TELL 'ARQA (‘Irqatu, "Αρχα, Καισάρεια Λιβάνου, Arca Caesarea, Colonia Caesaria Lib.)
Imponente tell (250 Χ 100 m alla sommità) c.a 20 km a N di Tripoli (Libano), ai limiti meridionali della vasta pianura dell'Akka; domina da più di 40 m di altezza la pianura e la gola incassata del Nahr ‘Arqa che lo borda a S. Ai piedi del tell, verso N, vi sono i resti di un agglomerato di età ellenistica e romana, sviluppatosi nella pianura.
A lungo la città di T. ‘A. fu nota solo per il passo della Genesi (10, 15-18) in cui sono elencati città e popoli del paese di Canaan; più volte citata nelle lettere di el- 'Amārna, ebbe un ruolo importante alla vigilia della battaglia di Qadeš nel XIII sec. a.C.; per il I millennio la menzione più antica è quella dell'iscrizione di Salmanas- sar III, relativa alla partecipazione di 10.000 Architi alla battaglia di Qarqar alla metà del IX sec. a.C. In seguito, dopo essere passata dai Lagidi ai Seleucidi, fu chiamata anche Caesarea del Libano o degli Iturei. Plinio annovera Arca tra le tetrarchie della provincia di Siria; riunita sotto Settimio Severo alla Siria fenicia, Τ. ‘A. divenne colonia sotto Caracalla: vi nacque Alessandro Severo. Durante la prima crociata servì di base ai conti di Tolosa poiché costituiva una delle chiavi della difesa di Tripoli; resistette infatti vittoriosamente a un assedio di tre mesi e fu conquistata solo nel 1108, nove anni dopo la caduta di Gerusalemme. Con la caduta di Tripoli nel 1289 Τ. Ά. perdette ogni importanza e il suo nome apparve da allora solo nelle cronache ecclesiastiche.
Già visitato da E. Renan, il sito fu fatto oggetto in questo secolo dell'attenzione di C. F. A. Schaeffer che ricorda il rinvenimento di ceramica d'epoca romana e dell'Età del Bronzo. Fu quindi scelto come primo cantiere dell'Institut Français d'Archéologie du Proche-Orient di Beirut in Libano e vi si effettuarono dal 1972, sotto la direzione di E. Will e di J.-P. Thalmann, campagne di scavo, interrotte nel 1981 dalla situazione politica libanese e riprese solo recentemente. Si sono così individuati fino a oggi diciassette livelli di occupazione del tell, corrispondenti a diverse fasi: Età del Bronzo (livelli 7-11), del Ferro (10-9), ellenistica (8-7), bizantina (6?-5), medievale e moderna (4-1). T. ‘A. risulta, allo stato attuale delle ricerche, un'installazione attiva soprattutto tra la fine del Bronzo Antico (IV) e il Bronzo Medio. La più antica fase indagata fino a oggi è il livello 17, documentato da resti ceramici caratteristici del Bronzo Antico III. A esso si sovrappongono le costruzioni della nuova fase (Bronzo Antico IV: livelli 16 e 15), il cui inizio è caratterizzato da una rottura con la fase precedente dal punto di vista architettonico e tecnologico; l'omogeneità di una produzione ceramica dal carattere marcatamente locale, ma affine a produzioni riconducibili all'area costiera del Nord e alla Siria interna e settentrionale, indica infatti verosimilmente l'uso del tornio rapido e procedimenti standardizzati di lavorazione. Un completo cambiamento segna il passaggio al Bronzo Medio; la riduzione della superficie abitata (livello 4) contrasta però con la continuità della tradizione ceramica in lenta evoluzione; le prime coppe carenate nel livello 14C datano la fase nel primo quarto del II millennio a.C. Di un nuovo sviluppo del sito (livello 13) sono testimoni le costruzioni attribuibili a un sistema di fortificazioni e una decina di tombe nell'abitato. L'insediamento del Bronzo Tardo I, che succede senza soluzione di continuità (livello 12), è coperto da uno strato di distruzione da incendio (attribuibile a una delle ultime campagne siriane di Thutmosis III, c.a 1450 a.C.) dal materiale omogeneo: ceramica bicroma, bottiglie «siriane» a ingubbiatura rossa lustrata, importazioni cipriote. La fase finale del Bronzo Tardo (livello 11) evidenzia una situazione di abbandono che si prolunga fino all'inizio dell'Età del Ferro (livello 10), della cui prima fase non restano tracce consistenti. Dalla fine del IX-inizî Vili agli inizi del VII sec. a.C. si articola in tre fasi il Ferro II, con resti di un abitato e di una necropoli: le tombe, a incinerazione, appartengono all'ultimo periodo del livello 10, caratterizzato da ceramica che attesta intensi legami con Cipro. La necropoli è sigillata dal livello 9, che per c.a 50 cm di spessore porta resti di epoca persiana, datato con precisione da un frammento di ceramica attica a figure nere (c.a 525 a.C.).
Dopo una fase di stasi, T. ‘A. dovette conoscere un nuovo periodo di fioritura in età ellenistica, quando le case avanzarono fin sul bordo del tell; numerose anse, in gran parte rodie, attestano una notevole attività commerciale. Non si conoscono per ora livelli romani sull'acropoli, ma sicuramente ai tempi dell'impero d'Oriente la città si rinserrò di nuovo sul tell: tre gruppi di costruzioni sono da attribuire all'epoca bizantina (fine VI?- VII sec.). Di un certo interesse, anche se di datazione problematica (VI-VII sec.?), è l'insieme costituito da resti di fortificazioni costruite in bei blocchi squadrati di calcare tenero locale, per una larghezza di c.a 1,80 m, senza dubbio collegati a un edificio, costruito secondo la stessa tecnica, di cui restano le prime due o tre file di blocchi e le cui fondazioni si insinuano nei livelli ellenistici.
Gli scavi e i sondaggi sulle fortificazioni medievali hanno infine permesso di constatare che la città, dopo un'eclisse nei primi secoli dell'ègira, all'arrivo dei Franchi possedeva una doppia linea difensiva; all'esterno era costituita da un muro spesso c.a 1,5 m a blocchi di pietra irregolari e all'interno da una muraglia di cui restano solo le fondazioni per uno spessore di c.a 2,55 m. I Crociati mantennero questo sistema, con varianti del tracciato interno, che progressivamente assunse la funzione difensiva principale; evoluzione, questa, perfettamente inquadrabile nella corrente di miglioramento costante delle tecniche difensive del XII e XIII sec. in Oriente.
Bibl.: E. Renan, Mission de Phénicie, Parigi 1864, p. 115; C. F. A. Schaeffer, Lettres et documents trouvés dans les bibliothèques d'Ugarit, in Ugaritica V, Parigi 1968, pp. 682-683. - Per l'insieme delle fonti scritte e l'identificazione di Arca con Tell 'Arqa: J. Starcky, Arca du Liban, in Cahiers de l'Oronte, X, 1971-72, pp. 103-117; E. Will, Tell Arqa de l'âge du bronze au moyen âge, in DossAParis, XII, 1975, pp. 44-49; J. D. Hawkins, in RLA, V, 1980, pp. 165-166, s.v. Irqata. - Sugli scavi della missione dell'Institut Français: E. Will, J.-M. Dentzer, J.-P. Thalmann, La première campagne de fouilles a Teli 'Arqa (Liban Nord), in BMusBeyr, XXVI, 1973, pp. 61-79, J.-P. Thalmann, Tell 'Arqa (Liban Nord). Campagnes I-III (1972-1974), chantier ι. Rapport préliminaire, in Syria, LV, 1978, pp. 1-152; id., Tell 'Arqa 1978-79, rapport provisoire, in BMusBeyr, XXX, 1978, pp. 61-75; id., L'âge du Bronze â Tell 'Arqa (Liban): Bilan et perspectives (1981-1991), in Berytus, XXXIX, 1991, pp. 21-38, con bibl. - Sulle difese medievali e sulla coeva ceramica: P. Leriche, Les défenses orientales de Tell 'Arqa au Moyen Age, in Syria, LX, 1983, pp. 111-132; S. Hakimian, H. Salame Sarkis, Céramiques médiévales trouvées dans une citerne à Tell 'Arqa, ibid., LXV, 1988, pp. 1-61.