TELL el-YAHUDIYEH
Centro nel Delta poco a N di Heliopolis, con un culto di Shu e di Tefnut, come coppia di leoni: donde il nome di Leontopolis. Se qualche trovamento risale forse al periodo arcaico, i primi gruppi organici di suppellettile che ne derivano sono del Medio Regno e del tempo degli Hyksos. A tale epoca risale anche uno speciale tipo di ceramica che da T. el-Y. prende nome e che si ritrova in Nubia, a Cipro ed in Asia Anteriore: probabilmente originaria da quest'ultima regione, ma comunque straniera all'Egitto.
Alla presenza di stranieri nel paese si devono anche i resti della fortezza che è di tipo hyksos: recinto quadrangolare protetto da un muraglione. Di un tempio di Ramesses II si hanno più notizie che resti. Uno di Ramesses III, di cui avanzano pezzi architettonici, era forse collegato con un palazzo del re, decorato a mattoni smaltati raffiguranti serie di nemici stranieri prigionieri. La descrizione dello straniero è un tema caro alla tipologia del tempo: qui è affrontato con un vivido gusto coloristico. In epoca tolemaica Onia, esule dalla Palestina e generale dell'esercito regio, ottenne da Tolemeo VI di costruire nella città, allora abbandonata, un tempio ebraico che intendeva riprodurre quello di Gerusalemme: costruito come una torre, secondo la descrizione dello storico Flavio Giuseppe (Bell. Jud., viii, 10,3), è indentificabile in resti scoperti durante gli scavi. Esso fu distrutto sotto Vespasiano, ma lasciò alla località il nome ancor oggi in uso.
Bibl.: E. Naville, Mound of the Jews, Londra 1887; F. Ll. Griffith, Tell el Yahudiyeh, Londra 1890; H. Junker, Der Ursprung der sogenannten Tell el-Jahyudiye-Vasen, in Sitzungsber. Wien Akad. d. Wiss., Phil. Hist. Kl., 198, 3, 1921.