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BONATI, Teodoro Massimo

di Enzo Pozzato - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BONATI, Teodoro Massimo

Enzo Pozzato

Nacque a Bondeno (Ferrara), l'8 nov. 1724. A sedici anni il B. andò a Ferrara per seguirvi gli studi di filosofia e medicina; nel 1746 venne iscritto al Collegio medico della città. Dopo aver esercitato per breve tempo la professione medica, nel 1748 gli fu offerto dal marchese Guido Bentivoglio il posto di medico di famiglia, il che permise al B. di dedicarsi allo studio della matematica, della fisica e dell'idraulica, avendo a maestri G. Agnesi, R. Bertaglia ed il Malfatti.

Già da un secolo e mezzo era in corso un'aspra contesa tra le province di Ferrara e di Bologna per l'immissione delle acque del Reno nel Po, immissione che i Bolognesi, in contrasto con i Ferraresi, volevano realizzare. Nel 1759 il B., assieme al Bertaglia, si recò a Roma per sostenere con valide ragioni scientifiche la tesi ferrarese e per studiare inoltre la possibilità di bonificare le paludi pontine. A seguito di tale visita, nel 1760, venne ordinato da Clemente XIII e dal cardinale Conti un sopralluogo per cercare di dirimere la secolare contesa. La capacità e le cognizioni tecniche dimostrate dal B. furono tali che in seguito non si iniziò nessun lavoro di qualche importanza e non si discusse nessuna questione relativa a fiumi tra le due province senza che egli venisse interpellato dai pontefici; così negli anni 1764 e 1765 fu nuovamente a Roma quale perito per risolvere analoghe questioni. In quegli anni inoltre dimostrò, tramite analisi su modelli, che la teoria dell'olandese Gennété era falsa e che non era assolutamente vero che "due fiumi aggiunti ad un altro in tempo di piena non facciano in questo alcuno accrescimento sensibile di altezza, e che un fiume pieno, se si divide in uno o due rami, non si abbassi sensibilmente di superficie". Si può dire che questo sia storicamente il primo caso di indagine idraulica su modelli, metodo che ancor oggi viene usato con il più grande successo. Nel 1766 dimostrò nuovamente con nuovo apparato sperimentale l'infondatezza della teoria del Gennété e l'esattezza della legge formulata dal padre Castelli: "Le altezze d'acqua in una corrente sono come le radici quadrate della quantità di fluido che scorre pel fiume".

Il 25 nov. 1763 il B. venne nominato consultore della Congregazione dei lavorieri succedendo al matematico Bertaglia. In virtù di tale carica sovraintese ad affari rilevantissimi ed a costruzioni idrauliche di importanza notevolissima. Nel 1772 venne nominato professore di meccanica e di idraulica nell'ateneo ferrarese e nello stesso anno, per commissione sovrana, si recò a Parma per effettuare un sopralluogo sul corso del torrente Tidone.

Nel 1777 compose a Ravenna una questione fra i Ravennati e la casa Rusponi avente per oggetto la Valle Furlana. Il principe di Piombino lo chiamò nel 1779 per sistemare i confini del suo stato con la Toscana e lo elogiò altamente ad incarico compiuto. Il papa Pio VI volle il parere del B. in merito ad una controversia sorta fra i Temani ed i Reatini in merito alle cascate del Velino e fu seguito il suo consiglio. Nel 1787 il cardinale legato di Urbino chiese il parere del B. sul porto di Senigallia. Anche il duca di Modena Ercole III lo consultò nel 1792 per deviare il corso del fiume Panaro.

Grande merito del B. fu l'ideazione dell'"asta idrometrica" che costituisce il coronamento delle sue esperienze. A proposito dell'idrometria scrisse egli infatti: "La forza intrinseca della gravità che anima ogni particella di fluido si congiunge con la forza estrinseca generata dalla pressione delle circostanti colonne a produrre il mirabile effetto del movimento del fluido, effetto che si potrebbe sommettere al calcolo più rigoroso se alterato non fosse dalle resistenze delle sponde e del fondo dei fiumi; perlocché la scala delle velocità, che sarebbe nella ipotesi dell'Autore una curva facilmente determinabile, perché si conoscerebbero gli elementi richiesti a descriverla, riesce assai diversa". Ecco quindi sorgere veramente la scienza idraulica con la implicita possibilità di determinare con il calcolo le portate e con le prime anticipazioni sulle resistenze al moto dei fiumi per il cui calcolo tanto si sarebbero affaticati gli idraulici successivi. Il B. non solo ideò lo strumento più sopra ricordato per la misura delle portate; ma dimostrò anche, contro l'opinione del matematico p. B. Ferrari, la superiorità del suo strumento sul pendolo idrometrico del Ferrari.

Nel 1797 fu eletto dal popolo membro del corpo dei Juniori della Repubblica cispadana ed in qualità di anziano presiedette in Bologna la seduta di detto corpo. In data 19 ott. 1804, su decreto del vicepresidente della Repubblica italiana, fu nominato professore della scuola speciale di idraulica; il 31 ott. 1809 fu giubilato.

Nel 1802 era stata formata una commissione per prendere di nuovo in esame la questione dell'immissione delle acque del Reno nel Po; della commissione vennero chiamati a far parte i più insigni idraulici del tempo, tra cui naturalmente il Bonati. Questa volta tuttavia i suoi sforzi risultarono vani: il 25 giugno 1805 Napoleone emise il decreto imperiale relativo alla immissione delle acque del Reno nel Po.

Oltre alla notevole attività nel campo dell'idraulica, il B. fu particolarmente attivo nel campo delle matematiche; così è, in particolare, da ricordarsi la memoria Natura delle radici delleequazioni letterali di 5º grado,e di 6º, e nuovo metodo per le radiciprossime delle equazioni numerichedi qualunque grado; quando il B. pubblicò questa memoria non era ancora stato dimostrato il teorema di Lagrange e Ruffini che dichiara l'impossibilità di risolvere equazioni algebriche determinate di grado superiore al quarto; tuttavia il B., intravedendo le enormi difficoltà di giungere alla soluzione generale delle equazioni suddette, limitò le sue ricerche alla determinazione della natura delle radici delle equazioni di 5º e 6º grado e ciò egli fece valendosi delle parabole. È interessante rilevare che le formule da lui trovate concordano perfettamente con quelle ricavate per via diversa dal Newton, dal Taylor e da Eulero. Individuò inoltre ed espose un metodo atto a trovare soluzioni soddisfacenti di tali equazioni: esso consiste essenzialmente nel prendere come primo limite di una radice qualunque una ascissa della curva determinata allo scopo.

È anche da ricordare la confutazione, da parte del B., delle teorie del francese Bernard sulla foronomia. Allo scopo ideò un apparato atto ad introdurre in un vaso dell'acqua animata da una predeterminata velocità iniziale, tentativo fallito a precedenti sperimentatori. A seguito delle esperienze egli stabilì che: "Può da un foro praticato nel fondo di un vaso mantenuto costantemente pieno di fluido ad una data altezza sortir esso con una velocità sensibilmente maggiore di quella di un grave da pari altezza liberamente caduto".

Il 17 febbr. 1818 il cardinale Arezzo, legato di Ferrara, nominò il B. consultore per i lavori idraulici provinciali. Il B. morì il 2 gennaio 1820.

Fu membro della Società italiana delle scienze, e nel 1812 venne aggregato al ruolo degli accademici pensionati dell'Istituto stesso; ebbe le insegne di cavaliere della Legion d'Onore e della Corona di ferro, fu ispettore onorario generale d'acque e strade nel 1806, iscritto all'Accademia di scienze e belle lettere di Orciano nel 1815, nominato accademico onorario dell'Accademia Ariostea di Ferrara nel 1819.

Tra le sue opere citiamo: Memoriale idrometrico alla SacraCongregazione delle acque per la città e ducato di Ferrara, Roma 1765, in folio; Risposta idrometrica alla Sacra Congregazionedelle acque, Roma 1765, in folio; Annotazioni alla risposta del sig.Marescotti alla Sacra Congregazione delle acque perl'illustrissima città di Ferrara, Roma 1765, in folio; Progetto di divertire le acque di Burana in Poalla Stellata, Ferrara 1770, in folio; Saggio soprauna nuova teoria del movimento delle acquepei fiumi inserita nellatraduzione dell'Idrodinamica di Bossut, Pavia 1785; Della bonificazione di Zelo, s.n.t.; Nuova curva isocrona, Ferrara 1807; Esperienze in confutazione del sig. Gennété intorno al corsode' fiumi, in Raccolta d'Autori d'acque, VI, Parma 1766; Della velocità dell'acqua per un foro nel fondo di un vaso che abbia uno opiù diaframmi..., e del soffio che si procura nelle fornaci di alcuneferriere col mezzo dell'acqua, in Memorie d. Soc. Ital. d. scienze, mem. fisiche, V (1790), pp. 501-524; Delle aste ritrometriche,e diun nuovo pendoloper trovare la scala delle velocità di un'acquacorrente,ibid., VIII, (1799), 2 pp. 435-44; Natura delle radici delle equazioni letterali di5º grado,e di 6º,e nuovo metodo per leradici prossime delle equazioninumeriche di qualunque grado,ibid., pp. 231-272; Lettera Costabili sull'affare del Reno, Ferrara 1803; Alcune riflessioni critiche su i nuoviprincipj d'idraulica del sig.Bernard, in Memorie d. Soc. Ital. d. scienze, mem. fisiche, XV (1811), 1, pp. 226-253; Sperienze ed osservazioni potamologiche,ibid., XI (1804), pp. 680-682.

Bibl.: G. M. Felisi, Elogio del cav. T. B., Ferrara 1820; L. N. Cittadella, Notizie relative aFerrara, I, 1864, pp. 104 s., 109, 535; A. Lombardi, Elogio storico del cav. T. B., in Memorie dellaSocietà ital. delle scienze, XIX (1825), 2, pp. 172-190; G. M. Bozoli, Studi biografici, Milano 1843, IV, n. 4.

Vedi anche
Ferrara Comune dell’Emilia-Romagna (404,3 km2 con 133.591 ab. nel 2008) e capoluogo di provincia. È situata a circa 4 km a S del Po (lungo il quale è ubicato il centro satellite di Pontelagoscuro). ● Il nucleo originario dovette sorgere, in epoca bizantina, sulla sponda sinistra del Po di Volano, che, regolarizzato ... Pavia Comune della Lombardia (63,1 km2 con 70.207 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata a 77 m s.l.m. sulla sinistra del fiume Ticino, a 6 km dalla sua confluenza nel Po. ● La pianta della città, di forma trapezoidale, rivela nel nucleo più centrale il caratteristico schema dell’oppidum romano. ... Modena Comune dell’Emilia-Romagna (182,74 km2 con 179.937 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Sorge nell’area dove si congiungono i conoidi dei fiumi Panaro e Secchia, nella Padania, quasi ai piedi del versante settentrionale dell’Appennino, lungo la direttrice della Via Emilia. È uno dei maggiori centri ... Parma Comune dell’Emilia-Romagna (260,8 km2 con 178.718 ab. nel 2008, detti Parmigiani e meno comunemente Parmensi) capoluogo di provincia. La città, tagliata da E a O dalla Via Emilia e da S a N dal torrente Parma, sorge nella pianura uniforme. La parte della città posta alla destra del torrente è detta P. ...
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    Cultore di idraulica (Bondeno 1724 - Ferrara 1820); insegnò all'univ. di Ferrara e, applicando tra i primi il metodo dell'indagine su modelli, riuscì a riprodurre, in un canaletto sperimentale, i fenomeni di trascinamento fluviale nell'alveo di un diversivo dell'Adige.
Vocabolario
màssimo
massimo màssimo agg. e s. m. [dal lat. maxĭmus, superl. di magnus «grande»]. – Grandissimo, il più grande. Funge da superlativo di grande (come il lat. maxĭmus rispetto a magnus) e si contrappone direttamente a minimo. 1. a. Si usa, quasi...
mini-màssimo
mini-massimo mini-màssimo (o mìnimo-màssimo) s. m. – In calcoli matematici, il minimo tra i massimi (comunem. abbreviato in minimax); per es., su una sella tra due vallate, il punto di minima quota tra i punti di massima quota di tutti...
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