TELL ATHRIB (Athribis)
Centro antico situato ai confini di Benha, una delle più grandi città moderne nel Delta. Corrisponde all'antica Ht. hr (y)-ib in greco ῎Αϑριβις, in copto ΑΘΡΗΒΙ, ΑΤΡΗΠΕ, capoluogo del Decimo Nomo del Basso Egitto, del distretto K-km, del "Toro nero".
L'importanza della città risaliva ad un periodo molto antico, poiché una stele trovata sul luogo ricorda il nome di Seankhtaoui-Sékhemkaré, il secondo re della XIII dinastia. Città fiorente all'epoca del Nuovo Regno come attesta una stele elevatavi da Amenhotep III.
Non ci sono che minime tracce dell'antica magnificenza della città, che fu considerata da Animiano Marcellino come una delle città egiziane più importanti del suo tempo. Forse fu allora ingrandita e fortificata. Situata al centro del Delta ha dovuto svolgere in quest'epoca un ruolo di centro economico e servire di base agricola al porto di Alessandria.
Al margine di Benha, tra Kafr el Seraja e il piccolo villaggio di Tell A., fra le costruzioni sparse e i campi coltivati del Delta del Nilo, si poteva ancora qualche anno fa scorgere povere tracce del tempio di Ramesses II, ed una triade di granito. Più lontano verso oriente, a S della grande strada ancora nel 1956 sussistevano i blocchi di fondazione e i rocchi di un altro tempio. A N della stessa strada ci sono tre monticoli, kōms, dei quali quello centrale contiene la tomba di uno sceicco e una necropoli araba.
I numerosi oggetti ritrovati durante scavi occasionali fatti sul territorio dell'antica Athribis si trovano oggi in diversi musei.
La letteratura scientifica concernente la città di Athribis è relativamente molto povera. Il documento più importante per lo studio urbanistico dell'antica Athribis è senza dubbio la pianta rilevata nel 1798-1799 e pubblicata nella Description de l'Egypte. A quell'epoca si vedeva ancora il grande acquedotto romano, un arco, una piramide di mattoni, i resti di un tempio di Horus dell'epoca tolemaica tarda (Tolemeo XI), ricostruito in età romana, come attesta un'iscrizione su un architrave dell'anno 9 ricordante Tiberio Germanico. Questo tempio fu smantellato nel 1852. C'era anche un tetrapilo eretto in onore dell'imperatore Valente.
Prisses d'Avennes nel suo Aegyptiaca, pubblicato nel 1820, si occupa ben poco di Athribis, come anche Wilkinson nel 1845 nel suo Modem Egypt and Thebes. La demolizione di ammassi di rovine cominciò nel 1862 in occasione della costruzione della ferrovia Alessandria-Cairo. Alcune colline più piccole esistevano ancora nel 1902 a N di Benha. Lo sviluppo della città di Benha ha provocato la sparizione quasi totale dei resti antichi dei quali non sopravvivono altro che le tre piccole colline già ricordate. Nel 1939 Allan Rowe diresse la missione dell'Istituto Archeologico di Liverpool che eseguì saggi, il cui risultato è stato la scoperta di un sistema di canalizzazioni di epoca romana. Nel 1946 l'ispettore del Servizio delle Antichità Naguib Farag ha scavato sulla pendice orientale del kòm centrale un complesso molto interessante di terme romane e nel 1950, a N di questo kōm, ha trovato il sarcofago della regina Takhout, moglie di Psammetico I della XXVI dinastia.
A partire dal 1957 gli scavi sistematici sul kōm centrale da parte del Centro Polacco di Archeologia Mediterranea del Cairo hanno portato alla scoperta di un deposito di fondazione del re Aniasis della XXV dinastia in fondazioni analoghe a quelle trovate da Montet a Tanis. Questi scavi hanno anche messo in luce uno stabilimento termale costruito all'epoca giulio-claudia e ricostruito sotto il regno di Traiano e di Adriano. Questo edificio fu distrutto alla fine del III sec. d. C. per far posto alle fondazioni di grandi colonnati di marmi policromi. Oltre alle terme sono stati scavati un portico romano e un gran numero di forni di calce. I resti messi in luce dalla missione polacca sono ancora visibili.
Bibl.: S. F. Jomard, Description des Antiquités d'Athribis de Tanis et de plusieurs nomes du Delta oriental, Commission des Monuments de l'Egypte, Description de l'Egypte, Parigi 1809-29, vol. 2; L. Dabrowski, La topographie d'Athribis à l'èpoque romaine, in Ann. Ser. Ant. Eg., LVII, 1962, p. 19 ss.; Pianta di Benha a scala 1 : 2.500, dell'anno 1902: Archives du Service des Antiquités au Caire, I, 1932; lista dei trovamenti più importanti dal 1863 in Engelbach, The Treasures of Athribis, in Ann. Ser. Ant. Eg., XXIV, 1924, p. 181. Scavi polacchi: L. Dabrowski, La Topographie d'Athribis à l'époque romaine, in Ann. Ser. Ant. Eg., LVII, 1962, p. 19 ss.; K. Michalowski, Les fouilles polonaises à Tell Athrib 1957-59, ibid., LVII, pp. 49-66; id., Les fouilles polonaises à Tell Athrib en 1960, ibid., pp. 67-77; id., Les fouilles polonaises à Tell Athrib saison 1961, ibid., LVIII, 1964, pp. 235-244; id., Sixième campagne de fouilles à Tell atrib, saison 1962, ibid., pp. 245-254; id., Tell atrib 1957-1958, in Viestnik Drevnei Istori, I, 1960, pp. 186-200; id., Les constructions ptolemaïques et romaines à Tell Atrib, in Atti del settimo congresso intern. di archeologia classica, III, Roma 1961, pp. 219-229; id., Les fouilles polonaises de 1960 à Tell Atrib et Palmyre, in Studii clasice, III, 1961, pp. 265 ss.; B. Ruszcyc, in Mélanges à K. Michalowsky, Varsavia 1966, pp. 167-169; M. Zdrojewska, Alexandrian statuette of Eros from polish excavation at Tell Atrib, in Etudes et Travaux, I, 1968, pp. 243 ss.; M. Rodziewicz, in Rocznik Muzeum Narodowzgo, XIV, 1970, pp. 79 ss.