TELL ed-DĒR
Sito c.a 26 km a SO di Baghdad, originariamente posto, come la vicina Sippar (Abū Ḥabba), sul corso dell'Eufrate, T. D. è stato identificato, grazie a dati testuali, con Sippar-Amnānum. In prossimità di Sippar, infatti, alcune tribù nomadi semitiche si stabilirono fin dal III millennio a.C., costituendo due avamposti, denominati più tardi Sippar-Yakhrurum e Sippar- Amnānum. Dal 1891 W. Budge condusse scavi sul sito, recuperando numerose tavolette ma tralasciando di registrare i contesti stratigrafici. Alcuni sondaggi compiuti negli anni '40 dagli archeologi iracheni T. Baqir e M. A. Mustafa indicarono l'esistenza di una spessa struttura in pisé che circondava il sito, con resti di età accadica; la ceramica di superficie suggeriva ampie occupazioni dall'età paleo-babilonese all'età neo-babilonese, fino a Nabucodonosor II (605-562 a.C.), come attestano le iscrizioni di questo sugli stampi dei mattoni impiegati per opere di restauro. Scavi sistematici a T. D. sono stati avviati dal 1970 dalla missione belga diretta da L. De Meyer, con la collaborazione di H. Gasche.
Le indagini effettuate in varie aree del sito hanno messo in luce un'ampia sequenza di occupazione. Nel settore A la fase più antica si svolge dal XXI al XVIII sec. a.C., cioè dal periodo della III dinastia di Ur fino alla I dinastia di Babilonia. Dopo una interruzione dell'insediamento segue la fioritura dell'età cassita, nella seconda metà del II millennio a.C. Dall'area di scavo A, la maggiore delle tre indagate nelle prime campagne sistematiche, emersero i resti di una abitazione a corte centrale e numerosi vani intorno, databile tra la fase finale del periodo di Isin e Larsa (primo quarto del II millennio a.C.) e l'età paleobabilonese sulla base dei reperti ceramici, della glittica, e di alcune tavolette con iscrizioni cuneiformi. A c.a 300 m a SO di tale settore, la seconda area di scavo (B) restituì parte del perimetro occidentale della città, in pisé, forse fortificato, già notato nel 1927 da W. Andrae e J. Jordan, che vi ravvisarono una sorta di porta urbica. Le indagini parallele sul vicino sito di Sippar, fornito di un recinto assai simile a quello di T. D., hanno però condotto a riconoscervi piuttosto un poderoso sistema di contenimento per i frequenti attacchi del fiume, eretto in età paleobabilonese. I risultati più rilevanti sono stati raggiunti in una terza area di scavo (E), aperta negli anni '74- '75, allo scopo di definire la relazione originariamente esistente tra l'insediamento e il sistema fluviale. Gli studi geomorfologici hanno permesso di ricostruire infatti il corso dell'Eufrate per l'età neo-babilonese, quando penetrava nell'area di Tell ed-Dēr.
L'estremità settentrionale del sondaggio ha anche raggiunto i resti di una abitazione privata, che conservava in una piccola corte un lotto di sessanta tavolette con esercizi scolastici e, una volta messo in luce gran parte dell'edificio, 2.500 tavolette e frammenti, per lo più di carattere economico, amministrativo e giuridico, raccolte in cesti e in casse lignee. Si tratta dell'archivio del sacerdote Ur-Utu e di suo figlio, capi del culto indirizzato alla dea cittadina, dal quale proviene anche il testo che ha permesso l'identificazione del sito con Sippar- Amnānum, e che ha indicato l'esistenza, però non ancora confermata dalla documentazione archeologica, di un grande tempio dedicato alla dea Ištar-Annunitum. Le altre città satelliti di Sippar, come Sippar-BAD, Sippar- EDENNA e Sippar-Yakhrurum, citate nei testi, restano ancora prive di identificazione topografica. La residenza di Ur-Utu pare che sia stata distrutta da un violento incendio nel corso del regno del babilonese Ammisaduqa, nel XVII sec. a.C., al quale si riferiscono i dati testuali più recenti dell'edificio, e nuovamente occupata solo nel XIV sec. a.C.
Nella prima delle tre fasi alluvionali dell'intera area, lungo il canale naturale occidentale che collega T. D. ad Abū Ḥabba si è riconosciuta la realizzazione di un sistema di contenimento, precedente all'argine fortificato dell'età paleo-babilonese. L'ampliamento dell'area di scavo A ha messo in luce un rilevante complesso, lo «Ensemble I» e, in particolare, l'Edificio Centrale, articolato in dieci fasi (Ia-k), di cui cinque di effettiva occupazione e le altre di sedimenti dovuti alle successive ricostruzioni. Lo «Ensemble I», in mattoni crudi, è considerato un'abitazione a corte, centrale, con doppia comunicazione assiale tra due serie di vani, e provvista di una scala che conduceva al piano superiore. La presenza in una delle fasi di utilizzazione dell'edificio di altari e podi indicherebbe un culto domestico, diffuso in Mesopotamia fin dall'età della III dinastia di Ur.
La notevole concentrazione di sepolture (148) di varia tipologia nell'edificio stesso, per lo più di neonati con ricco corredo funerario, ha fatto avanzare l'ipotesi di una relazione, non ancora chiarita, tra gli arredi di culto e la presenza di tombe. Da tale complesso, datato preliminarmente tra la III dinastia di Ur e la I dinastia babilonese, provengono numerose placchette in terracotta a stampo con raffigurazioni di divinità, modellini di carri e di arredi, sigilli cilindrici e impronte di sigillo. La glittica di T. D. appartiene, salvo alcuni casi di intenzionale persistenza di sigilli del Protodinastico III e dell'età accadica, all'ambito figurativo e culturale e al pantheon paleo-babilonese, con la dea Lama, il dio Adad sul toro, e Ištar guerriera.
Dall'area di T. D. proviene una pregevole stele marmorea, assai degradata nel suo stato di conservazione, databile alla fase matura dell'Età Protodinastica (verso il 2500 a.C.). Presenta quattro facce scolpite e ripartite in registri, ove si snodano teorie di fedeli, di offerenti, di lottatori, di musici, verosimilmente collegati a cerimonie e conviti cultuali.
Gli scavi più recenti hanno stabilito nell'area A l'esistenza di quattro complessi architettonici diversi, articolati in dodici fasi, senza peraltro raggiungere gli stadi più antichi a causa del livello della falda acquifera. Sopra ai tre complessi maggiori (II-IV), privi però di dati testuali, forse databili all'età della III dinastia di Ur per i resti ceramici, viene eretto l'Edificio Centrale, la cui datazione è sostenuta dall'ampia documentazione epigrafica di età paleo-babilonese, finora solo parzialmente nota. Nell'area NO del tell i sondaggi hanno stabilito nel 1985 il luogo degli scavi clandestini operati sul sito. Nel settore E, accanto all'area dell'edificio degli archivi di Ur-Utu e di suo figlio, sono state messe in luce, verso S, una zona con resti architettonici relativamente modesti, ma verosimilmente connessi alla residenza di Ur-Utu, le cui fondazioni si trovano allo stesso livello, e, nell'area compresa tra i suddetti scavi e tale residenza, alcune strutture e resti ceramici di età paleo-babilonese. Verso N, infine, è stata evidenziata un'ampia serie di depositi sabbiosi, in parte riconosciuti negli anni precedenti come indizio di ripetute alluvioni, coeve a quella dell'area Β e attribuibili al XVII sec. a.C. L'entità del fenomeno e le relazioni con l'analoga situazione geomorfologica del settore Β sul lato opposto del tell costituiscono uno degli obiettivi attuali degli scavi nel sito.
Bibl.: W. Andrae, J. Jordan, Tall ad Deir, in Iraq, I, 1934, pp. 56-59; E. Unger, in RLA, II, 1938, pp. 199-201, s.v. Dêr; T. Baqir, M. A. Mustafa, Iraq Government Sounding at Dêr, in Sumer, I, 2, 1945, pp. 37-54; L. de Meyer, H. Gasche, R. Paepe, Tell ed-Deir, I. Rapport préliminaire sur la première campagne, février 1970, Lovanio 1971; L. de Meyer e altri, Tell ed-Dēr, II. Progress Reports, Lovanio 1978; L. de Meyer, Teil ed-Dēr, III. Sounding at Aba Habbah (Sippar), Lovanio 1980; K. van Lerberghe, New Data from the Archives Found in the House of Ur-Utu at Tell ed-Dēr, in XXVIII. Rencontre assyriologique internationale in Wien 1981 (AfO, Suppl. 19), Horn 1982, pp. 280-283; L. de Meyer (ed.), Tell ed-Dēr, IV. Progress Reports (Second Series), Lovanio 1984; H. Gasche, Tell ed-Dēr et Abu Habbah: deux villes situées à la croisée des chemins Nord- Sud, Est-Ouest, in A propos d'un cinquantenaire. Mari, bilan et perspectives. Actes du Colloque International, Strasbourg 1983 (MARI, IV), Parigi 1985, pp. 579-583; H. Gasche, Tell ed-Dēr. La Sippar des Amnanu, in DossAParis, 103, 1986, pp. 5, 56-58; L. de Meyer, H. Gasche, Ö. Tunca e altri, Mission Archéologique Belge en Iraq. Aperçu des travaux de la campagne 1985, in Iraq, XLVII, 1986, pp. 1-6; R. Nijs, Remarks on the Heavy Mineral Content of Some Euphrates and Tigris Sediments, ibid., pp. 26-29; H. Gasche, La Babylonie au ije siècle avant notre ère. Approche archéologique, problèmes et perspectives (Memoirs I. Mesopotamien History and Environment, Series II), Gand 1989; H. Gasche, N. Pons, Tell ed-Dër 1988. Un Quartier du 17e siècle avant notre ère, in Northern Akkad Project Reports, III, 1989, pp. 15-36; E. Burger-Heinrich, Tell ed-Dēr: Sondage A und B, ibid., pp. 47-68; H. Gasche (ed.), Tell ed-Dēr 1985-1987. Les vestiges mésobabyloniens, ibid., VI, 1991, pp. 9-95.