DEABATE, Teonesto
Nato a Torino il 17 giugno 1898, da Giuseppe e da Margherita Allemano, studiò alle scuole tecniche e poi si iscrisse alla Accademia Albertina. Nel 1917 partì volontario per la guerra (restano alcuni disegni). Terminato il conflitto. nel 1918 tornò a Torino e iniziò a dipingere e, contemporaneamente, a occuparsi di arte applicata, in una dialettica intensa che lo caratterizzò nel panorama italiano e torinese. Espose, per la prima volta, nel 1922 alla LXXXI Promotrice delle belle arti di Torino.
Dal 1921 al 1924 collaborò con le Manifatture ceramiche Galvani di Pordenone e Vittoria di Mondovì. Sempre nel settore della ceramica si ebbe la sua prima presenza alla I Mostra d'arti decorative di Monza nel 1923 (cfr. Catalogo della I Mostra internazionale delle arti decorative, Milano-Roma 1923, p. 82). Nello stesso anno iniziò la collaborazione con il pittore-arredatore Gigi Chessa, che proseguì successivamente nel Teatro di Torino (1924-25): parallelamente operò come illustratore per le riviste Cuor d'oro (1924-26), cui collaboravano anche G. Da Milano e M. Quaglino, e L'Ora del the (1923-25).
Intanto, spinto da vasti e molteplici interessi, strinse amicizia con alcuni dei personaggi più vivaci della cultura del tempo: tra gli altri, A. Martini, F. Amidei, M. Guerrisi, U. Saba, G. Debenedetti (cfr. anche la rivista Primo tempo, 1922-23). Nel 1927 espose alla Mostra del paesaggio piemontese presso la società Fontanesi e alla Quadriennale a Torino, alla LXXX Esposizione naz. a palazzo Pitti a Firenze, e partecipò anche alla III Mostra d'arti decorative di Monza, realizzando il centralino telefonico inserito nella cosiddetta "Via dei negozi" dei pittori torinesi (F. Casorati, A. Sartoris, F. Menzio, G. Chessa, E. Sobrero; cfr. Catalogo ufficiale della III Mostra internazionale delle arti decorative, Monza 1927, p. 42).
Nell'Esposizione internazionale di Torino del 1928 (dedicata all'anniversario di Emanuele Filiberto e al decennale della Vittoria) realizzò decorazioni parietali per il teatro del padiglione delle feste e della moda (architetti G. Pagano Pogatschnig e G. Levi Montalcini: cfr. Sette padiglioni d'esposizione, Torino 1928,pref. di R. Papini, Torino 1930),, per il padiglione mutualità e assistenza (architetto A. Melis: cfr. Architettura di A. Melis, pref. di Michele Guerrisi, Milano 1936, p. 7) e forni il progetto completo del padiglione dei ceramisti e vetrai (cfr. Casabella, VI,giugno 1928, pp. 30 s.). Sempre nel campo dell'arte applicata collaborò anche, dal 1927, con la ditta Lenci, attorno a cui ruotarono alcuni dei migliori artisti torinesi, per realizzazioni in panno e ceramiche.
Dal 1929, anno della fondazione, iniziò l'insegnamento alla Scuola superiore di architettura di Torino (poi facoltà dei politecnico di Torino) che continuerà fino al 1970. Contemporaneamente proseguì un'intensa attività pittorica con, paesaggi piemontesi e della Riviera ligure e con esposizioni in varie gallerie private e pubbliche. Nel 1930 partecipò con il progetto di una originale sala - detta anche "dei due sergenti" per la figurazione parietale eseguita con M. Quaglino - alla IV Esposizione di arti decorative di Monza. (cfr. Catalogo ufficiale della IV Esposizione triennale delle arti decorative e industriali moderne, Milano 1930, p. 144).
Nel decennio 1930-40 progettò molti arredamenti innovatori tra i più significativi in quel periodo, tra cui si ricordano la casa Montaldo a Torino (1930;. cfr. Domus, n. 662, giugno 1985), la casa Debenedetti a Torino (1931), il bar Combi a Torino (1932), il padiglione del tennis ad Asti (1933, con M. Dezzutti, non realizzato), la Biblioteca governativa di Cremona (1938; cfr. Quaderni di cultura e documentazione ..., 1984).
Dalla fine della seconda guerra mondiale concentrò la propria attenzione sulla pittura dipingendo paesaggi, nature morte e figure nel solco della tradizione figurativa, trovando le annotazioni più originali in un rapporto luce-colore "... tutto finezze e sensibilità, tra sottili accostamenti tonali e l'elegante arabesco" (cfr. A. Dragone, Quaderni...., 1984, p. 41). Negli anni '50 espose alle principali mostre collettive di Torino (Circolo degli artisti; Promotrice delle belle arti; Quadriennale, 1951) e in numerose esposizioni personali (galleria Martina e galleria Mastarone a Torino, 1955).
Dal 1960 al 1980 si recò spesso in soggiorni di lavoro al lago d'Orta (cfr. il catal. a cura dei comune di Orta, Dipinti di Orta di T. D., della mostra postuma nel 1982), sulla laguna veneta e in valle di Susa e di questi luoghi egli lasciò cicli pittorici ad olio e ad acquerelli. Via via si fecero più rare le apparizioni in pubblico di sue opere: 1964, personale al "Piemonte artistico e culturale" a Torino; 1971, personale alla galleria L'Approdo a Torino; 1972, mostra 5 Maestri Piemontesi [D., Manzone, Micheletti, Morbelli, Quaglino] al "Piemonte artistico e culturale" a Torino; 1979, mostra Torino fra le due guerre alla Galleria d'arte moderna di Torino.).
Morì a Torino il 16 maggio 1981.
Dopo la sua scomparsa gli furono dedicate numerose esposizioni: tra le più importanti, oltre a quella citata di Orta nel 1982, quella intitolata T. D. tra pittura e architettura, alla Promotrice delle belle arti di Torino, nel 1984.
Fonti e Bibl.: Torino, Istituto Alvar Aalto, Archivio T. Deabate (per il settore architettura earti applicate); Ibid., Provincia di Torino, Assessorato alla Cultura. Catalogo generale foto grafico, Archivio T. Deabate (per l'opera pittorica); M. Guerrisi, T. D., Torino 1941; A. Dragone, in Torino1920-1936, Torino 1976, pp. 113, 119, 131, 142;M. Rosci, ibid., p. 77; T. D. tra pittura e architettura (catal. della mostra). Quaderni di cultura e documentazione n. 2 dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Torino, Torino 1984 (con elenco delle opere e bibliografia).