BONACCI, Teodorico
Nacque a Iesi il 30 giugno 1838. Laureatosi in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato in campo civile e commerciale. Dedicatosi alla vita politica, venne eletto deputato di Iesi per la XIII legislatura, entrando alla Camera tra le file della sinistra costituzionale (1876).
I suoi interessi di parlamentare, riguardanti soprattutto la politica interna e i problemi della giustizia, si manifestarono con interventi, nei quali, prendendo lo spunto da avvenimenti locali del collegio rappresentato, risaliva alle questioni di importanza nazionale nel quadro di un liberalismo progressista, lealmente fedele alla monarchia.
Nel settembre 1879 fu chiamato a far parte del secondo ministero Cairoli, come segretario al dicastero dell'Interno, retto da T. Villa. Nel successivo novembre, quando si formò il terzo ministero Cairoli, caratterizzato dal connubio con Depretis, conservò il medesimo posto sotto quest'ultimo, subentrato al Villa come ministro dell'Interno. Nel 1880 fu eletto, sempre a Iesi, deputato per la XIV e nel 1882, nel collegio unico della provincia di Ancona, per la XV legislatura, durante la quale prese posizione contro il Depretis, a favore'della "pentarchia". Con Crispi e Nicotera, esponenti di tale gruppo, presentò nel 1884 una proposta per l'allargamento del suffragio amministrativo e l'elettività dei sindaci; così pure, alla fine del 1885, seguì l'orientamento crispino contro la perequazione fondiaria, voluta dal Depretis. Nel gennaio 1886 fu eletto membro della commissione di sorveglianza sull'asse ecclesiastico, ma l'anno successivo restò fuori della Camera, non essendo stato rieletto per la XVI legislatura; poté tornarvi nel 1888, subentrando all'on. Bosdari, dimessosi da deputato di Ancona, e intervenne quindi, con idee chiare e competenza, nella discussione sul nuovo codice penale. Durante la XVII legislatura, per la quale fu eletto ad Ancona, nel 1890, entrò a far parte del primo governo Giolitti, costituito il 15 maggio 1892, in qualità di ministro di Grazia e giustizia e dei Culti. I fatti salienti della sua presenza in tale dicastero furono la presentazione del disegno di legge per la precedenza obbligatoria del matrimonio civile al religioso e i rapporti con la magistratura nelle delicate circostanze dello scandalo della Banca Romana.
Presentato da lui stesso alla Camera dei deputati la prima volta il 17 dicembre 1892, la seconda il 28 febbr. 1893 e ancora, dal suo sottosegretario E. Gianturco, il 13 giugno 1893, il disegno di legge sulla precedenza del matrimonio civile destò l'opposizione dei cattolici e un intervento dello stesso Leone XIII in data 8 febbr. 1893, senza peraltro conseguire miglior esito dei precedenti tentativi in materia, fatti nel 1873 e nel 1878. Quanto alla seconda questione, gli oppositori del governo Giolitti sospettarono ingerenze dell'esecutivo nell'attività dell'autorità giudiziaria, in seguito a movimenti e sostituzioni di magistrati, avvenuti nei primi giorni dell'istruttoria sulla Banca Romana; le preoccupazioni al riguardo crebbero quando si seppe di una riunione tenuta a palazzo Braschi, il 18 genn. 1893, tra il capo del governo, il B. ed alti esponenti della magistratura, e contribuirono a determinare una serie di attacchi al suo operato in sede di discussione sul bilancio di Grazia e giustizia, che venne respinto il 19 maggio con 138 voti contro 133 favorevoli. In conseguenza della mancata approvazione del bilancio, fatto nuovo nella storia del parlamento italiano, il B. si dimise, seguito dall'intero gabinetto. Ma il re accettava soltanto le dimissioni del ministro di Grazia e giustizia, che fu sostituito da L. Eula, quantunque l'opposizione avesse insistito sulla natura politica del voto contrario, che aveva inteso colpire, al di là del B., lo stesso Giolitti.
Nel novembre 1892 era stato frattanto eletto nel collegio di Iesi per la XVIII legislatura, ed il 12 giugno 1895, rientrato alla Camera per la XIX, ancora rappresentante di Iesi, ne fu eletto vicepresidente. Per la XIX legislatura, fu eletto a Sora nel 1897. Il 4 marzo 1904, fu nominato senatore per la III categoria.
Il B. morì in Roma il 13 genn. 1905.
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