ORGIANI, Teofilo
ORGIANI (Orgian), Teofilo. – Nacque a Vicenza, presumibilmente intorno al 1660 o poco dopo.
Nulla è noto circa la sua formazione musicale: potrebbe essere avvenuta nella città natale alla scuola di Giovanni Domenico Freschi, maestro di cappella in duomo, i cui interessi erano rivolti principalmente al dramma per musica. Le prime musiche di cui resta notizia sono quelle per Il vitio depresso e la virtù coronata di Aurelio Aureli, rappresentato nel teatro di S. Angelo a Venezia nel carnevale 1687 (dedicatoria datata 24 novembre 1686), un rifacimento dell’Eliogabalo del medesimo Aureli, musica di Giovanni Antonio Boretti, dato con successo nel 1668 sempre a Venezia nel teatro di Ss. Giovanni e Paolo e poi in varie altre città italiane.
A testimonianza dell’allestimento del 1687 rimane anche un’altra edizione del libretto, abbreviata e senza il nome del musicista, L’Eliogabalo rifformato col titolo del Vitio depresso e la virtù coronata.
Di poco successiva è la composizione delle musiche per Il Dioclete, dramma attribuito ad Andrea Rossini, dato al S. Angelo nella stessa stagione; la dedica, in data 18 gennaio 1687, è rivolta al conte Torrismondo della Torre dei signori di Duino (Trieste). Presso quest’ultimo il musicista era già (o divenne in quel periodo) ‘di casa’, visto che il 26 luglio 1688 il conte scrisse di persona al capitolo di Aquileia per raccomandarlo a una mansioneria vacante. Orgiani, superata la prova in cantu et lectura, la ottenne il 24 agosto e intraprese il cammino verso il sacerdozio. Negli anni seguenti cercò di migliorare il suo stato permutando più volte la propria con altre mansionerie più vantaggiose che via via si rendevano disponibili. Il 14 luglio 1690 si presentò, unico concorrente, al concorso per il posto di maestro di cappella nella cattedrale di Udine, ruolo che, essendo egli «di non ordinaria erudizione ed esperienza nella musica come il comun grido lo acclama» (Udine, Biblioteca civica, Comunale Antico, Annales civitatis Utini, XCIII, c. 32r-v), ottenne col compenso di 100 ducati annui, oltre a una mansioneria e all’altare di S. Odorico; qualche giorno più tardi ottenne anche l’altare di S. Gregorio con l’obbligo d’insegnar il canto ai chierici e l’incarico di istruire nel canto le ragazze dell’ospedale di S. Maria della Misericordia. Nonostante i nuovi impegni e le sollecitazioni dei due capitoli di Aquileia e Udine affinché operasse una scelta (le disposizioni conciliari proibivano il cumulo di benefici che richiedessero la residenza), riuscì, di proroga in proroga, e sempre grazie all’intercessione del suo protettore, a mantenere entrambe le mansionerie fino al 4 aprile 1692, quando rinunciò a quella aquileiese (della Torre era morto a marzo). Nel dicembre di quell’anno il capitolo di Aquileia gli chiese pure la restituzione di 100 ducati che aveva ricevuto in precedenza per l’acquisto di un organo, mai effettuato.
Negli oltre vent’anni di permanenza a Udine lavorò accanto ad abili cantori e strumentisti (quali Giuseppe Grazia, Antonio Celega, Nicolò Tricarico, Giovanni Domenico Della Bella, Ottaviano Andreini, Francesco Cavana, Giuseppe Micesio, Francesco Alessio ecc.), e profuse «incessanti fatiche nelle composizioni e direzioni delle musiche ed in tante fonzioni straordinarie» (Ibid., Annales civitatis Utini, XCVI, cc. 54v-55r): ma di queste composizioni non resta traccia neppure negli inventari dei libri.
Il salario fu portato a 140 ducati annui il 3 settembre 1699, come aiuto al sostentamento della famiglia del fratello defunto accasatasi presso di lui, e il 20 marzo 1703 a 180 ducati, avendo egli rinunciato, per fedeltà a Udine, al più remunerativo posto di maestro di cappella offertogli al Santo di Padova. Il suo lungo servizio non fu tuttavia sempre inappuntabile, visto che si allontanò più volte dalla città – tre mesi all’inizio del 1692 «per i suoi interessi di gran premura» (Ibid., Acta publica civitatis Utini, LXVII, c. 114), nell’agosto 1696 perché chiamato alla corte imperiale di Vienna presso Leopoldo I (ma la notizia non ha finora trovato riscontri in documenti viennesi), a giugno e luglio 1704 senza fornire spiegazioni – e non sempre con regolare permesso, tanto che nel luglio 1704 fu criticato dal capitolo e dal decano per le sue assenze e per la negligenza con cui attendeva ai suoi doveri: «pocco si cura di servir la chiesa [...] in più tempi si è reso deficiente nell’adempimento dell’obligo suo, absentandosi non solo dal servizio della chiesa, ma anco dalla città stessa, e trattenendosi fuori lungamente a suo genio» (Udine, Archivio del capitolo, Acta capituli Utinensis, 25, c. 25r-v). Nonostante queste ammonizioni, il 16 agosto 1704, considerato che «da molto tempo fa goder la sua virtù nella musica alla nostra Academia» (Annali ..., 2006, p. 207), fu ascritto tra gli Sventati udinesi; e il 3 maggio 1709 ottenne la dispensa alla partecipazione ad alcune processioni considerata la sua pinguedine. Riconoscimenti e concessioni non valsero comunque a trattenerlo quando gli si presentò l’occasione di tornare in patria: il 14 dicembre 1711, infatti, partì da Udine e tre giorni dopo, «stante la sua notoria abilità e suficenza» (Mantese, 1956, p. 112), fu eletto maestro di cappella nella cattedrale di Vicenza. A questo incarico affiancò – alla stregua di alcuni dei suoi predecessori – quello di maestro delle musiche di S. Corona, esercitandoli fino alla morte.
Morì nell’autunno 1725 (come risulta dalla nomina di un successore nella cappellania e nel ruolo di maestro di cappella tra il 15 e il 20 dicembre; ibid., p. 114).
Della produzione musicale di Orgiani per il teatro, che fu prevalente, non rimane che un’aria, Soccorete il mio martire, per soprano e basso continuo (Berlino, Sing-Akademie, Archiv, 1274, 1). Perdute sono le musiche del dramma per musica Le gare dell’Inganno e dell’Amore, attribuito a Paolo Emilio Badi (Venezia, teatro di S. Moisè, carnevale 1689); le arie nuove nel dramma Il tiranno deluso (Vicenza, teatro Nuovo di Piazza, 1691, revisione del Roderico di Giovan Battista Bottalino dato a Brescia e a Pavia nel 1684); le diverse versioni di un dramma sul soggetto tassesco dell’Armida (attribuito a Girolamo Collatelli nell’edizione del 1703), presentate sotto vari titoli in diversi teatri della Terraferma e della Serenissima: nell’ordine Li amori e incanti d’Armida con Rinaldo (Treviso, S. Margherita, autunno 1698), Li avenimenti di Rinaldo con Armida (Udine, teatro Mantica, 18 dicembre 1698), La maga trionfante (Este, teatro Nuovo, 1° ottobre 1700), L’onor al cimento (Venezia, S. Fantin, carnevale 1703), La fedeltà nell’amore (Vicenza, Nuovo, 1707), Le vicende d’amore (Brescia, 1707; ricordata solo da Guerrini, 1934) e Armida regina di Damasco (Verona, teatro dei Temperati, autunno 1711); infine l’Euridice di Domenico Lalli (Padova, teatro Obizzi, 1712). Perdute sono anche le musiche delle Cantate per l’academia fatta al merito dell’illustriss. & eccellentiss. Sig. Lazaro Foscarini luogotenente generale della Patria del Friuli dalle pubbliche scuole della città di Udine ... (Udine 1706), delle quali sopravvive il testo.
Sono pervenute, tuttora inedite, sei composizioni sacre manoscritte, le prime due nello Škofijski arhiv di Capodistria (Koper) e le altre nella Biblioteca capitolare di Vicenza: Kyrie a 4 voci, archi e organo; Victoria. Festus promite, per tenore, basso e 2 violini ad lib. («Per qualsivoglia Santo o Santa»; autografo datato 5 luglio 1683, con sinfonia d’introduzione e ritornelli strumentali in stile veneziano); Admirabilis est nomen tuum, a 3 voci, violone e basso continuo (per un santo per ogni tempo); Te gloriosus apostolorum chorus, a 3 voci, violone e basso continuo (destinato alle feste di tutti i santi, degli apostoli e della Trinità; autografo datato 1722); Exaltate regem regum, a 3 voci e organo (per l’Ascensione); Jesus decus Angelicum, a 4 voci, violone e basso continuo (per ogni tempo). Si conserva pure una Fuga per organo in Re minore (Roma, collezione privata Giancarlo Rostirolla).
Fonti e Bibl.: Udine, Archivi storici dell’arcidiocesi, Archivio capitolare di Aquileia, Acta capituli Aquileiensis, 35, cc. 215r-218v, 226v, 230r, 238v, 241v, 250r-v, 255v, 257v, 258r-v, 269v, 271r, 274r, 280r-v; Ibid., 36, c. 112r; Archivio del capitolo di Udine, Acta capituli Utinensis, 23, cc. 288r-v, 289r-v, 291v; 24, cc. 2v-3, 94r; 25, cc. 25r-v, 112r, 162; Archivio della curia arcivescovile, Acta curiae, 564, reg. IV, c. 31v; Archivio dell’Ospedale di S. Maria della Misericordia, Verbali del Consiglio dell’Ospedale, 11 (ex 300), c. 170; Ibid., Biblioteca civica, Comunale Antico, Annales civitatis Utini, XCIII, cc. 32r-v, 110r, 184v; XCIV, XCV, XCVI, XCVII, XCVIII, XCIX, passim; Acta publica civitatis Utini, LXVII, c. 114v et al.; D. XII, c. 242r; P. Guerrini, Per la storia della musica a Brescia, in Note d’archivio per la storia musicale, XI (1934), p. 26; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, Cuneo 1993, p. 422; G. Vale, La cappella musicale del duomo di Udine, in Note d’archivio per la storia musicale, VII (1930), pp. 143-146, 158; Id., Vita musicale nella chiesa metropolitana di Aquileia (343-1751), ibid., IX (1932), pp. 215 s.; G. Mantese, Storia musicale vicentina, Vicenza 1956, pp. 111-114; V. Bolcato - A. Zanotelli, Il fondo musicale dell’Archivio capitolare del duomo di Vicenza, Torino 1986, pp. 268 s.; N. Saccomano, Con sempre assidua applicatione, e fatica. Musicisti nel duomo di Udine in età barocca, tesi di laurea, Università degli Studi di Udine, a.a. 2004-2005, passim, in particolare: I, pp. 17 s., 24, 30, 35 s., 38, 41-43; M. Calcagno, Fonti, ricezione e ruolo della committenza nell’«Eliogabalo» musicato da F. Cavalli, G.A. Boretti e T. Orgiani (1667-1687), in Francesco Cavalli: la circolazione dell’opera veneziana nel Seicento, a cura di D. Fabris, Napoli 2005, pp. 77-100; Annali dell’Illustrissima Academia degli Sventati della Città di Udine 1674-1705, Udine 2006, p. 207; E. Selfridge-Field, A new chronology of Venetian opera and related genres, 1660-1760, Stanford 2007, ad ind.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, V (1988), p. 459; The new Grove dictionary of Opera, III, pp. 752; I. Alm, Catalog of Venetian librettos at the University of California, Los Angeles, Berkeley 1993, ad ind.; The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, p. 696; Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, II: L’età veneta, a cura di C. Scalon - U. Rozzo, Udine 2009, pp. 1853 s.