TEMPORALE (fr. orage; sp. tempestad; ted. Gewitter; ingl. thunderstorm)
Si dà il nome di temporale a una perturbazione atmosferica nella quale siano presenti fenomeni elettrici: lampi, tuoni, fulmini, ecc.; differendo in questo dalla tempesta nella quale tali fenomeni non sono presenti.
In realtà la caratteristica fondamentale del temporale è un rapido e violento movimento ascendente dell'aria da cui ha origine la caratteristica nube temporalesca: il cumulo-nembo. Le manifestazioni elettriche, che accompagnano lo sviluppo dei cumuli-nembi, possono anche essere considerate come secondarie in quanto sono presenti o mancano nei varî tratti del percorso di un cumulo-nembo, secondo che le condizioni del momento siano più o meno favorevoli alla loro formazione. La definizione sopra citata, che fa dipendere la presenza del temporale dalle manifestazioni dell'elettricità atmosferica, ha però il vantaggio di evitare ogni equivoco e ogni incertezza d'interpretazione da parte degli osservatori ed è quindi comunemente adottata.
A seconda della causa che provoca il movimento ascendente dell'atmosfera i temporali si possono dividere in due tipi principali: temporali di calore e temporali ciclonici.
I temporali di calore hanno origine quando il suolo (per effetto della radiazione solare) e gli strati d'aria adiacenti (per conduttività), si surriscaldano e l'atmosfera diventa instabile.
Nel considerare l'equilibrio dell'atmosfera bisogna tener presente che l'aria salendo si espande e quindi si raffredda; discendendo si contrae e si riscalda. Per questo motivo, come si può dimostrare rigorosamente, l'aria è in equilibrio indifferente quando la differenza di temperatura tra due strati sovrapposti è eguale a quella che si sarebbe formata per movimenti verticali dell'aria e che si aggira intorno ai 10° per chilometro.
Se la diminuzione è più debole, l'atmtosfera è stabile, e questo avviene in genere poiché il gradiente medio di temperatura è solo 6°,5 per chilometro; quando il gradiente supera i 10° per chilometro, l'aria è invece instabile.
L'instabilità dell'aria può essere più o meno marcata e corrispondentemente possono variarne gli effetti. Il primo effetto dell'instabilità è la formazione di correnti ascendenti che portano in alto dell'aria già appartenente agli strati inferiori. Essa, innalzandosi, si raffredda e una volta raggiunto il proprio punto di rugiada, l'acqua in essa contenuta si condensa e si ha così la caratteristica formazione di quelle nubi dette cumuli di bel tempo. A questo punto comincia a intervenire un nuovo fenomeno: l'umidità dell'aria ascendente, condensandosi, libera il proprio calore di condensazione: questo apporto di calore aumenta lo squilibrio di temperatura fra i varî strati di aria e contribuisce ad accrescere l'intensità del processo.
Se l'instabilità iniziale dell'aria non era molto forte e se gli strati sottostanti non avevano un'umidità molto elevata, tutto si arresta qui. Questo avviene, p. es., in Italia in quasi tutti i pomeriggi estivi per effetto della radiazione solare: il riscaldamento del suolo e quindi per conduzione quello degli strati di aria più bassi, causano una leggiera instabilità della atmosfera che porta appunto ai cumuli di bel tempo sopracitati.
Se però l'instabilità è più forte, il processo può proseguire e dai cumuli di bel tempo si passa ai cumuli imponenti e ai cumuli-nembi. Quando quest'ultima nube si è formata nel suo aspetto caratteristico, si può essere quasi sicuri di passare alla successiva fase della precipitazione che di solito avviene in breve tempo e quindi con grande violenza e alla quale sono connesse le manifestazioni elettriche (v. fulmine; tuono).
I temporali dovuti all'instabilità dell'aria hanno in genere una estensione limitata e una breve durata. Inoltre, poiché si ha un temporale per ogni cumulo-nembo, così si hanno sul terreno zone colpite dal temporale le quali possono benissimo essere intramezzate da zone immuni.
Una seconda categoria di temporali comprende quelle perturbazioni che hanno luogo in occasione dei vasti movimenti ascendenti dell'aria che si hanno in connessione ai cicloni e alle superficie di discontinuità. Essi, a differenza, dei precedenti si sviluppano più o meno uniformemente su enormi estensioni.
Nelle regioni equatoriali l'elevata umidità dell'aria e le correnti ascendenti ivi prodotte dalla circolazione generale atmosferica portano a condizioni estremamente favorevoli per la formazione dei temporali che ivi sono praticamente quotidiani sull'intera zona e che assumono proporzioni colossali: così, per esempio, i cumuli-nembi possono raggiungere quindici km. di altezza.
Poiché il processo che porta alla formazione dei temporali (movimento ascendente dell'aria), a parte le proporzioni, è quello stesso che porta alla formazione delle piogge, così si potrebbe per ogni tipo di pioggia (v.) elencare un tipo corrispondente di temporali. In ogni modo i più importanti sono quelli qui citati.