Vedi TERAMO dell'anno: 1966 - 1997
TERAMO (v. vol. vii, p. 712)
Rinvenimenti casuali e scavi programmati hanno confermato l'estensione della città romana dalla zona di S. Maria delle Grazie fino all'altezza del duomo, su un limite documentato nella toponomastica medievale con l'indicativo nome di Via del Fosso. Si localizza così non lontano dalle mura l'antica cattedrale, in corso di scavo, mentre risultano al di fuori dell'originario impianto urbano gli edifici per spettacolo, il teatro e l'anfiteatro, che dimostrano, nella coerenza degli allineamenti, una programmata edificazione lungo il principale asse extraurbano di sviluppo della città verso O. E inoltre accertato che la situazione plano- altimetrica antica dovesse essere più variata dell'attuale poiché i ritrovamenti evidenziano un'articolazione di T. su basse terrazze. Ciò si è notato soprattutto nel differenziarsi degli spiccati lungo il lato urbano di SE ove si assiste anche a bruschi salti di quota.
Agli edifici pubblici e privati già documentati, recentemente integrati da rinvenimenti casuali lungo il Corso Michetti (impianto termale, area lastricata, ecc.) si è aggiunto un complesso termale nella zona di Piazza Verdi, caratterizzato da uno schema compatto che lo assimila al tipo già noto a Chieti con ampio frigidarium e pianta tripartita: diversamente dall'esempio teatino in misto di laterizio e reticolato, la tecnica a sottili mattoni rossastri contribuisce a fissarne la cronologia nell'ambito del II sec. d.C., momento che vede un'intensa attività edilizia nell'intero comprensorio, potendosi citare gli interventi coevi nella non lontana Atri, cui T. era collegata da viabilità diretta (Via Caecilia).
La fase preurbana si è arricchita di ulteriori dati provenienti dal quartiere de «La Cona», dove era già stata localizzata una necropoli romana monumentale, con tombe che restituirono materiale di corredo di notevole livello, tra cui i resti di un letto funebre con decorazioni in osso del tipo a diffusione specifica in comprensorio abruzzese. La confinante necropoli pre-protostorica si è caratterizzata con una tomba eneolitica e con numerose sepolture a fossa con circolo, limitate da grossi ciottoli fluviali, attribuibili alla facies arcaica che trova preciso riferimento nella seriazione di Campovalano.
Se resta confermato che lo schema della città romana era regolare (ma non si conoscono le misture degli isolati), e rientrava probabilmente nell'ambito dei centri programmati urbanisticamente nel II sec. a.C. in aree spesso a precedente insediativo non pianificato, è invece superata la teoria che vedeva tradotta topograficamente la duplicità politico- amministrativa dei municipes e dei coloni. La trasformazione del conciliabulum in municipio, al più tardi nel II sec. a.C., non vede dunque un fenomeno di ghettizzazione con l'impianto della colonia postsillana, quando un contingente di veterani viene a coesistere con il precedente nucleo di abitanti. In tale ottica l'apparente antichità del disassamen- to della viabilità di maggior significato nella T. moderna ê solo da rileggere in funzione della frequente declinazione degli assi urbani antichi nei pressi délie porte principali.
Mentre numerose domus con mosaici (Vico Ninfe, Porta Carrese, Vico dell'Ariete, ecc.) rientrano nella strutturazione della città imperiale, ai primi edifici della municipalizzazione è da attribuire la casa sotto il Palazzo Savini, caratterizzata dal tablino con mosaico a cassettoni ed emblema leonino, ora meglio circostanziata cronologicamente e topograficamente: di recente ne è stato evidenziato lo schema che la inserisce nel tipo a sequenza atrio-tablino- peristilio con un'esemplificazione di pavimento scutulato che contribuisce a datarla entro la fase sillana.
Bibl.: L. Migliorati, Municipes et coloni.Note di urbanistica teramana, in ArchCl, XXVIII, 1976, p. 242 ss.; W. Mazzitti, Teramo archeologica, Teramo 1983; P. Sommella, Centri storici ed archeologia urbana in Italia. Novità dall'area mesoadriatica, in Arqueología de las ciudades modernas superpuestas a las antiguas, Zaragoza 1983, Madrid 1985, p. 357 ss.; P. Sommella, Italia antica. L'urbanistica romana, Roma 1988, p. 126 ss.; J. B. de Smet, Interamnia Praetuttiorum (Teramo) et le problème des communautés à statut juridique double, in ActaALov, XXVIII-XXIX, 1989-1990, pp. 63-74; A. R. Staffa, Teramo. Nuovi dati per la ricostruzione dell'assetto antico della città, in Xenia, 19, 1990, pp. 19-30; M. P. Guidobaldi, La romanizzazione dell'ager praetuttianus (sec. III-I a.C.), Perugia 1996.