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TEOFILO di Antiochia

Enciclopedia Italiana (1937)
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TEOFILO di Antiochia


Fiorì sul declinare del sec. II; originario della Siria e fornito di vasta cultura, divenne cristiano in età già matura, e vescovo di Antiochia verso il 170. Da Eusebio (Hist. eccl., IV, 24) e da S. Girolamo (De viris illustr., 25) apprendiamo che T. scrisse molto: confutazione di Marcione ed Ermogene, commenti ai Proverbî e ai Vangeli (questi probabilmente in forma di Diatessaron, secondo Girol., epist. 121, Ad Algasiam); ad altre sue opere di vario genere rimanda egli stesso (Ad Autol., II, 28, 30, 31). A noi sono giunti soltanto i 3 libri Ad Autolycum, composti dopo il 180.

I tre libri hanno scarso collegamento fra loro; indirizzati ad Autolico, un pagano amico di T. che aveva rivolto a costui domande sprezzanti circa il cristianesimo, sono in sostanza un'apologia del cristianesimo riguardo alle questioni allora più dibattute contro il paganesimo, quali il monoteismo, la cognizione di Dio, i miti pagani, ecc. Alla domanda di Autolico, dove sia il Dio dei cristiani, T. risponde invitando l'amico a mostrargli prima in sé stesso l'uomo perfetto, la cui anima abbia occhi per vedere e il cui cuore orecchi per udire, e allora T. gli mostrerà il Dio dei cristiani: sennonché questi sensi spirituali sono infettati dal peccato (Ad Autol., I, 1-2). I miti pagani sono vane finzioni, mentre l'origine e le vicende dell'umanità sono quelle narrate fedelmente dalla Bibbia, giacché Mosè è anteriore di circa 1000 anni alla guerra di Troia. T. è il primo a impiegare il termine "trinità" (τριάς) applicato alle tre persone divine, che sono "Dio, il Logos di lui, e la Sapienza di lui" (Ad Autol., II, 15); egli distingue anche fra il Logos ἐνδριάϑετος (in relazione al Padre) e il Logos προϕορικός (in relazione alle cose create). La catena di scolî ai Vangeli pubblicati col nome di T. da M. de la Bigne (Bibliotheca SS. Patrum, V, Parigi 1576, pp. 169-196) non proviene da T.

Bibl.: Per le edizioni e studî, v. apologetica, III, p. 693.

Vedi anche
santo Giovanni Crisòstomo Giovanni Crisòstomo (gr. Χρυσόστομος "bocca d'oro"), santo. - Padre della Chiesa, il più celebre degli oratori sacri (Antiochia fra il 344 e il 354 - Comana, Cappadocia, 407). Educato con gran cura presso il retore Libanio e nella religione cristiana dal vescovo Melezio e da Diodoro di Tarso, condusse ... santo Tito Tito (gr. Τίτος), santo. - Discepolo di s. Paolo, greco, figlio di genitori pagani; sembra che fosse battezzato dallo stesso Paolo, che si oppose a che fosse circonciso come pretendevano alcuni giudei di Gerusalemme allorché egli (49 circa) accompagnò Paolo e Barnaba nella città santa; ciò a significare ... santo Sirìcio papa Sirìcio papa (lat. Siricius, gr. Σιρίκιος), santo. - Romano (m. Roma 399); successe a Damaso (384), invano ostacolato dall'avversario di Damaso, Ursino. Affermò la supremazia del vescovo di Roma su tutto l'Occidente e tenne un concilio (386), curando poi l'applicazione delle norme presso tutti i vescovi ... Atti degli Apostoli Il quinto libro del Nuovo Testamento, dopo i Vangeli. Dopo la dedica a Teofilo e il racconto dell’ascensione di Cristo, narra la vita della Chiesa di Gerusalemme (capitoli 1-5), le prime missioni (6-12), la vita della Chiesa di Antiochia e la missione di Barnaba e Paolo (13-14), il Concilio di Gerusalemme ...
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    Vescovo (sec. 2º) di Antiochia (169). Delle molte sue opere, ci sono rimasti solo tre libri Ad Autolycum, di carattere apologetico; l'opera, lucido e fedele specchio delle dottrine antiochene, è importante soprattutto per la dottrina trinitaria (vi compare per la prima volta il termine trinità); T. ...
Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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