PRODROMO, Teodoro (Πρόδρομος)
Poligrafo bizantino, nato a Costantinopoli circa l'anno 1098. Discepolo di Michele Italico, visse in gravi strettezze finanziarie da cui non valsero a liberarlo le poesie e le prose, con cui sollecitava il soccorso degl'imperatori Giovanni e Manuele Comneno e di altri, a personaggi influenti, come il giurista Alessio Aristeno. Per qualche tempo insegnò nella scuola presso i SS. Pietro e Paolo: nell'annesso ricovero, afflitto da malattia cronica, trascorse gli ultimi anni.
Ebbe ammiratori appassionati, come Niceta Eugeniano che compose ampollose monodie in morte del maestro, ma anche nemici, come un certo Varys, che lo tacciò di eresia: ribatté l'accusa con una virulenta invettiva in giambi. Però sulla persona del P. i critici sono discordi, e specie per l'attribuzione delle poesie in greco volgare. Chi distingue due autori, chi persino tre (Prodromo, Ptochoprodromo, ossia P. mendicante e Ilarione Ptochoprodromo): la questione potrà essere definita, quando sarà stata pubblicata e vagliata criticamente l'intera produzione letteraria, che nei manoscritti va sotto il nome di P., e comprende i generi più svariati in prosa e in poesia, in lingua classicheggiante e in volgare. Ricordiamo il prolisso e tedioso romanzo Gli amori di Rodante e Dosicle in trimetri giambici; un poemetto astrologico, la Catomyomachia (Battaglia dei topi e del gatto) a imitazione della Batracomiomachia; 'Απόδημος ϕιλία (Amicizia in esilio), Versi sui dodici mesi con precetti dietetici e meteorologici; una sinossi dei libri del Vecchio e Nuovo Testamento in tetrastici eroicoelegiaci e giambici; i dialoghi Amaranto o gli amori di un vecchio e la Vita all'incanto di poeti e uomini politici, felice imitazione di Luciano. Singolare importanza storica rivestono le prose e poesie di occasione, in cui celebra non solo le spedizioni militari di Giovanni Comneno (1118-1143), ma anche i diversi eventi lieti e tristi di tutta la famiglia Comnena. È grande merito del P. di avere introdotto nella letteratura il volgare parlato.
Edizioni: Migne, Patr. Graeca, CXXXIII, coll. 1003-1424. Il romanzo in Hercher, Scriptores erotici Graeci, II (Lipsia 1859), 287-434. La Catomyomachia, a cura di R. Hercher, Lipsia 1873; l'Amicitia exulans a cura di F. Dübner in Euripidis fragmenta, Parigi 1846, pp. 71-97; L. Sternbach, Spicilegium Prodromeum, Dissert. philol. Acad. Cracov., 39 (1904), 339-369. Per il componimento scolastico Σχέδη μυός, v. C. Horna, Analekten zur byzant. Literatur, Vienna 1905 e Studi Bizantini II (1927), 13-17. E. Kurz, Unedierte Texte, in Byzant. Zeitschrift, XVI (1908), 69-119. A. Maiuri, Anecdota Prodromea, in Rendic. Accad. Lincei, Scienze morali, S. 5, XVII (1908), 518-554; D. C. Hesseling e H. Pernot, Poèmes Prodromiques en grec vulgaire, Amsterdam 1910; A. Maiuri, Una nuova poesia volgare di T. P., in Byzant. Zeitschrift, XXIII (1920), 397-407. Poesie di T. P. e due monodie di Niceta Eugeniano in morte del primo, in Studi Bizant. e Neoellen., IV (1935), 218-236.
Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der byzant. Litteratur, 2, ed. Monaco 1897, pp. 749-760, 804-806; S. P. Papadimitriu, T. P. (in russo), Odessa 1905 e la critica di E. Kurz, in Byzant. Zeitschrift, XVI (1907), pp. 289-300; Ch. Diehl, Figurs byzantines, s., 2ª, Parigi 1908, pp. 134-163; A. Maiuri, Un poeta mimografo bizantino, in Atene e Roma, 1910, pp. 17-26; H. Pernot, Les poèmes Prodromiques, Études de littérature grecque moderne, Parigi 1916.