Vedi TELL BRAK dell'anno: 1966 - 1997
TELL BRAK (v. vol. vii, p. 685)
A partire dal 1976 è stato avviato un nuovo programma di ricerche, diretto da D. Oates per l'Università di Londra, con il fine di ampliare i settori di scavo aperti da M. E. L. Mallowan, sviluppare un'accurata seriazione stratigrafica, riesaminare i livelli più arcaici connessi con il «Tempio degli Occhi», investigare i livelli del III millennio e studiare i caratteri paleo-ambientali della regione, determinanti per l'origine e lo sviluppo del sito.
Posto 3 km a NO della confluenza dello wādī Radd con il Ğaghğagha, il sito doveva anticamente affacciarsi su questo secondo importante corso d'acqua, il cui letto antico si sviluppava più a Ν della linea attuale; l'allineamento di tre piccoli tell sulla sponda Ν di un corso antico abbandonato lo conferma. Il sito dominava la via che a S, oltre il lago Khatuniya, portava al passo di Bara, tra il Ğebel Ğeribe e il Ğebel Sinğar; quella con direzione E verso Assur e la valle del Tigri e quella verso Ν oltre Čagar Bazar, verso Mardin e, idealmente, verso le miniere di rame di Ergani Maden in Turchia.
Le fasi di Uruk e Protodinastica sono state raggiunte in aree diverse a dimostrazione di una piena occupazione del sito fin dai periodi arcaici.
Nell'area TW una lunga sequenza di sedici fasi documenta lo sviluppo di un quartiere di abitazioni dall'età di Uruk Medio ininterrottamente fino al periodo ninivita (prima metà del III millennio); la residenza della fase più antica aveva una facciata interna con semicolonne.
Un sondaggio, iniziato nel 1976 a E del Palazzo Accadico (area CH), ha rivelato sette livelli ben databili: (7) opere di terrazzamento e massiccio muro con una prima distruzione finale; (6) occupazione del Protodinastico III con distruzione finale; (5) strutture diverse; (4) occupazione accadica con costruzione di un tempio; (3) occupazione tardo-accadica; (2) transizione dopo l'abbandono del Palazzo Accadico; (1) età di Ur III. In un limitato settore, nel 1984-1987 e dal 1991 si è proceduto in profondità, sotto al livello del «Tempio degli Occhi» che data all'età Uruk Recente-Ğemdet Nasr, documentando la presenza dei livelli di occupazione più antichi che qui appartengono all'età Tardo 'Ubayd e Uruk Antico e Medio.
Nel III millennio la città, identificabile con la Nagar nota dai testi, conosce un forte sviluppo urbanistico. Nell'area ST la fase accadica è ora documentata da un massiccio muro di contenimento con due grandi edifici a O, che hanno restituito, tra i vari reperti, un vaso decorato a serpenti applicati a rilievo e una figurina femminile nuda in avorio. Sotto il muro, il livello anteriore è rappresentato da materiale ceramico della fase tra l'Uruk Recente e il Protodinastico I, con le tipiche coppe a orlo smussato e la ceramica c.d. Ninivita 5 incisa e impressa a motivi geometrici. Un quartiere domestico, con un complesso sistema di canalizzazione con tubi in terracotta e bagni, documenta nell'area FS le età tardo-accadica e neosumerica. In fase accadica l'area era occupata da un tempio a due vani con ingresso a gomito, accessibili da una corte interna aperta su una corte esterna circondata da edifici di servizi; la facciata S del tempio era decorata da nicchie rettangolari; ne provengono alcune cretule con impronte di sigilli di tradizione tardo-protodinastica o di sigilli più antichi riusati e alcuni depositi rituali di gioielli in oro, argento ed elettro, di spilloni, utensili e armi in bronzo. Due tavolette pittografiche documentano inoltre l'adozione di un sistema di registrazione. Alla fase accadica appartiene un grande complesso cerimoniale scavato dal 1984- 85 nell'area SS con un tempio con asse a gomito, un quartiere amministrativo e uno residenziale; dal suo riempimento provengono varî depositi votivi tra cui una statua di toro androcefalo. Nell'area ER, dei quattro livelli databili alla fase tra Protodinastico III e Ur III, il 4 è occupato da un edificio domestico distrutto da un incendio.
Nel II millennio a.C. l'area TW è occupata dai resti di un edificio a vani quadrati realizzato in mattoni rossi e visibile in superficie sul pendio a O dell'area ST, forse parte di un sistema di fortificazioni. La c.d. ceramica Khābūr ne indica l'appartenenza all'età paleoassira. Tali strutture sono a loro volta coperte da un'estesa piattaforma ancora in mattoni rossi. Nell'area HH, il punto più alto del sito, fino a 40 m sul lato Ν sopra la pianura, è databile a questa fase un edificio, scavato per ora solo lungo la facciata E, per una fascia di 50 m in direzione S-N. La decorazione regolare di recessi con pannelli a tre semicolonne ne indica una funzione templare. Sulle sue rovine viene comunque costruito intorno al XV sec. a.C. un palazzo, scavato ancora in piccola parte. La data è indicata da una tavoletta cuneiforme con un contratto stipulato davanti ad Artaššumara, figlio di Šuttarna di Mitanni, che sappiamo assassinato nel 1385 a.C. circa. La data finale della città deve dunque essere posteriore a tale documento, il che consente di abbassare la data proposta da Mallowan per i suoi livelli 3 e 2, entrambi distrutti da un incendio, a dopo il XIV secolo. Tali eventi si possono collegare con quanto sappiamo dalle fonti storiche sulle incursioni di Adad-Nirari I (1307-1275 a.C.), che afferma di aver conquistato il regno di Khanigalbat con le sue città; tra queste Ta'idu, «grande città regale» di Uasašatta, re di Khani- galbat, presa dal re assiro che vi fondò un palazzo, citata in un itinerario medioassiro sulla via tra Makrisi e Dūr- Katlimmu (oggi Tell Šaykh Ḥamad), conviene a un'identificazione con Tell Brak.
Bibl.: Rapporti preliminari di D. Oates (e J. Oates, K. Fielden, D. Matthews), in Iraq, XXXIX, 1977, pp. 233-255; XLIII, 1981, pp. 157-166; XLIV, 1982, pp. 187-218; XLVII, 1985, pp. 159-186; XLIX, 1987, pp. 175-198; LI, 1989, pp. 193-211; LH, 1991, pp. 127-157; LV, 1993, pp. 155-199; AfO, XXXI, 1984, pp. 123-126; AJA, XCVIII, 1994, pp. 119-120; D. Oates, in J. Curtis (ed.), Fifty Years of Mesopotamian Discovery, Londra 1982, pp. 62-71.