meccaniche (traumi, compressioni sull'embrione); b) fisiche (temperatura, luce, raggi X, modificazioni fisico-chimiche del mezzo in cui le uova si sviluppano; c) chimiche (azione diretta di agenti chimici svariatissimi, difettosa nutrizione dell'uovo, azione delle secrezioni interne sullo sviluppo embrionale). Tutte queste cause teratogenetiche esterne sono state individuate e controllate sperimentalmente. Tra le cause esterne potrebbero rientrare anche le cause psichiche, alle quali lo spirito popolare ha in tutti i tempi dato grande importanza come produttrici di mostruosità; l'immaginazione turbata, un'emozione forte, uno spettacolo impressionante, il desiderio di certi cibi sono volta a volta incriminati. Ma di tutto ciò ben poco rimane, quando le circostanze siano vagliate da una sana critica; soprattutto bisogna pensare che queste influenze psichiche intervengono troppo tardi per potere veramente modificare lo sviluppo dell'embrione.
Queste cause teratogenetiche possono compiere la loro azione in varie epoche dello sviluppo; più gravi e diffuse anomalie si producono nei primissimi periodi di sviluppo dell'uovo o deì suoi primi derivati (anomalie primitive, precocemente prodotte da veri processi teratologici), più lievi e limitate quelle tardive (anomalie secondarie), prodotte da processi patologici - infiammazioni fetali - o meccanici, - difetti di sviluppo delle membrane ovulari, del cordone ombelicale - ed esplicantisi su parti isolate dell'embrione già in stato avanzato di sviluppo (deviazioni dell'asse embrionale, fessure craniche, amputazioni spontanee degli arti, ecc.).
Assai complessi sono i meccanismi con cui queste cause esplicano la loro azione: si sono distinti varî processi teratogenetici, tra i quali i più importanti sono: gli arresti (veri arresti di sviluppo, difetti di saldatura di parti) e gli eccessi di sviluppo (alcuni dei quali dipendono da fattori meccanici seguiti da rigenerazione anomala, ipo- e iperrigenerazione (fig.4), l'eteromorfosi (sostituzione di parti perdute con altre di differente struttura), la dislocazione (allontanamento di tessuti dalla sede normale), le fusioni anomale, le inclusioni e i sequestri di parti embrionali. Questi processi teratogenetici ubbidiscono a leggi generali, simili a quelle della variazione organica.
Frequenza. - È difficilissimo stabilire con esattezza la frequenza delle anomalie. Le statistiche sono effettuate quasi esclusivamente dagli ostetrici; ora, all'atto della nascita, le più gravi malformazioni sono incompatibili con la vita e dànno origine ad aborti precoci. Di più, molte anomalie possono essere poco sviluppate all'atto della nascita e manifestarsi più tardi, moltissime altre interessano solo gli organi interni. Ma soprattutto assai incerto è il limite da cui decorre l'anomalia, incerto cioè dove finisca la fluttuazione e incominci la malformazione; a uno stretto esame si può dire che non vi sia individuo che non presenti qualche anomalia di maggiore o di minore entità. Ciò spiega la discordanza fra le varie statistiche: L. Choussier trovò 132 anomalie su 22.993 parti (i:169), O. Puech 454 su 100.000 (i: 193) con maggior frequenza nei nati illegittimi (1:31) che nei legittimi (1:592), F. von Winkel 156 su 10.056 (1:64) a Dresda, 232 su 8149 (1:35) a Monaco. Statistiche italiane recenti non sono state compilate: un indice della frequenza delle malformazioni in Italia può essere desunto dal seguente specchietto che riproduce il numero delle anomalie le qualì furono causa di morte tra il 1927 e il 1931:
Sesso. - Si dice che il sesso femminile sia più frequentemente affetto da mostruosità; su 453 casi di mostruosità (I. Geoffroy Saint-Hilaire) 258 erano femminili e 195 maschili; ma sul totale, 295 appartenevano alle mostruosità doppie, delle quali 203 femminili e solo 93 maschili; ciò indica un'enorme predilezione delle mostruosità doppie per il sesso femminile, mentre la differenza tra i due sessi per le mostruosità semplici è quasi insensibile.
Varie specie animali. - Frequenti sono le anomalie negli animali domestici: come serie di frequenza si dà (A. Cornevin): porco, cane, bove, pecora, cavallo, asino. I tre quarti delle mostruosità appartengono ai Mammiferi, l'altro quarto agli Uccelli. Sono frequentissime le anomalie di formazione nei Pesci, nei Rettili, negl'Invertebrati e perfino nei Protozoi.
Classificazioni. - Varî sono stati i tentativi di classificazione dei fenomeni teratologici, alcuni più strettamente scientifici, basati sulla qualità del processo teratologico o sulla sua genesi causale o formale, più pratici quelli basati sulla forma esteriore del corpo mostruoso. Noi seguiremo una classificazione morfologica, ispirata a quella classica di C. Taruffi.
Mostruosità unitarie (Terata monosomata, Taruffi). - 1. mostruosità di tutto l'individuo (Ter. pantosomata, Tar.).
A) Anomalie dell'uovo (forme abortive, His). - Profonde anomalie che colpiscono l'uovo nei primi stadî dello sviluppo, così che esso viene espulso dalla cavità uterina.
B) Anomalie dello sviluppo embrionale. - a) Anomalie di volume: 1. Gigantismo (totale, parziale, laterale). Considerato come tale solo se prodotto da fattori congeniti e non acquisiti patologici. Nella specie umana è da considerarsi come gigantesco lo sviluppo che supera i due metri d'altezza, variando tale limite a seconda delle popolazioni, razze, ecc. I giganti appartengono preferibilmente al sesso maschile, sono per lo più delicati, di scarsa intelligenza, poco inclinati alla funzione sessuale, spesso hanno vita breve. 2. Nanismo vero, congenito (ateleiosis), da non confondersi con nanismi prodotti da cause patologiche (acondroplasia, rachitismo, tiroidismo); nella specie umana si considera come nano un individuo che superi di poco il metro d'altezza, limite anche questo assai variabile (fig. 5). Spesso i nani sono adiposi, precocemente senescenti, frequentemente idioti, frigidi e impotenti sessualmente; accoppiati tra loro sono infecondi, uniti a soggetti regolari possono aver figli; hanno durata di vita regolare, alcuni raggiunsero età avanzata.
b) Anomalie di posizione. Irasposizione dei visceri (U. Aldrovandi) o situs inversus viscerum, o eterotassi. Disposizione anomala dei visceri del corpo, così che gli organi normalmente situati nella metà sinistra si trovano nella destra e viceversa. Essa può essere completa o parziale, limitata cioè ad alcuni visceri (cuore, fegato). La sua frequenza è certamente abbastanza elevata (dal 1569, anno della prima osservazione documentata di C. Gemma, al 1888, G. Martinotti ne segnala 235 casi); ma, essendo l'affezione perfettamente compatibile con le funzioni normali del corpo, può passare inosservata all'individuo che la porta; quindi viene con i moderni mezzi diagnostici (radiologici) più frequentemente svelata (24 casi su 40.000 individui, L. T. Le Wald, cifra che sembra però esagerata, secondo A. Costa).
2. Mostruosità di parti dell'individuo (Terata mono-merosomata, Tar.).
A) Anomalie del cranio e della colonna vertebrale (Cefalo-rachiterata, Tar.). - a) Microcefalia e macrocefalia. Abnormi volumi del cranio, associati spesso a difettoso sviluppo del cervello o a stati idrocefalici. b) Modificazioni della forma del cranio: oocefalia (cranio a uovo), scafocefalia (cranio a sella o a barca), acrocefalia (cranio a torre), ecc. c) Difetti di sviluppo del cranio: cranioschisi o acrania, quasi sempre associata a mancanza (anencefalia) o a ectopia (exencefalia) del contenuto cranico. È mostruosità frequente, specialmente nel sesso femminile (10 femmine su 11 casi, B. de Vecchi), spesso unita ad altre anomalie della testa (Bostomos, Aldrovandi: aspetto bovino) e degli organi interni; particolarmente interessante la costante aplasia delle surrenali. Nell'acrania falsa il tegumento esterno è conservato e il contenuto cranico fa ernia sotto la cute: ernia cerebrale, meningo-encefalocele. d) Anomalie del cervello e delle meningi. e) Anomalie delle vertebre e della colonna vertebrale, tra le quali la più importante e frequente è la mancata chiusura della colonna vertebrale: rachischisis o spina bifida (N. Tulp, 1640), totale o parziale, che permette quasi sempre la fuoriuscita del contenuto vertebrale (meningo-mielocele). È quindi simile all'acrania, alla quale assai spesso s'associa ed è anche più frequente di quella (in un solo anno ne furono segnalati in Inghilterra 647 casi); s'effettua più spesso nella parte posteriore e nel segmento inferiore della colonna vertebrale. Quando l'affezione non è molto estesa può essere compatibile con la vita; generalinente però la funzione midollare è compromessa, avvengono complicanze infiammatorie, onde la morte sopravviene precocemente, se un intervento chirurgico non tenti di correggere l'anomalia.
B) Anomalie della faccia e del collo (Prosopo-tracheloterata, Tar.). - a) Fessure facciali (Prosoposchisi). Prodotte o da arresti di sviluppo o da compressioni di briglie amniotiche; esse possono interessare le sole labbra (cheiloschisi, labbro leporino) o estendersi al naso e al resto della faccia o, più spesso, approfondarsi nell'osso e fendere anche il palato (cheilognito-uranoschisi, gola di lupo), più frequentemente lungo le linee laterali. Sono anomalie assai frequenti, specialmente nel sesso maschile, facilmente trasmissibili; quasi sempre esse impediscono la suzione al neonato, onde facile la sua morte, se un intervento operatorio non riesce a correggere l'anomalia. b) Mancato sviluppo della faccia, totale o parziale; in quest'ultimo caso s'accoppia facilmente alla fusione, più o meno completa, dei due bulbi oculari in uno solo, contenuto generalmente in un'unica cavità orbitaria: ciclopia con i suoi varî tipi. È un'anomalia abbastanza frequente (16 ciclopi su 618 mostruosità semplici), tanto nella specie umana quanto in alcuni mammiferi (maiale), specialmente nel sesso femminile; s'accompagna a gravi alterazioni del sistema nervoso, ond'è incompatibile con la vita e s'associa spesso ad altre gravi anomalie (acrania, spina bifida, ecc.). c) Fessure e cisti del collo, la cui genesi è generalmente da ricondursi a difetti di chiusura degli archi branchiali.
C) Anomalie del torace e dell'addome (Toraco-gastroterata, Tar.). - a) Anomalie delle ossa toraciche, tra le quali abbastanza frequente è la fessura dello sterno, spesso complicata con ectopia del cuore. b) Anomalie della parete addominale, tra le quali importanti sono le anomalie dell'ombelico (ernie ombelicali), le fessure addominali accompagnate da protrusione di uno o più visceri (estrofia e sventramenti) e le ernie congen;te, la cui produzione è da ricondursi a una debolezza delle pareti addominali. c) Anomalie dei singoli organi toracici e addominali e degli organi genitali esterni e interni. In quest'ultima categoria può rientrare un'anomalia assai complessa che s'esplica soprattutto a carico degli organi genitali, ma che compromette anche l'intero organismo.
Quest'anomalia è l'ermafroditismo, che in senso lato significa la riunione nello stesso individuo degli organi sessuali di entrambi i sessi; anomalia conosciuta fino dalla più remota antichità, che ha dato origine a miti e a leggende, ha preoccupato filosofi, teologi e legislatori e che oggi, conosciuta in tutti i suoi particolari, ha assunto un preciso significato biologico. Si deve distinguere anzitutto un ermafroditismo morfologico o androginia, dagli ermafroditismi psichici (transvestitismo) e psicosessuali (omosessualismo) di pertinenza psichiatrica. L'ermafroditismo morfologico si distingue in genitale e somatico, in quest'ultimo i genitali sono ben differenziati, ma i caratteri sessuali secondarî (mammella, distribuzione dei peli, caratteri della voce, ecc.) sono tutti o in parte invertiti (caratteri maschili nella donna-virago); spesso alle modificazioni somatiche s'accompagnano modificazioni psichiche e inversioni psicosessuali (fenomeni frequenti nelle specie animali: toro femminile, vacca taurina). L'ermafroditismo genitale si può presentare sotto quattro tipi principali: il maschile, il femminile (chiamati anche pseudoermafroditismi), il duale e il neutrale (ermafroditismi veri). I primi due tipi riguardano anomalie dei genitali esterni con permanenza di una netta distinzione di sesso, nei due secondi si ha la contemporanea presenza sullo stesso individuo di elementi ghiandolari maschili e femminili; nel neutrale ridotti a residuí appena riconoscibili, nel duale fusi, più o meno completamente, in una sola ghiandola (ovotestis). Altre distinzioni sono date dalla posizione che occupano le ghiandole sessuali nel corpo (ermafroditismo uni-bilaterale, alternante). È dunque da ritenersi come vero ermafrodito solo l'individuo che possegga ghiandole o, più esattamente, cellule sessuali (cioè uova e spermi, segni sessuali essenziali o germinali) maschili e femminili; in ogni modo negli ermafroditi veri non può trovarsi riunita una funzionalità bisessuale (che può forse trovarsi in qualche pseudoermafrodito) e tanto meno un doppio tipo di fecondamento. L'ermafroditismo vero è più frequente nelle specie animali che nell'uomo, nel quale pure se ne conoscono una trentina di casi abbastanza recenti e ben controllati (M. Levi). La genesi formale di queste gravi anomalie si deve ricondurre a perturbamenti nello sviluppo delle ghiandole e degli organi genitali in quel periodo embrionale in cui si differenzia il sesso.
D) Anomalie delle estremità (Meloterata, Tar.). - 1. Molte di queste sono da interpretarsi come prodotte da cause esterne e tardive, in gran parte causate da briglie amniotiche, nodi del cordone ombelicale, traumi inferti sul corpo della madre; consistono specialmente in amputazioni spontanee, che non hanno quindi alcun tipo fisso. 2. Ma altre sono dovute a veri processi teratologici e si distinguono in: a) Anomalie per difetto, come l'amelia (mancanza degli arti) totale o parziale, la focomelia (arti rudimentali, a foca), la peromelia e perodattilia o brachidattilia, mancato sviluppo di un osso di un arto (spesso il radio), più di frequente limitato ad alcune dita o a una falange (ipofalangia; fig. 6); la brachidattilia è più frequente nella mano, spesso bilaterale, predilige il sesso femminile e s'accompagna ad altre anomalie. b) Anomalie per fusione, tra le quali la riunione di due arti, generalmente gl'inferiori, in uno solo (sinmelia o sirenomelia - fig. 7 - a ricordo delle sirene mitologiche), che assume molti tipi, ma non è frequente e s' associa a gravi malformazioni dell'intero individuo. Più frequente è la sindattilia, fusione laterale di due o più dita della mano o del piede, associata spesso a brachi- o polidattilia. c) Tra le anomalie per eccesso sono da ricordare i rari raddoppiamenti e i gigantismi di un arto o della mano o del piede, e la più frequente polidattilia, anomalia spesso ereditaria, tanto che in alcuni villaggi e tribù essa è considerata come normale, consistente nell'aumento del numero delle dita; il tipo più frequente è il sexdigitismo, ma sono stati segnalati casi rarissimi di aumento di dita fino a dieci per arto (fig. 8).
E) Anomalie del tegumento esterno (Dermoterata, Tar.). - La cute nella sua totalità può essere congenitamente molle, lassa o invece indurita, con deposito adiposo esagerato o con infiltrazione edematosa. L'epidermide può presentare ispessimenti (ittiosi), ora diffusi ora limitati ad alcune zone cutanee, dando origine a chiazze simili a spine o a corni di vario volume. Variazioni nella pigmentazione, sia sotto forma di melanismo, totale o parziale (nei materni), e di albinismo, anche esso totale (evidente in alcune razze nere: Kakerlaques, Dondos) o parziale; sono anomalie facilmente trasmissibili per eredità. I peli possono assumere sviluppo esagerato o comparire in regioni abitualmente glabre (ipertricosi, totale o parziale) o mancare in parti abitualmente provviste (atrichia, alopecia); sono anomalie pure esse trasmissibili e sono state interpretate come anomalie reversive, cioè a carattere atavico. Le unghie possono essere assenti o poco sviluppate, mal distribuite, di lunghezza e spessore smisurato (onicogrifosi).
Mostruosità plurime o composte (Terata polysomata, Tar.). - Sono mostruosità costituite da due o più corpi, più o meno normali e completi, riuniti tra loro (fig. 9); rientrano quindi in questa categoria tutte le formazioni gemellari (simmetriche o normali e asimmetriche o ineguali), poiché in esse la riunione avviene attraverso gli annessi ovulari materni e non tra le parti fetali. Si distinguono quindi i mostri doppî in: disgiunti o gemelli e riuniti; questi a lor volta distinti, a seconda che le parti individuali siano a sviluppo completo o incompleto, in simmetrici e asimmetrici o parassitici. Queste mostruosità complesse, spesso unite ad altre malformazioni unitarie (acrania, fessure, ecc.), hanno più frequentemente sesso femminile; nei mostri simmetrici le parti individuali hanno perfetta somiglianza tra loro. In molte mostruosità plurime, anche asimmetriche, la vita extrauterina è possibile anche fino a età avanzata (v. oltre); le singole parti individuali sono funzionalmente e psichicamente indipendenti tra loro: un mostro doppio è in ciò simile a due gemelli monocorî. Questa indipendenza ha íatto sorgere molte questioni relative allo stato giuridico di questi mostri: se essi si debbano cioè considerare come un unico o come più individui; questioni che vennero volta a volta differentemente risolte dai giureconsulti. In alcune mostruosità doppie è possibile un intervento chirurgico, talvolta seguito da successo; però è eccezionale che le parti separate possano sopravvivere a lungo. La genesi causale ne deve essere ricondotta alle cause generali di produzione di mostruosità (v. sopra); la genesi formale, assai complessa e dibattuta, è strettamente legata a quella di tutte le formazioni doppie (v. gemelli). In ultima analisi i mostri doppî sono gemelli più o meno strettamente uniti e più o meno profondamente modificati. Anche più complessa è la genesi delle mostruosità parassitiche (v. oltre), nelle quali uno degl'individui può essere ridotto a un semplice abbozzo, simile a una cisti o a un tumore (embriomi, inclusioni fetali, cisti dermoidi, foetus in foetu).
I. Mostruosità doppie disgiunte (Disomata diereta, Tar.). - A) Gemelli uguali (Disomata monochoria, Tar.) o provenienti dallo stesso uovo; da considerarsi come al limite tra normalità e anomalia (v. gemelli).
B) Gemelli inuguali (Disomata omphalo-angiopaga, Tar.); uno dei gemelli è ben conformato, l'altro è più o meno profondamente anomalo, così da non poter vivere di vita propria; in genere la testa e il sistema nervoso mancano, il cuore manca sempre onde il nome di acardî. Sono mostruosità non molto frequenti nella specie umana e vennero distinte, a seconda della loro conformazione, in paracefali, acefali e amorfi.
II. Mostruosità doppie riunite (disomata sinereta, Tar.). - A) Simmetriche: cioè con sviluppo pressoché uguale delle due parti individuali; la congiunzione può esser fatta sulla parte laterale o ventrale ed effettuarsi: i. nella parte superiore dei corpi (sincefali), limitata alla sola testa (craniopagi) o estesa al tronco fino all'ombelico; 2. nella parte media (toracopagi; fig. 10) con molte varietà di formazione; è il tipo di mostruosità doppia più frequente nella specie umana e permette talvolta una vita anche prolungata: Eng e Chang, il mostro toracopago (varietà: xifopago), detto "i fratelli siamesi", vissuto 63 anni, sposato con due sorelle e padre di 22 figli; 3. nella parte inferiore (dicefali); la congiunzione può essere: a) ventrale, ora con tronchi fusi e arti plurimi, ora con tronco unico, ma sempre con due teste (fig. 10); b) laterale, testa unica, tronchi doppî, ma facce doppie opposte (diprosopi); c) per la parte caudale, le due teste. essendo comuni le sole ossa del bacino, vengono a trovarsi in direzione opposta (ischiopagi, fig. 11); d) per la parte dorsale, teste, tronchi e arti liberi (pigopagi). Sono tutte mostruosità relativamente rare nella specie umana; alcune di queste permettono vita lunga: Rosa Josepha Blazek, una delle quali partorì un bimbo normale.
B) Asimmetriche. - Si chiama autosita l'individuo bene sviluppato, portatore del gemello incompleto detto parassita. Anche in questa categoría l'unione può avvenire: a) nella regione cefalica (cephalo-parasitus, Tar.), quindi craniopagi, giani, diprosopi parassitici, fino ad arrivare a inclusioni di feti rudimentali nella scatola cranica (encranius); b) nella regione cervicale; il più spesso il parassita sporge dalla bocca dell'autosita (epignato); c) nella regione toracica (thoraco-parasitus: fig. 10); a questo tipo appartiene uno dei mostri più strani che siano mai vissuti, Lazzaro Colloredo (1617), vissuto 28 anni, che portava attaccato al torace un gemello, G. Battista, con testa deforme, arti rudimentali e con funzioni organiche e psichiche assai ridotte ma autonome; d) nella regione addominale (gastro-parasitus), ora esplicantisi all'esterno, ora all'interno della cavità (engastrus), arrivando alla formazione di tumori teratoidi e di cisti dermoidi; e) nella regione pelvica (lecano-parasitus), talvolta con la presenza di soli arti (pygomele), più spesso a forma di tumori informi (teratomi sacrali).
III. Mostruosità plurime s. str. (Terata polysomata, Tar.). - 1. Formazioni disgiunte (tri-quadri-quinquegemini). - A) Gemelli uguali. Nella specie umana le gravidanze plurigemellari sono tanto più rare quanto più alto è il numero dei gemelli; le proporzioni sono (A. Guzzoni degli Ancarani): per 2 gemelli, 1: 87,83; per 3,1: 7103,61; per 4,1: 757.891; per 5,1 : 41.684.0006 parti. Con estrema rarità, sì da esser ritenuti dubbî, furono segnalati parti di 6, 7 e 8 gemelli; un caso (A. Valenta) di produzione di 13 gemelli deve considerarsi favoloso. B) Gemelli ineguali; casi rarissimi; i gemelli ineguali rudimentali si presentano sotto le òiverse varietà degli omfalo-angiopaghi (v. sopra) o come feti papiracei (v. gemelli).
2. Formazioni riunite. Ne sono conosciuti pochissimi casi sicuri, tanto nella specie umana quanto in quelle animali (triplicità congiunte, ecc.); per la scarsità dei casi e l'incertezza delle descrizioni non è possibile una classificazione razionale.
Bibl.: B. de Vecchi, Teratologia generale, in Trattato italiano di anatomia patologica, Torino 1923.
Per la teratologia zoologica, v. mostruosità.
Teratologia vegetale.
È quella parte della botanica che si occupa dello studio delle anomalie o mostruosità, ossia di tutte le deviazioni dal tipo normale, di origine non evidentemente parassitaria o patologica e non così consuetudinarie da potersi considerare come variazioni normali, che si possono riscontrare nelle diverse parti di una pianta, e cerca di classificarle e d'individuarne la causa, tentandone anche la riproduzione sperimentale. Se infatti la teratologia vegetale non fu da principio altro che una elencazione di curiosità, di lusus naturae, essa assunse notevole importanza quando si chiarirono meglio che per l'addietro, soprattutto per l'impulso portato dalla geniale teoria del Goethe sulle metamorfosi degli organi vegetali, i rapporti di origine fra le diverse parti della pianta, le condizioni della loro differenziazione e le reazioni agli stimoli esercitati sulle parti in via di sviluppo, tanto più notevoli quanto più le cellule vengono da essi colpite allo stato giovanile. Si venne così a constatare che da talune manifestazioni teratologiche era possibile ricavare elementi per chiarire rapporti filogenetici, anche se in questo senso si siano avute spesso esagerazioni interpretative. Né solo nel campo strettamente scientifico risultò interessante lo studio della teratologia vegetale, ché anche nel campo pratico, specialmente dell'orticoltura e della floricoltura, se ne ritrassero giovamenti notevoli in seguito al fatto che talune anomalie, specialmente quando si mantengano le condizioni ambientali nelle quali si sono verificate la prima volta, possono diventare ereditarie. Da ciò traggono partito i genetisti, come da ogni altro elemento utile allo scopo, per la creazione e la moltiplicazione di nuove varietà di piante ornamentali o agrarie.
Il primo a dare una certa veste di autonomia alla teratologia vegetale fu il Moquin-Tandon col suo trattato pubblicato nel 1841 e subito tradotto anche in tedesco da von Schauer, nel quale egli raccolse e ordinò, in base alla loro natura e agli organi vegetali che interessano, le anomalie morfologiche descritte saltuariamente dagli autori, facendo precedere alcune pagine di "Prolegomeni" per quei tempi veramente notevoli, anche per i riferimenti alla teratologia animale, trattata monograficamente qualche anno prima da I. Geoffroy Saint-Hilaire. Sullo stesso tipo è redatto anche il trattato del Masters, edito a Londra nel 1869 e tradotto pur esso in tedesco dal Dammer nel 1886; mentre con criterî alquanto diversi e più pratici è condotto il classico trattato del Penzig, pubblicato in una prima edizione in due volumi a Genova nel 1890 e 1894 e in una seconda edizione, notevolmente ampliata e aggiornata, a Berlino nel 1921 e 1922. A parte il corredo bibliografico diligentissimo, ricco di alcune migliaia di citazioni, e l'opportuno dizionarietto dei termini tecnici, ciò che rende particolarmente utile ai teratologi il trattato del Penzig è l'ordinamento della materia, che consente di rintracciare con grande facilità quanto già si conosce circa le anomalie presentate da una determinata specie vegetale, essendo la materia ordinata per famiglie, generi e specie di piante, come per primo aveva fatto, in più modesta misura, il Clos nel 1871.
Come molte altre branche delle scienze biologiche, la teratologia vegetale s'è basata dapprima sulle osservazioni degli studiosi che si limitavano a descrivere le anomalie e le deformazioni osservate nei vegetali: più tardi, con le ricerche di C. Dareste (1876), con quelle famose di H. de Vries, che se n'è servito in parte per costruire la sua teoria delle mutazioni, e con le prove di L. Blaringhem, che per mezzo di violenti stimoli ha provocato sperimentalmente la comparsa di anomalie e deformazioni in molte specie vegetali, è divenuta anch'essa una scienza sperimentale assai interessante nei riguardi specialmente della genetica.
Non è possibile descrivere tutti i fenomeni teratologici osservati nei vegetali: ci limiteremo a indicare i principali tipi, rimandando per alcuni alle voci speciali sotto le quali sono stati trattati.
Aborto: mancato sviluppo di alcuni costituenti, che si osserva specialmente nei fiori; acrosincarpia: saldatura apicale di due frutti (o anche di due sporangi di Muschi); adesione: saldatura di due costituenti fra loro (es., sepalo con petalo, petalo con stame, stame con carpello); apogamia, formazione per via vegetativa di individui che normalmente si sviluppano in seguito a riproduzione sessuale; ascidiosi, formazione di ascidî dalle foglie; atrofia, riduzione di parti normalmente sviluppate così da farle sembrare rudimentali; blastomania o cladomania, anormale sviluppo di germogli fogliati ascellari o avventizî; cloranzia, inverdimenta dei costituenti fiorali; fasciazione, appiattimento di organi normalmente cilindrici, può riguardare tanto il caule quanto la radice; la Celosia cristata (volg. cresta di gallo o fiocco di cardinale) coltivata nei giardini è un bell'esempio di questa anomalia della parte superiore del caule, dove sono le infiorescenze; gemmiparità, sviluppo anomalo di gemme avventizie sulle foglie; fillomania, accentuato e forte inverdimeno dei fiori per sviluppo di nomofilli al posto degli anto- e sporofilli; fillodia (v.1. fillomorfia); partenocarpia (v.); pedogenesi, sviluppo di organi riproduttivi in piante giovanissime; peloria (v.); petalodia (v.); petalomania; pistillodia, trasformazione in carpelli di fillomi d'altri tipi; polifillia, aumento del numero dei pezzi di un verticillo fogliare; prolificazione, concrescenza, centrale o ascellare, di fiori e d'infiorescenze; riduzione, diminuzione del numero dei pezzi di un verticillo; sepalodia, sviluppo di un filloma in un organo simile a un sepalo; sinfisi o saldatura, unione di parti normalmente libere; sincarpia, concrescenza anormale dei carpelli; sinandria, concrescenza anormale degli stami; sinanzia, saldatura laterale di due o più fiori; sinspermia, saldatura di semi fra loro; torsione, contorsione violenta del fusto, specialmente frequente in piante erbacee a foglie opposte e decussate: con la torsione si altera la posizione delle foglie, che diviene spirale o anche monostica; virescenza, anomalia dei fiori per cui i costituenti sono più o meno inverditi e gli sporofilli sono sostituiti con piccoli nomofilli.
I casi teratologici sono particolarmente frequenti nelle piante vascolari (Pteridofite, Fanerogame) dove interessano i varî membri e i varî organi, com'è sopra indicato; però sono stati osservati anche nei Funghi (divisione dicotomica del piede del ricettacolo, fasciazione del piede, inversione dell'imenio, fusione di due ricettacoli) e nelle Briofite, tanto nello sporofito quanto nel gametofito.
Bibl.: J. W. Goethe, Versuch die Metamorphose der Pflanzen zu erklären, Gotha 1790; A. Moquin-Tandon, Éléments de Tératologie végétale, Parigi 1841; Fr. Kirschleger, Essai historique de la térat. vég., Strasburgo 1845; A. Wigand, Grundlegung der Pflanzenteratologie, Marburgo 1850; Ch. Martius, De la Térat. vég. et de ses rapports avec la térat. animale, Montpellier 1851; M. Masters, Vegetable Teratology, Londra 1869; D. Clos, Essai de térat. taxonomique, ou des anomalies végétales considérées dans leur divers rapports avec le divers degrés de la classification, in Mém. Acad. sc. Toulouse, 1871; id., La térat. vég. et ses principes, ibid., 1891; C. Dareste, Recherches sur la production artificielle des monstruosités, ou essai de tératogénie expérimentale, Parigi 1876; C. De Candolle, Remarques sur la térat. vég., in Arch. sc. phys. et nat., Ginevra 1897; K. Goebel, Teratology in modern Botany, in Sciences Progress., n. s., I, Londra 1896; id., Die Bedeutung der Missbildungen für die Botanik früher und jetzt, Jena 1906; G. Cuboni, La teratologia vegetale e i problemi di biologia moderna, in Riv. di sc. biol., 1900; H. De Vries, Masters' Book on vegetable Teratology, in Journ. R. Hort. Soc., Londra 1910; W. Worsdell, The principles of plants terat., Londra 1915-1916; P. Vuillemin, Les anomalies vég., leur cause biologique, Parigi 1926; E. Migliorato-Garavini, La terat. veg. fino alle metamorfosi di W. Goethe, in Bull. Orto bot. Napoli, X (1931).