TEOFANE Cerameo (Θεοϕάξης ὁ κεραμεύς)
Sotto il nome di T. C. fu pubblicata nel 1644 a Parigi la più estesa collezione bizantina di omilie (v. anche Migne, Patroi. Graeca, CXXXIII, coll. 136-1077, e l'edizione di G. Palama, Gerusalemme 1860) per le domeniche e feste dell'anno; l'editore, Fr. Scorso, credette T. arcivescovo di Tauromenio (Taormina) del sec. IX. Ma Taormina non possedeva allora vescovado: e la tradizione manoscritta molto complicata porta diversi nomi di C. (Teofane, Giovanni, Filippo, Gregorio, Giorgio, Niceforo) e anche quello di Giovanni Filagato, monaco e filosofo, discepolo di S. Bartolomeo di Simeri. In altre vi sono allusioni a fatti posteriori, ad es., nell'amilia 55, tenuta alla presenza di re Ruggiero (1129-1152), ov'è descritta la cappella palatina di Palermo con i famosi musaici. A risolvere l'intricata questione su autore, età e tradizione di questa raccolta, interessante per gli accenni alle circostanze e ai luoghi in cui furono recitate le prediche (Reggio di Calabria, Messina, Taormina, Rossano) e per il merito intrinseco (di qui la sua diffusione anche in Oriente), attende da tempo Adalberto Ehrhard.
Bibl.: M. Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, I, Firenze 1863, pp. 487-496, 2a ediz. Catania 1933, pp. 631-639; Lancia di Brolo, Storia della Chiesa in Sicilia, II, Palermo 1884, pp. 459-492; K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Literatur, 2a ed., Monaco 1897.