TELL ar-RIMAH
Località nell'Iraq settentrionale, nel Gebel Singiar, circa 50 km a O di Ninive. Sulla base di documenti rinvenuti nell'archivio del palazzo è stata identificata con l'antica Karanà; in età neoassira la località aveva il nome di Zamakhu. Visitata nel 1938 da S. Lloyd, dal 1964 è scavata da una missione angloamericana diretta da D. Oates (British School of Archaeology) e dalla signora T. H. Carter (University Museum di Filadelfia).
Il tell, di circa 6oo m di diametro, è costituito dai resti di una piccola città assira che ebbe una certa importanza nel Il millennio a. C., trovandosi essa sulla via commerciale che univa la Mesopotamia settentrionale all'Anatolia. Il valore eccezionale delle scoperte di T. R. risiede nel fatto che per la prima volta abbiamo documenti architettonici e scultorei dell'arte antico- e medio-assira, finora nota prevalentemente dalla glittica. L'alto livello artistico di quest'ultima incomincia ora a trovare, a T. R., un adeguato contesto culturale.
Il principale edificio finora esplorato è un tempio che occupa il centro del tell. Costruito, verosimilmente al tempo di Shamshi-Adad I re di Assiria (1758-1726 a. C.), su resti di edifici preesistenti, esso presenta una struttura sostanzialmente analoga a quella del tempio di Assur ad Assur, edificato da Shamshi-Adad I e restaurato poi da Tukulti-Ninurta I (1243-1207 a. C.): un edificio quadrato, con un grande cortile centrale e ambienti minori sui lati, l'ante-cella che dà sul cortile in asse con l'ingresso principale (altri due ingressi sono sui fianchi), la cella (poco profonda e larga) sullo stesso allineamento e infine la ziqqurat, accostata alla parete esterna del tempio, sempre sul medesimo allineamento. L'ottimo stato di conservazione del tempio di T. R. conferma la validità delle raffigurazioni di templi sui sigilli medio-assiri; le mura raggiungevano almeno 11 m di altezza (come si è potuto calcolare sulla base delle scale interne) e presentavano una elaborata decorazione, eseguita in mattoni, che costituisce finora un unicum in Mesopotamia. La tradizione sumerica delle sporgenze e rientranze è qui ripetuta, arricchita da nuovi motivi ornamentali: le rientranze presentano semicolonne (se ne sono contate più di 270) che in alcuni casi (circa 50) sono costituite da spirali o da fusti squamati che imitano il tronco della palma. Qualcosa di analogo è stato riscontrato in edifici di Ur del periodo della III Dinastia (2050-1950 a. C.), ma la caratteristica di T. R. è data dall'uso della vòlta a botte e dalla grandiosità e regolarità della decorazione. La rigida simmetria della pianta, la corrispondenza delle facciate esterne allo spazio interno, le due grandi torri quadrangolari che fiancheggiano l'ingresso principale mostrano come, in questa città provinciale, i modelli provenienti dal sud mesopotamico venissero interpretati con una sensibilità alquanto diversa, con più spiccato senso decorativo.
Il tempio ebbe fasi di decadenza e di restauri, e cadde praticamente in rovina verso la fine del XIII sec. a. C. Presso l'angolo nord-orientale di esso fu costruito, in età neo-assira un nuovo tempio dalla pianta stretta ed allungata (analoga a quella attestata ad Assur, Nimrud e Khorsàbad); nella cella posta all'estremità sud-occidentale, è stata rinvenuta in situ una stele scolpita di Adad-Nirari III (809-782 a. C.). Al periodo più antico appartengono alcuni rilievi che decoravano blocchi calcarei: una gigantesca maschera di Khumbaba, un genio alato (acefalo), una figura femminile, molto consunta, tra due palme, raffigurante probabilmente il demone Lama. Al periodo medio-assiro, datato a T. R. con Salmanassar I (1273-1244) e il suo successore Tukulti-Ninurta I, appartengono alcune maschere femminili in terracotta smaltata.
A N-E del tempio è stato iniziato lo scavo di un palazzo, contemporaneo del tempio più antico, con due archivî che hanno finora restituito circa 200 testi amministrativi databili al XVIII sec. a. C.
Bibl.: S. Lloyd, Some Ancient Sites in the Sinjar District, in Iraq, V, 1938, pp. 123-42 (spec. pp. 137-38); T. H. Carter, Early Assyrians in the Sinjar, in Expedition, VII, 1964-65, pp. 34-42; D. Crownover, Some Frit from North Mesopotamia, ibid., pp. 43-44; D. Oates, The Excavations at Tell at Rimah, 1964, in Iraq, XXVII, 1965, pp. 62-80; T. H. Carter, Excavations at Tell al-Rimah, 1964, in Bulletin Amer. Schools Or. Research, CLXXVIII, 1965, pp. 40-69; D. Oates, The Excavations at Tell al Rimah, 1965, in Iraq, XXVIII, 1966, pp. 122-39; id., The Excavations at Tell al Rimah, 1966, ibid., XXIX, 1967, pp. 70-96; T. H. Carter, Tell al-Rimah. The Compaigns of 1965 and 1966, in Archaeology, XX, 1967, pp. 282-89; D. Oates, The Excavations at Tell al Rimah, 1967, in Iraq, XXX, 1968, pp. 115-38; S. Page, A Stela of Adad-Mirari III and Nergal-Eres from Tell al Rimah, ibid., pp. 139-53; H. W. F. Saggs, The Tell al Rimah Tablets, 1965, ibid., pp. 154-74; D. I. Wiseman, The Tell of Rimah Tablets, 1966, ibid., pp. 175-205; M.-R. Barrelet, Remarques sur une découverte faite à Tell al Rimah, ibid., pp. 206-14.