TELL
Il prolungato insediamento dell'uomo in un luogo genera, nel corso del tempo, l'accumularsi in strati sovrapposti delle successive rovine e ricostruzioni dell'abitato, la formazione di una collina artificiale la quale, in arabo, prende il nome di tell (che significa appunto collina, cumulo). Questo termine generico è stato adottato convenzionalmente per indicare quei cumuli che costituiscono le rovine di antiche città e che sono particolarmente diffusi in Egitto, Siria, Palestina, Mesopotamia, Anatolia (da notare che nella lingua turca la parola hüyük ha lo stesso significato di teli: Alaca Hüyük, Alishar Hüyük, ecc.); la collina di Hissarlik-Troia ne è l'esempio più illustre. Il termine viene tuttavia usato, per stanziamenti preistorici, anche fuori dell'area medio-orientale (per esempio in Tracia).
Naturalmente assai varie sono le dimensioni dei t., così come varia è la loro posizione: non necessariamente si sviluppavano su alture naturali, ma ovunque fossero particolarmente favorevoli le condizioni di vita: quindi un fattore importante per la loro distribuzione doveva essere il corso delle strade antiche. Anche per la loro durata i t. differiscono sensibilmente l'uno dall'altro, potendo la loro vita prolungarsi dal Neolitico fino ai tempi storici o svolgersi precipuamente entro l'Età del Bronzo: ciò che è legato alle vicende proprie del singolo tell.
Bibl.: G. Contenau, Manuel d'archéologie orientale, 4 voll., Parigi 1927-1947; J. De Morgan, Préhistoire Orientale, Parigi 1925-27; H. v. der Osten, Alishar Hüyük, 2 voll. in 5 parti, Chicago 1929; M. F. Oppenheim, Der Tell Halaf, Lipsia 1931; W. Gordon Childe, L'Orient préhistorique, Parigi 1935; R. Braidwood, Mounds in the Plain of Antioch, in Oriental Institute Publications, Chicago 1937; R. S. Lamon, G. M. Shipton, P. L. O. Guy, Megiddo, I, e II, Chicago 1937; C. F. A. Schaeffer, Stratigraphie Comparée et Chronologie de l'Asie Occidentale, Londra 1948 (con ampia bibliografia precedente).