TEODORO Studita (Θεόδωρος ὁ Στουδίτες)
Monaco, nato a Costantinopoli nel 759, fratello di Giuseppe l'innografo e nipote dell'egumeno san Platone. Si ritirò fin da giovane nella sua proprietà di Saccoudion ai fianchi del monte Olimpo in Bitinia, dove la sua autorità spirituale gli procurò gran fama e numerosi seguaci. Essendosi opposto al ripudio che Costantino VI fece della legittima moglie Maria per impalmare Teodota, fu esiliato a Salonicco donde uscì alla morte del monarca. Trasferitosi in seguito a Costantinopoli per fuggire all'incursione araba, ebbe dall'imperatrice Irene assegnato il monastero di Studion, che egli ampliò e riformò facendone un modello di vita monastica (v. studiti). Un nuovo esilio ebbe a soffrire sotto Niceforo, e un terzo sotto Leone l'Armeno, quando infierì la lotta. iconoclasta. Ma cessata questa alla morte di Leone (820), Teodoro riebbe la libertà e poté morire in pace nella sua cara solitudine del monte Olimpo l'11 novembre 826. Le sue ceneri furono trasportate al monastero di Studion nell'844.
Oltre a poesie sacre giovanili in metro giambico, di scarso valore poetico, T. scrisse trattati polemici contro gli iconoclasti, Catechesi dirette ai suoi discepoli, 278 lettere, Descrizione e Costituzione del monastero di Studion. Tutti questi scritti occupano il vol. XCIX della Patrologia Greca.
Bibl.: Marin, Saint Théodore, Parigi 1906 (trad. ital., Roma 1908).