TEPE YĀḤYĀ
. Importante sito archeologico nella valle di Soghūn, Iran meridionale. Scoperto nel 1967 da C. C. Lamberg-Karlovsky, è stato scavato dallo stesso per conto dell'università di Harvard. È un monticolo alto m 19,8 che misura alla base m 187 di diametro. Nonostante le ridotte dimensioni il sito presenta una delle più importanti sequenze archeologiche dell'Iran, così articolata:
Gli strati calcolitici e dell'età del Bronzo sono indubbiamente i più significativi. Il periodo V A-C, definito anche Cultura di Y., rappresenta una fase di grande espansione demografica in tutta la regione, che risulta capillarmente occupata da villaggi di 2-10 ha, tra cui Y. non spicca per particolari caratteri. La situazione muta invece con il successivo periodo IV C, quando Y. rimane l'unico insediamento con una cultura materiale evoluta, tra cui ricordiamo 27 tavolette redatte in caratteri protoelamici, le più orientali finora rinvenute. L'importanza del sito, anche nel successivo periodo IV B, sembra dipendere, tra l'altro, dalla disponibilità locale di clorite, una pietra tenera molto ricercata in tutto il Golfo Persico nel 3° millennio a. Cristo. L'orizzonte IV A vede invece un periodo di totale declino di questo commercio, come pure dell'insediamento, ma ha fornito un'impronta di sigillo della valle dell'Indo, confermando la funzione intermediatrice certamente svolta da Y. tra le civiltà mesopotamica e quella protoindiana intorno al 2000 a. C. Vedi tav. f. t.
Bibl.: C. C. Lamberg-Karlovsky, Excavations at Tepe Yahya, Iran 1967-1969. Progress report I, Cambridge (Mass.) 1970; id., M. Tosi, Shahr-i Sokhta and Tepe Yahya: Tracks on the earliest history of the Iranian plateau, in East and West, XXIII (1973), pp. 21-57.