TEOSSENIE (Θεοξενίαι)
Il termine ha diverse accezioni che possono includere banchetti sacramentali, patti d'alleanza e cerimonie d'altro tipo. Tuttavia per quanto può concernere gli aspetti puramente artistici o iconografici l'accezione normale è quella di banchetti sacri o rituali offerti a varie divinità e con l'intervento di queste ultime. Come è evidente aspetti paralleli e spesso difficili da separare nettamente sono quelli rappresentati dai Lectisternia e dai Nekrodeipna (v. simposio).
Una particolare importanza dovevano rivestire le T. di Delfi, in cui veniva impiegato il grande, famoso cratere offerto da Creso (Collitz-Bechtel, Sammlung d. Griechischen Dialekt-Inschriften, 2756). Apollo con l'appellativo di Theoxènos aveva un tempio in Pellene (Paus., vi, 27, 4).
Tutta una vasta serie di rilievi attici e non attici con la figurazione di un autorevole personaggio a banchetto vengono comunemente riferiti al culto degli eroi e dei defunti eroizzati.
Vere e proprie T. possono dirsi quelle in cui figurano i Dioscuri: è noto infatti come fosse comune nel culto di queste divinità l'uso di xenia e di symposia solenni. Già nel mondo mitico i Dioscuri sono ospiti di Giasone, di Pamphaes e di Euphorion: un noto passo di Pindaro (Olymp., iii) celebra l'ospitalità offerta dai dinasti di Agrigento ai celesti guerrieri, e banchetti ufficiali sono ricordati per Sparta, Paro (C.I.G., 2574; I.G., xii, 5, 129), Atene e Locri. Figurazioni di queste cerimonie sembra di poter vedere in una tarda lèkythos a figure nere e in un rilievo ellenistico da Farsalo nel Louvre in cui i Dioscuri appaiono plananti a cavallo sopra un gran letto da banchetto (v. F. Cumont, Symbolisme funéraire, p. 64 ss.). Ugualmente i Dioscuri a cavallo trasvolanti su letti da banchetto o essi stessi adagiati nello schema tradizionale incontriamo in una serie di rilievi fittili tarantini. E di qui l'ipotesi che anche i famosi, innominati numerosissimi "eroi tarantini" seduti a mensa o adagiati sul dorso di animali e di mostri, a volte con le corone rituali, a volte con l'elmo dei guerrieri, siano da identificare con i Dioscuri.
Ugualmente la singolarissima figurazione su una pelìke di Napoli (n. 81.083: C.V.A., i, tav. 13) con due giovani incoronati che seduti sembrano accogliere benevolmente le offerte di cibi da parte di alcuni devoti, mentre in un pìnax nel fondo appaiono tracciati a vernice bianca quasi svanita i due Dioscuri a cavallo, pare rappresentino appunto queste due divinità in una cerimonia affine o preparatoria alle consuete Teossenie.
Bibl.: M. Nilsson, Griechische Feste, Lipsia 1906, p. 160; S. Eitrem, in Symbola Osloensia, X, 1932, p. 31; F. Pfister, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 2256 ss., s. v.; Bull. Corr. Hell., LXVIII, 1944-45, p. 416 ss.; E. Paribeni, in Festschrift E. v. Mercklin, Waldsassen 1964, p. 112 ss.