Vedi TERAMO dell'anno: 1966 - 1997
TERAMO (Interamnia Praetuttiorum)
Centro dei Pretuzî nella Regione V (Plin., Nat. hist., iii, 110), ora capoluogo di provincia in Abruzzo.
La città si estende sopra una lingua di terra delimitata su tre lati dal fiume Tordino e dal torrente Vezzola confluenti ad E, ed occupa il sito dell'abitato antico. Era collegata con Roma mediante una strada che, superando il Gran Sasso, attraversava il territorio di Amiternum e si innestava nella via Salaria presso Interocrium. Gli Itinerarî ignorano questo percorso documentato tuttavia da resti monumentali ed epigrafici (C.I.L., ix, 5955-5958; Degrassi, 456). Interamnia era inoltre collegata con Castrum Novum, sulla costa adriatica, con Hadria e con Asculum.
La romanizzazione del territorio pretuzio risale agli inizî del III sec. a. C. Tra gli anni 290 e 286 fu dedotta una colonia ad Hadria e forse un'altra a Castrum Novum (Liv., Per., xi); di età sillana è la colonia di Interamnia. Durante il I sec. a. C. la città mantenne il duplice ordinamento di municipio e colonia (C.I.L., ix, 5074).
Non sono noti il nome e l'ubicazione dell'abitato pretuzio situato forse nello stesso luogo ove sorse Interamnia, la quale appare d'impianto romano. In Frontino (De Controv., 18 s. Lachmann) è un accenno alle origini della città: conciliabulum... postea in municipii ius relatum. Unica testimonianza della fase più antica sono alcune sepolture a inumazione rinvenute ad O dell'abitato romano in un'area compresa tra le vie Carducci, Delfico, Campana e D'Annunzio, e nel sito dell'Istituto Tecnico, presso la Villa Comunale.
L'impianto urbano si rivela notevolmente complesso e, benché manchino ricerche volte a riconosceme con esattezza l'estensione e la conformazione, sulla base dei ritrovamenti e delle sopravvivenze di allineamenti antichi nell'abitato medievale e moderno, è possibile ricostruirne schematicamente la planimetria. Nonostante alcune incertezze, relative specialmente al lato occidentale, l'area può essere delimitata dalla Porta Reale ad E, dalle vie del Baluardo e di Torre Bruciata a N, da via della Banca ad O e da via Stazio a S. Questo perimetro racchiude una zona rettangolare di circa m 440 × 240, in cui si riconoscono due nuclei divisi dall'allineamento di via S. Antonio e di Largo Melatini. Ambedue i settori mantengono oggi le tracce di una sistemazione ortogonale del reticolato stradale, la cui antichità viene documentata dall'orientamento del teatro e dell'anfiteatro nella parte occidentale, e dal rinvenimento di un basolato sotto il Corso De Michetti nella parte orientale.
Il diverso orientamento dei due nuclei è connesso probabilmente con due distinte fasi di sviluppo della città. Se la zona orientale, tra Porta Reale e Largo Melatini, è da considerarsi il sito dell'insediamento originario, bisogna ritenere che nella sua espansione ad O l'abitato si sia allineato su una strada extra-urbana, corrispondente all'attuale Corso Cerulli, la quale costituì l'asse principale del nuovo complesso. In tal caso le due fasi urbanistiche possono essere messe in relazione con il duplice ordinamento amministrativo di Interamnia, ed è probabile che con la fondazione della colonia sia stato creato l'impianto occidentale, adiacente al centro più antico.
I maggiori monumenti noti si trovano nel settore occidentale della città. Nell'area del Largo Muzi sono stati visti i resti di un edificio pubblico. Un bellissimo mosaico policromo proviene dal tablino di una casa augustea (?) nell'area del Palazzo Savini; l'emblema recante la rappresentazione di un leone in lotta con un serpente è stato avvicinato ai mosaici della Casa del Fauno. Ai margini sud-occidentali dell'abitato antico si trovano i notevoli resti del teatro, databile probabilmente al I sec. a. C., e dell'anfiteatro; il primo compreso certamente nell'area urbana, il secondo situato forse in una zona immediatamente esterna. È anche possibile che con la costruzione dell'anfiteatro i limiti della città siano stati spostati più ad O.
Alla decorazione scultorea del teatro apparteneva forse una statua femminile panneggiata conservata ora a Chieti, nel Museo Nazionale.
Una zona di insediamento suburbano deve essere riconosciuta nell'area dell'attuale Largo della Madonna delle Grazie, fuori la Porta Reale. Sepolcreti romani sono stati rinvenuti presso la Stazione Ferroviaria e presso il ponte Messato, a tre km dall'abitato sulla strada statale n. 8o verso il Gran Sasso. Qui si è scoperto un allineamento di monumenti funerarî con sepolture a incinerazione del I sec. d. C., lungo un tratto della strada diretta ad Amiternum.
Nel Museo Civico è conservata una piccola ma pregevole raccolta di oggetti antichi; tra questi una serie di ritratti, un gruppo di lastre fittili con rappresentazione di scene teatrali, il cippo di S. Omero con iscrizione sudpicena; nel Municipio una collezione di iscrizioni latine. Proviene inoltre da T. un busto fittile di personaggio virile del I sec. a. C., conservato a Roma nel Museo Nazionale Romano.
Bibl.: G. B. Delfico, Dell'Interamnia Pretuzia, Napoli 1812; N. Palma, Storia ecclesiastica e civile, Teramo 1890; M. de Mutii, Della storia di Teramo, Teramo 1893; F. Savini, S. Maria Aprutiensis, Roma 1898, p. 27 ss., tav. VI ss.; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, IX, 1916, c. 1602, s. v. Interamnia. Per il teatro: F. Savini, in Not. Scavi, 1903, p. 54; 1926, p. 391; Montani-Cardellini, Alcune considerazioni sul teatro romano di T., Teramo 1934; G. Giovannoni, in Palladio, III, 1939, p. 85 ss.; E. Galli, in Bull. Mus. Imp. Rom., XI, 1940, p. 94, fig. 3 (in Bull. Com., LXVIII). Per l'anfiteatro: E. Galli, in Dioniso, 1937-38, p. 231 ss.; id., in Bull. Mus. Imp. Rom., IX, 1938, p. 70, fig. 6 (in Bull. Com., LXVI). Per le necropoli preromane: F. von Duhn, Italische Gräberkunde, I, Heidelberg 1924, p. 583 s. Per la preistoria: V. Cianfarani-G. Cremonesi-A. M. Radmilli, Trecentomila anni di vita in Abruzzo, Chieti 1962, con bibl. precedente. Per il materiale epigrafico: Th. Mommsen, in C.I.L., IX, 1883, p. 485 ss.; M. Ihm, in Ephemeris Epigraphica, VIII, i, 1891, n. 28 s.; A. Degrassi, Inscriptiones Latinae Liberae Rei Publicae, II, Firenze 1963, nn. 617-619; cfr. inoltre Not. Scavi, 1884, 109; 1891, 369; 1892, 199; 1893, 351; 1897, 305; 1899, 382; 1901, 496. Rinvenimenti di interesse topografico in Not. Scavi, 1892, 21; 1896, 65, 177; 1898, 137; 1907, 3; 1929, 223, 229. Per il mosaico policromo: M. E. Blake, in Memoirs Am. Acad., VIII, 1930, p. 75, 137-5, con tav. a colori. Per i materiali del Museo Civico: T. Dohrn, in Röm. Mitt., LXVII, 1960, p. 98 ss., tav. 28 s.; H. von Rohden-H. Winnefeld, Architektonische Römische Tonreliefs der Kaiserzeit, Berlino-Stoccarda 1911, p. 12, 144, fig. 9 s.; P. E. Arias, in Dioniso, 1942, n. i, p. 35 ss.; J. Whatmough, The prae-italic dialects of Italy, II, Cambridge Mass. 1933, n. 351. Per il busto fittile: B. M. Felletti Maj, Museo Naz. Romano, I Ritratti, Roma 1953, n. 48, con bibl. precedente.