TENG HSIAO-P'ING
(Deng Xiaoping)
(App. IV, III, p. 611)
Uomo politico cinese. È stato l'artefice di quella che dal suo nome è stata definita ''l'era di Deng'', successiva alla scomparsa di Mao Zedong, all'estromissione della cosiddetta ''banda dei Quattro'' e alla rimozione dalla carica del successore di Mao, Hua Guofeng. Nel 1978 ebbero termine le campagne di massa, eccessivamente ideologizzate, e al 3° plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese fu annunciato l'avvio della costruzione di un moderno socialismo indirizzato a uno sviluppo economico aperto. Nel giugno 1981 il 6° plenum del partito riconosceva apertamente meriti e demeriti dello scomparso presidente Mao e rimuoveva dalla carica di guida del partito Hua Guofeng; il posto era affidato a Hu Yaobang, mentre Deng diveniva presidente della Commissione militare centrale del partito, posto dal quale tenne di fatto la guida del partito stesso. L'anno successivo (1982) lanciò la sua politica di ''rivoluzione, svecchiamento, intellettualizzazione e professionalizzazione'' del partito, campagna rivolta contro i vecchi quadri, accusati di burocraticismo, con lo scopo di privilegiare lo sviluppo economico del paese rispetto alle questioni puramente ideologiche.
Al 13° Congresso del Partito comunista cinese, svoltosi nel 1987, Deng abbandonò tutte le cariche politiche, limitandosi a quelle di presidente della Commissione militare centrale del partito e della Commissione militare centrale del governo; il tentativo di risolvere la questione della sua successione alla guida del partito, tuttavia, fallì a causa degli scontri tra le fazioni del partito stesso. Nello stesso anno terminava la campagna di ''rettifica'', durata tre anni e mezzo e avente lo scopo di eliminare dal partito alcune tendenze marcatamente di sinistra. Era l'affermazione della tesi di Deng, mirante a far prevalere le riforme in campo economico: abbandonando la lotta di classe che aveva caratterizzato gran parte del periodo maoista e immediatamente successivo, era data priorità all'agricoltura per migliorare il livello di vita del popolo, concedendo incentivi ai contadini e permettendo alcune attività economiche individuali. Dopo i sanguinosi incidenti sulla piazza Tien An Men (1989) Deng apparve in pubblico per elogiare l'esercito che aveva fermato i ''disordini controrivoluzionari''. La Cina apparve isolata dal resto del mondo, e sembrò arrestarsi il parziale processo di democratizzazione del paese. Si riaccese la lotta fra la fazione conservatrice e quella riformista del PCC, ispirata da Deng, promotore di una politica del PCC che può riassumersi nella frase propagandistica "attuare una politica di sinistra e un'economia di destra".
Bibl.: R. Evans, Deng Xiaoping and the making of modern China, New York 1994; D.S.G. Goodman, Deng Xiaoping and the Chinese revolution: a political biography, ivi 1995.