teologia della liberazione
Corrente manifestatasi all’interno del cattolicesimo latinoamericano alla conferenza episcopale di Medellín del 1968. Fondatasi sulle aperture del Concilio vaticano II, ebbe tra i suoi principali esponenti i teologi Leonardo Boff (Jesus Cristo libertador, 1972) e Gustavo Gutiérrez (Teología de la liberación, 1971), e l’arcivescovo di San Salvador Oscar Romero. Tema centrale del movimento è la priorità della «prassi di liberazione» rispetto alla riflessione teologica. In tale quadro fu promossa la formazione di comunità di base con finalità non soltanto confessionali ma anche di emancipazione politica, sociale ed economica, di difesa della dignità umana e di riduzione della miseria e delle sperequazioni nell’ambito dei regimi autoritari latinoamericani. La t. della l., soprattutto per alcuni presupposti connessi con l’analisi marxista della realtà, ha provocato reazioni da parte dell’autorità ecclesiastica (Giovanni Paolo II ne prese le distanze, la criticò soprattutto durante un viaggio in America Centrale nel 1983 e condannò Boff a un anno di silenzio nel 1985) e soprattutto delle oligarchie latinoamericane, mandanti dell’assassinio di Romero nel 1980. Lo stesso Boff, dopo diversi processi ecclesiastici, abbandonò l’ordine francescano nel 1992 e negli ultimi anni ha incentrato la sua riflessione sul tema del legame cosmico e spirituale di interdipendenza degli esseri umani tra loro e con la natura.