Temistio Oratore politico e commentatore di Aristotele (n. in Paflagonia 317 d.C
m. 388 ca.). Dal 337 visse alla corte di Costantinopoli; da Costanzo fu nominato senatore nel 355 e proconsole nel 358; nel 384 fu elevato da Teodosio alla carica di prefetto della città. Delle sue parafrasi a opere aristoteliche ci restano in greco quelle agli Analytica posteriora, alla Physica, al De anima, e in trad. ebraica per tramite arabo quelle al De caelo e al XII libro della Metaphysica (il commento ai Parva naturalia non è suo). Secondo Fozio scrisse anche commenti a Platone oltre che commenti veri e propri ad Aristotele. Grande la sua importanza come commentatore di Aristotele, le cui dottrine egli considerava intimamente affini a quelle platoniche; le sue opere furono tradotte nell’Occidente latino già nei secc. 4° e 5°. La parafrasi al De anima fu largamente utilizzata da Averroè, che la rese centrale nel dibattito sull’intelletto agente e l’immortalità dell’anima. Nel 1267 Guglielmo di Moerbeke la tradusse in latino per Tommaso d’Aquino, che la utilizzò nel De unitate intellectus. Celebri sono anche le sue orazioni (λόγοι πολιτικοί), pervenute in numero di 33 (una, la 34, è da considerarsi spuria), che lo mostrano seguace dell’indirizzo e del metodo di Dione di Prusa.