tennis
Duelli in cui si incrociano le racchette
Il tennis è il più conosciuto tra i cosiddetti giochi di rimando, quelli in cui si colpisce una palla con una racchetta per rimandarla da un giocatore all’altro. È un gioco decisamente individuale ma i due tornei a squadre nazionali, la Coppa Davis (maschile) e la Federation Cup (femminile), sono un appuntamento importante nel calendario internazionale
Secondo la teoria più accreditata, il tennis è stato ideato dal maggiore Walter Clopton Wingfield che nel 1873 riprese molte delle regole del real tennis, la denominazione inglese della courte paume, un gioco molto diffuso in Francia nel Settecento; infatti, il Giuramento della pallacorda (Serment du jeu de paume), che segna l’inizio della Rivoluzione Francese, prende il nome proprio dalla palestra dedicata alla paume.
L’origine francese spiega alcune particolarità del gioco. Anzitutto il nome tennis deriva dal francese antico tenes («tenete»), la chiamata con la quale il giocatore di paume indicava che era pronto a servire la palla. E il francese anglicizzato spiega anche il punteggio, apparentemente stravagante: love (zero) viene da l’œuf, l’uovo, la cui forma ricorda lo zero, appunto, mentre deuce (quaranta pari) viene da à deux le jeu, gioco ai due giocatori.
Le regole sono state definitivamente stabilite nel 1877, in occasione del primo campionato di Wimbledon in Gran Bretagna e successivamente a livello internazionale nel 1913 con l’istituzione della federazione internazionale, International lawn tennis federation (iltf; International tennis federation, ITF, dal 1977). Il tennis, presente ai primi Giochi olimpici (Olimpiadi) di Atene, è stato insieme al golf la prima specialità femminile inserita nel programma olimpico (Parigi, 1900).
Una partita di tennis oppone due (singolo) o quattro (doppio) giocatori su un campo di 8,23 x 23,77 m o di 10,97 x 23,77 m, rispettivamente, diviso a metà da una rete alta 91 cm. Si tratta di rilanciare la palla alternativamente con una racchetta fino all’errore di uno dei giocatori che non riesce a riprendere la palla prima del secondo rimbalzo, oppure che la manda contro la rete o fuori dal campo.
Una delle particolarità del tennis è che il regolamento non stabilisce la durata della partita, come avviene negli sport di squadra. La partita è suddivisa in set e game; un game si vince con 4 punti (15, 30, 40, game) e almeno 2 punti di vantaggio sull’avversario; il set si vince con 6 game e almeno 2 game di vantaggio. Nei tornei internazionali maschili, dove si gioca al meglio di 5 set, una partita combattuta può durare diverse ore. Così, oltre a saper mantenere la concentrazione anche per un tempo così lungo, i giocatori devono dar prova di una ottima condizione fisica. Spesso però, nel quinto set, è l’esperienza che permette ai giocatori più anziani di aver ragione di quelli più giovani.
I quattro tornei storici, Wimbledon (Londra, dal 1877), US Open (Flushing Meadows, New York, dal 1881), Roland Garros (Parigi, dal 1891) e Australian Open (Melbourne, dal 1905), sono detti tornei del Grand Slam, termine mutuato dal bridge, che si usa per descrive l’impresa di un o una tennista che riesce a vincere questi quattro tornei nello stesso anno. L’ultimo Grand Slam maschile è stato quello dell’australiano Rod Laver nel 1969; quello femminile è di Steffi Graf (1988), che nello stesso anno vinse anche l’oro olimpico. Molto seguiti dal pubblico anche i tornei del circuito atp (maschile) e wta (femminile) organizzati rispettivamente dall’Association of Tennis professionals e dalla Women’s tennis association, i due organismi creati negli anni Settanta per tutelare gli interessi dei giocatori professionisti. Quelli menzionati sono tornei individuali, mentre la Coppa Davis è un torneo a squadre nazionali, istituito nel 1900 come sfida tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Il torneo a squadre femminile, la Federation Cup, si disputa dal 1963.
John McEnroe, tennista statunitense, è stato il protagonista assoluto del circuito internazionale dal 1979 al 1992. Famoso per l’eleganza del gioco, gli scatti d’ira rivolti agli arbitri e al pubblico, è stato apprezzato anche per l’evidente piacere di giocare, non comune tra i giocatori professionisti. Nel 2006, all’età di 47 anni e a tredici anni dal suo ritiro, McEnroe è tornato nel circuito ATP e ha vinto il doppio del torneo di San José in California in coppia con lo svedese Jonas Bjorkman.