TELL GAT (arabo Tell esh- Sheikh Aḥmed el-῾Areinī)
Collina scavata dal 1956 al 1961 dal Dipartimento delle Antichità di Israele e dal Centro per le Antichità e la Storia dell'Arte del Vicino Oriente di Roma, sotto la direzione di S. Yeivin.
Il nome ebraico moderno riprende l'identificazione, proposta nel 1921 dallo Albright, con la Gat nota soprattutto dalle lettere di Tell el-῾Amārnah come città-stato cananea e una delle principali città dei Filistei. I recenti scavi, per quanto incompleti, hanno prodotto testimonianze in contrasto con questa identificazione.
Gli scavi compiuti sull'alto del tell e sulle terrazze inferiori hanno portato alla scoperta di resti indicanti un lungo e quasi ininterrotto periodo di abitazione, dal tardo Eneolitico al periodo persiano (fine del IV millennio a. C. - VI-V sec. a. C.), con un intervallo solamente durante il periodo del Medio Bronzo (XXI-XVI sec. a. C.). Rare e sporadiche tombe bizantine indicano la vicinanza di uno stanziamento in quel periodo, mentre un vasto cimitero arabo, occupante tutto lo strato superficiale sull'alto del tell, segna il periodo più recente della storia del sito (VII-XV sec. d. C.).
Tredici livelli successivi, accertati su una delle terrazze ai piedi del tell con scavi e sondaggi che raggiungono il suolo vergine, contengono i resti della fase più antica dell'abitato, comprendente una parte del Tardo Eneolitico fino al termine dell'Antico Bronzo II (fine IV millennio a. C. - XXVII-XXVI sec. a. C.), che segna la fine di questo primo stanziamento.
I livelli inferiori (XIII-VII), appena sondati, hanno restituito materiale ceramico e poche tracce di muri in mattoni crudi. Le costruzioni del livello VI sono invece chiaramente identificabili e lo stanziamento presenta già un carattere urbano, con ampî edifici, strade, e mura di cinta. Una grande costruzione sembra debba ritenersi di carattere pubblico: la sua pianta, se pure non ancora chiarita nei suoi dettagli, mostra un interessante complesso, dell'ampiezza di circa m 25 × 20, delimitato su due lati da strade e composto di un cortile scoperto, una sala a colonne e una serie di stanze più interne. Il materiale impiegato è anche qui il mattone di argilla cruda, con l'aggiunta, in alcuni casi particolari, di pietre non squadrate (soglie delle porte, basi d'appoggio per le colonne, focolari, ecc.). Un muro di cinta- della larghezza di circa 5 m, anch'esso in mattoni crudi e con scarpa esterna di terra battuta rivestita di intonaco- recingeva la città in questa fase, racchiudendo l'area della collina vera e propria e le terrazze inferiori.
I livelli V e IV mostrano riadattamenti e restauri più o meno radicali del grande edificio precedente, che conserva però le stesse caratteristiche di grandiosità presenti nel livello VI. I livelli posteriori (III-I) hanno in comune le piccole abitazioni rettangolari, con focolari al centro, sempre in mattoni crudi, con scarsissimo impiego di pietra.
Mentre i livelli III-I hanno restituito ceramica caratteristica dell'Antico Bronzo II, i ritrovamenti dei livelli più antichi (XIII-IV) suggeriscono l'impressione di una cultura di tipo tardo-eneolitico, che presenta punti di contatto e di differenziazione con quelle già note di Teleilat Ghassūl e di Bersabea. Il livello V riveste una particolare importanza per la quantità notevole di ceramica di tipo egiziano in esso contenuta e per la presenza del cartiglio del faraone Narmer su di un coccio di fabbricazione locale: tutti argomenti che indicano un periodo di forte influenza da parte dell'Egitto.
Qualche struttura appartenente al Tardo Bronzo rende certa l'abitazione del sito in questo periodo.
Rispetto alla vasta città dell'Antico Bronzo, quella del periodo israelitico è di dimensioni notevolmente più ridotte, poiché l'insediamento si limita alla collina vera e propria. Anch'essa presenta una serie di ricostruzioni successive, con una sovrapposizione di almeno 15 livelli.
A parte alcuni resti poco esplorati di fortificazioni attribuibili forse al XII-IX sec. a. C., il livello più antico ben identificato fino ad ora (XIII), raggiunto in un punto al bordo della collina, contiene un muro di cinta del tipo a casematte costruito in blocchi di pietra rozzamente squadrati sulla faccia esterna. Lo scavo dei livelli sovrapposti a questo ha accertato la presenza di abitazioni private di vario tipo. Quelle dei livelli X-IX sono a cortile centrale e ambienti sui quattro lati; in quelle del livello Ville stanze di abitazione sono disposte su una sola linea nella parte posteriore dell'edificio e precedute da un ambiente rettangolare (cortile?) diviso da due file di pilastri e che occupa tutta la larghezza della costruzione. I muri sono in mattoni crudi, con zoccolo di piccole pietre e grossi blocchi per l'appoggio delle colonne.
Al livello IV si sovrappone un notevole strato di ceneri che potrebbe porsi in rapporto a una distruzione violenta dell'abitato alla fine del periodo israelitico (586 a. C.).
I livelli persiani sono quasi completamente distrutti dal cimitero arabo sovrappostosi ad essi. A questo periodo appartengono alcuni silos e un piccolo deposito di statuette fittili- e frammenti in calcare di importazione cipriota- databili al V-IV sec. a. C.
Bibl.: Notizie preliminari sono state date da S. Yeivin, in Israel Exploration Journal, VI, 1956, pp. 258-59; VII, 1957, pp. 264-65; VIII, 1958, pp. 274-76, 58, 68; IX, 1959, pp. 269-71; X, 1960, pp. 122-23; XI, 1961, p. 191; id., Early Contacts between Canaan and Egypt, in Israel Exploration Journal, X, 1960, pp. 193-203; id., First Preliminary Report on the Excavations at Tel "Gat" (Tell Sheykh 'Ahmed el-‛Areyny), Season 1956-1958, Gerusalemme 1961; A. Ciasca, Tell Gat, in Oriens Antiquus, I, 1962, pp. 23-39.