TELEVISIONE (XXXII, p. 439; App. II, 11, p. 964; III, 11, p. 914)
Sistemi televisivi. Servizi di radiodiffusione televisiva. - Nei vari paesi europei sono state adottate diverse varianti riguardanti soprattutto le caratteristiche del canale di trasmissione dando luogo ad altrettante norme diverse, tutte, naturalmente, a 625 righe e 25 quadri al secondo. La Francia e la Gran Bretagna hanno deciso di adottare anch'esse la norma a 625 righe e 25 quadri in occasione della realizzazione delle nuove reti TV funzionanti nella gamma delle onde decimetriche (bande IV, 470 ÷ 582 MHz, e V, 582 ÷ 960 MHz) proponendosi di abbandonare del tutto, gradualmente, le norme a 819 righe e a 405 righe utilizzate sulle vecchie reti funzionanti su canali nelle bande I, 41 ÷ 68 MHz, e III, 162 ÷ 230 MHz. Le nuove norme a 625 righe adottate da questi due paesi sono però ancora diverse da quelle già utilizzate in altri paesi: per es., la Gran Bretagna ha adottato una larghezza di banda video di 5,5 MHz e la Francia la modulazione positiva per il video e la modulazione d'ampiezza per il suono.
Nella fig. 1 sono schematizzati i sistemi di canalizzazione delle principali norme televisive mondiali, mentre nella tabella sono riassunte le caratteristiche più importanti.
La molteplicità delle norme televisive pose anche notevoli problemi per quanto riguarda l'utilizzazione delle bande di frequenza destinate alla televisione. Per la loro migliore utilizzazione sarebbe necessario ricavarne il maggior numero possibile di canali e fare in modo che almeno le frequenze corrispondenti alle portanti video fossero le medesime in tutti i paesi per poter ridurre le interferenze tra impianti di paesi confinanti.
In sede CCIR (Comité Consultatif International des Radiocommunications) non fu possibile l'adozione di una norma unica a 625 righe e, in particolare, di quella che avrebbe permesso, nella zona europea di radiodiffusione, di utilizzare canali di minima larghezza (7 MHz) per poter disporre del maggior numero di canali possibile; tuttavia per fare in modo che in tutti i paesi con norme a 625 righe le frequenze delle portanti video potessero essere le medesime fu deciso, almeno per la t. che usa le onde decimetriche (bande IV e V), di utilizzare canali di 8 MHz. Questi vennero numerati da 21 in poi e le frequenze delle portanti video risultarono tutte determinate, ogni 8 MHz, a partire da quella del canale 21 (471,25 MHz).
Naturalmente i paesi che nelle bande I e III utilizzavano la norma B (canali di 7 MHz) dovettero adottare nelle bande IV e V la norma G (canali di 8 MHz) e disporre quindi di meno canali di quanto avrebbero potuto continuando a utilizzare la norma B anche nelle nuove bande. Tuttavia questo inconveniente era da considerarsi senz'altro compensato dal vantaggio di poter ridurre le interferenze con i paesi vicini mediante la tecnica dell'offset carrier. È da rilevare, inoltre, che tutti i paesi, ancora allo scopo di ridurre le interferenze reciproche, decisero di adottare, per tutte le norme a 625 righe, la medesima frequenza per la sottoportante di colore (4,43 MHz) indipendentemente dal sistema che avrebbero poi adottato per la codificazione delle informazioni di colore (v. oltre: t. a colori).
L'offset carrier (spostamento della portante) consiste nel dare alle frequenze delle portanti video degl'impianti isocanale spostamenti, relativamente piccoli, di multipli di 1/12 della frequenza di riga. Tenendo conto di una distribuzione regolare degl'impianti sul territorio, immaginandoli, cioè, disposti ai vertici di triangoli equilateri, gli spostamenti più opportuni sono: 0, +8/12 e −8/12 della frequenza di riga. In tal modo le differenze di frequenza tra gl'impianti isocanale più vicini risultano in valore assoluto 8/12 e 16/12 della frequenza di riga. Ciò facendo il segnale interferente cade negli spazi vuoti dello spettro del segnale utile che presenta componenti di contenuto energetico rilevante solo nell'immediato intorno dei multipli della frequenza di riga. In questa situazione, se le portanti hanno una precisione di frequenza di ± 500 Hz, è come se agli effetti del disturbo visibile il segnale interferente fosse ridotto di circa 15 dB. Se, inoltre, la differenza tra le frequenze delle portanti è in una relazione conveniente, oltre che con la frequenza di riga, anche con la frequenza di trama (50 Hz in Europa), ma con una precisione di ± 2,5 Hz per le frequenze delle portanti stesse e con una stabilità di 1 • 10-6 per le frequenze di riga, allora, agli effetti del disturbo visibile, è come se il segnale interferente fosse ridotto di ben 25 dB.
Alla rete di Eurovisione, che comprende oggi 24 paesi collegati per lo scambio dei programmi attraverso una fitta rete di ponti radio, si è aggiunta la rete dell'Intervisione che collega i paesi dell'Est europeo (fig. 2). Con i collegamenti in ponte radio Italia-Tunisia, con diramazioni in Algeria e in Libia, e Spagna-Marocco anche i paesi dell'Africa settentrionale sono collegati alle reti europee. Via satellite sono poi stabilmente effettuati collegamenti con Israele e Giordania.
Attualmente tutti i paesi della Zona europea di radiodiffusione (che comprende l'Europa propriamente detta, l'Asia minore e l'Africa settentrionale) utilizzano per lo scambio dei programmi norme a 625 righe per cui non si rende più necessaria la "conversione di norma". Quest'ultima tuttavia è necessaria per lo scambio dei programmi con i paesi che utilizzano la norma a 525 righe (Stati Uniti, Giappone). La conversione di norma non degrada più apprezzabilmente il segnale video perché viene ora effettuata con apparecchiature che operano sul segnale elettrico.
Sviluppo dell'utenza televisiva. - I servizi di t. esistono ormai in tutti i paesi del mondo, quasi tutti con norme a 625 righe. Il numero dei ricevitori in bianco e nero è in continuo aumento nel mondo raggiungendo valori di saturazione in molti paesi. Anche i ricevitori a colori sono in rapida espansione, specialmente negli ultimi anni, in relazione ai rilevanti progressi tecnici che hanno permesso di aumentare la qualità della ricezione, di conferire un'elevata stabilità agli apparecchi riducendo quindi i costi di manutenzione. Negli Stati Uniti, per es., secondo i dati desunti per tutti i paesi, eccetto l'Italia, dal World radio TV handbook 1979, su una popolazione di oltre 218 milioni di persone esistono 138 milioni di televisori; in URSS su 258 milioni di persone si hanno 75 milioni di televisori; in Gran Bretagna su 56,18,5 milioni di televisori; nella Rep. Fed. di Germania su 62 milioni, 20 milioni di televisori; nella Francia su 53 milioni, oltre 15 milioni di televisori. In Italia vi sono oltre 12,8 milioni di abbonati.
Televisione via satellite. - L'avvento nel 1963 dei satelliti geostazionari per collegamenti telefonici e televisivi intercontinentali, oggi ampiamente utilizzati su scala mondiale, specialmente con la serie INTELSAT, ha creato le premesse tecniche per lo sviluppo della diffusione televisiva via satellite. Le difficoltà tecniche attualmente possono essere considerate superate. Dal punto di vista giuridico il servizio di diffusione da satellite dovrà essere a carattere nazionale, salvo il naturale debordamento: a titolo di esempio, nella fig. 3 si può vedere il contorno principale dell'area di servizio (luogo dei punti dell'area in cui il campo elettrico è appena 3 dB al di sotto del massimo nell'interno dell'area) di un satellite geostazionario per l'Italia.
Gl'impianti di trasmissione installati a bordo dei satelliti per diffusione televisiva dovranno funzionare su frequenze assai elevate, dell'ordine di 12 GHz, per evitare interferenze agli altri servizi terrestri. D'altra parte, l'uso delle frequenze nella banda delle onde centimetriche consente di utilizzare antenne di trasmissione, sui satelliti, molto direttive, permettendo di limitare il più possibile la zona servita e quindi di riutilizzare il medesimo canale di trasmissione in paesi relativamente vicini. Alcuni paesi di vasta estensione pensano, inizialmente, di sfruttare le emissioni da satelliti per alimentare trasmettitori convenzionali terrestri molto distanti tra di loro e quindi assai onerosamente collegabili con ponti radio a terra.
La prima rete di satelliti nazionali è stata inaugurata in URSS con il lancio, il 23 apr. 1965, del suo primo satellite di telecomunicazioni, MOLNIYA-1A.
Questo satellite descrive un'orbita molto ellittica (apogeo 38.699 km, perigeo 560 km) per permettere l'uso del satellite per 12 ore continue al di sopra dell'emisfero Nord per la trasmissione della t. a colori, della telegrafia, della telefonia e del fac-simile. La potenza a bordo del satellite è di 40 W. La rete sovietica di stazioni terrestri alimentate dal satellite, chiamata ORBITA, si compone di circa 30 stazioni ripartite su tutto il territorio dell'URSS. Due di esse, una a Mosca e una a Vladivostok, possono anche trasmettere verso il satellite; le altre possono solo ricevere e sono collegate a normali trasmettitori di diffusione terrestre.
Anche il Canada ha già in esercizio satelliti per tale scopo. Il primo, denominato ANIK-1, è stato lanciato alla fine del 1972, seguito dall'ANIK-2 in primavera del 1973; un terzo ANIK è stato tenuto come riserva al suolo. Ciascun satellite ha una capacità di 10 canali TV a colori. Le stazioni terrestri sono di tipi differenti: dalle normali stazioni trasmittenti sino ai piccoli impianti per ricezione collettiva per il Grande Nord permettendo alla soc. Radio-Canada di diffondere programmi dall'Atlantico al Pacifico, in inglese e francese.
Alcuni paesi di vaste dimensioni hanno grande interesse a stabilire al più presto un servizio di diffusione da satellite per ricezione collettiva, anziché individuale, a scopo essenzialmente educativo.
Così il governo indiano ha già effettuato la prova di utilizzazione di un satellite per servire 500.000 villaggi, grazie al satellite ATS-F posizionato per l'occasione sull'Oceano Indiano. Il Giappone ha invece ora in corso prove di diffusione diretta individuale, televisiva e radiofonica, con il satellite BSE, messo in orbita l'8 aprile 1978.
Televisione via cavo. - La t. via cavo è nata negli anni Cinquanta in America del Nord (SUA e Canada) e in Europa (Gran Bretagna) come mezzo per estendere il servizio nelle zone d'ombra dei trasmettitori, cioè, generalmente, nelle zone lontane dai centri urbani. Successivamente si è estesa anche nelle grandi città dove, per la presenza di alti edifici, la propagazione dei segnali televisivi era affetta da disturbi che ne rendevano precaria, se non impossibile, la ricezione.
I primi sistemi di ricezione comunitaria (CATV, Community Antenna Television) costituiti da impianti centralizzati più o meno estesi, sono quindi stati concepiti sostanzialmente come un'estensione della rete televisiva tradizionale. In seguito essi si sono modificati e sviluppati fino a comprendere la distribuzione di programmi televisivi prodotti localmente e di altri importati da zone più lontane. In tal modo la t. via cavo ha assunto la possibilità di diffondere, con adeguati mezzi tecnici, programmi televisivi e sonori irradiati in aree limitrofe, eliminando in parte la disuniformità nel numero dei programmi ricevibili dagli utenti.
Tali sviluppi hanno modificato il concetto originario di CATV fino a fargli assumere il significato più vasto di diffusione di programmi televisivi via cavo (Cable television) mediante reti estese e complesse. Gli aspetti fondamentali della CATV sono soprattutto i seguenti: importazione di programmi da aree distanti; produzione di programmi locali; invio in rete di segnali generati presso l'utente: reti CATV bidirezionali.
È evidente che l'attuazione di tutte le possibilità potenziali implicite negli aspetti accennati comporterebbe la necessità di progettare le reti di CATV con numero sempre maggiore di canali. Negli Stati Uniti si pensa di arrivare presto a 40 canali anche se la capacità delle reti attuali va da 12 a 20. In Europa la distribuzione di un numero di programmi superiore a 10 ÷ 20 si può ritenere solo come obiettivo realizzabile a lungo termine.
Gl'impianti più diffusi consistono essenzialmente in una rete di cavi coassiali, collegati a una stazione di testa, con inseriti a intervalli opportuni amplificatori a larga banda, capaci di amplificare contemporaneamente, senza apprezzabile degradazione, i segnali di molti canali televisivi (anche 20 e più). In generale con opportuni adattatori possono essere usati in ricezione i normali televisori del commercio.
Tale sistema ha trovato particolare diffusione negli Stati Uniti; per quanto riguarda l'Europa si può rilevare che la CATV, presente in quasi tutti i paesi, si è di fatto diffusa essenzialmente in Gran Bretagoa, Svizzera e Belgio. In Gran Bretagna gli utenti sono circa 1,5 milioni, circa 300.000 in Svizzera e circa 200.000 in Belgio. In generale gli utenti della CATV pagano un contributo di allacciamento e un canone mensile o annuo.
Le reti di CATV sono costruite e gestite da privati dietro autorizzazione dell'amministrazione delle telecomunicazioni dei vari paesi. In pochi casi sono costruite e gestite dalle amministrazioni stesse. In Italia, conformemente alla l. 14 apr. 1975, n. 103, i privati possono installare e gestire una rete di CATV, purché sia monocanale e interessi una popolazione non superiore a 180.000 abitanti, dietro autorizzazione del ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni. I sistemi di CATV sono relativamente assai costosi e si giustificano economicamente soprattutto quando è possibile dare agli utenti molti programmi spesso irricevibili via etere nella zona.
La televisione in Italia. - Dal punto di vista della diffusione sono attualmente operanti tre reti televisive della RAI-Radiotelevisione Italiana, di cui due a estensione nazionale. Al 31 dicembre 1978 la prima rete televisiva italiana serviva il 98,8% della popolazione con 45 impianti trasmittenti principali e 813 ripetitori (fig. 4). Agli 8 canali usati in trasmissione, sulle bande I e III, si è aggiunto il canale H1 sulla banda III, 216 ÷ 223 MHz.
La norma televisiva utilizzata in Italia per la prima rete è praticamente la norma B (a 625 righe), da cui differisce solo per la posizione del suono del canale adiacente inferiore. Ciò è dovuto al fatto che i canali italiani, entro una stessa banda, non sono contigui, ma presentano un intervallo variabile da 0 a 2 MHz.
Alla data del 31 dicembre 1978 la seconda rete TV serviva il 97% della popolazione con 51 trasmettitori e 481 ripetitori (fig. 5). Questa seconda rete utilizza generalmente le onde decimetriche corrispondenti alla banda IV e la norma G a 625 linee (v. tabella). Inoltre, come previsto dall'art. 14 della l. 14 apr. 1975, n. 103, e dall'art. 17 della Convenzione dell'8 ag. 1975 tra il ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni e la RAI, la RAI ha in corso di realizzazione una terza rete televisiva "a carattere nazionale, idonea a una separata e contemporanea utilizzazione per diffusioni in ambito regionale". Le trasmissioni della terza rete sono iniziate il 15 dicembre 1979 con 43 impianti trasmittenti, con i quali è possibile assicurare il servizio al 45,3% degl'italiani, interessando almeno tutti i capoluoghi di regione. È da rilevare però che a questa data solo il 42,5% degl'italiani può ricevere il programma destinato alla propria regione.
Tali impianti utilizzano generalmente le onde decimetriche, corrispondenti alla banda V. È prevista l'estensione del servizio almeno a tutti i capoluoghi di provincia, per cui la terza rete sarà ricevibile dall'85,9% degl'italiani, anche se solo l'83,6% potrà ricevere il programma destinato alla propria regione. Questa estensione sarà ottenuta nei prossimi anni con la realizzazione di altri 100 impianti tra trasmettitori e ripetitori.
In aggiunta agl'impianti della RAI sono operanti in Italia, alla luce della citata l. n. 103 e della sentenza n. 202 della Corte Costituzionale, impianti ripetitori di programmi televisivi esteri e stazioni private di t. (al 31 dicembre 1978 446 ripetitori di programmi esteri e 676 stazioni private di televisione).
La televisione a colori. - Requisito riconosciuto indispensabile per qualunque sistema di t. a colori destinato alla trasmissione circolare è quello detto della "compatibilità". Per compatibilità s'intende la possibilità che le trasmissioni televisive circolari a colori siano ricevute correttamente, ovviamente in bianco-nero, con gli esistenti ricevitori domestici bianco-nero, e che inoltre le trasmissioni televisive circolari in bianco-nero effettuate secondo le norme in vigore siano ricevute correttamente, ovviamente in bianco-nero, dai ricevitori domestici a colori.
Il requisito della compatibilità impone in dettaglio i seguenti vincoli principali:
a) le trasmissioni televisive a colori e in bianco-nero devono essere fatte secondo norme che abbiano lo stesso numero di righe per trama e di trame per secondo;
b) il segnale contenente l'informazione in bianco-nero, o luminanza, deve avere la stessa costituzione per tutte le trasmissioni;
c) lo scarto di frequenza della portante audio rispetto alla portante video dev'essere lo stesso per tutte le trasmissioni.
Le vicende che portarono a suo tempo alla proliferazione delle norme televisive si ripeterono per la scelta del sistema da adottare per la t. a colori.
Fin dal 1955 il CCIR aveva messo allo studio la questione della scelta dei sistemi per la t. a colori decidendo, tra l'altro, che essi dovessero rispondere ai requisiti di compatibilità e larghezza di banda strettamente necessaria.
La Commissione di studio XI del CCIR si riunì a Vienna nel marzo del 1965 per raccomandare la scelta di un sistema a colori che potesse essere utilizzato addirittura in tutto il mondo, esaminò tre sistemi possibili di t. a colori (NTSC, PAL e SECAM III) e riconobbe che essi avevano i requisiti generali richiesti, perché i sistemi di t. in bianco e nero e a colori erano compatibili e i segnali di crominanza e di luminanza occupavano una banda di frequenze comune. La Commissione di studi prese in esame le prove pratiche effettuate su grande scala dagli organismi di radiodiffusione, dalle amministrazioni P.T. e dagli organismi industriali e redasse un rapporto generale sulla t. a colori.
In seno alla Commissione di studio XI nella riunione di Oslo del 1966 fu costituito un sottogruppo ristretto, a cui parteciparono le delegazioni degli Stati Uniti, Francia, Italia, Paesi Bassi, Rep. Fed. di Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Cecoslovacchia, URSS, Iugoslavia, che esaminò, in primo luogo, se fosse stato possibile arrivare a un sistema di t. a colori unico per tutto il mondo. Il sottogruppo giunse rapidamente alla conclusione che ciò era impossibile perché il sistema NTSC, già in servizio pubblico nei paesi che utilizzano la norma a 525 righe, non era accettato da tutti gli altri paesi. In questa situazione il sottogruppo si occupò della possibilità di fissare un sistema unico per la t. a colori a 625 righe in vista della sua utilizzazione nei paesi che adottavano norme con tale numero di righe. Il sottogruppo constatò che un nuovo sistema, il SECAM IV, avrebbe avuto probabilmente la possibilità di essere scelto da tutti, ma la necessità per alcuni paesi e, particolarmente, per la Rep. Fed. di Germania e per la Gran Bretagna di cominciare il servizio a colori entro il 1967, non permise di prendere in esame il sistema suddetto che avrebbe richiesto ancora diversi anni di sperimentazione. La Gran Bretagna e la Rep. Fed. di Germania iniziarono il servizio a colori con il sistema PAL e la Francia con il sistema SECAM III. Quest'ultimo sistema è stato scelto in generale dai paesi dell'Europa orientale mentre gli altri paesi dell'Europa occidentale che hanno già iniziato il servizio a colori hanno scelto il sistema PAL.
In Italia il Consiglio superiore delle telecomunicazioni raccomandò nella seduta del 4 aprile 1975 la scelta del sistema PAL e tale raccomandazione fu recepita nella Convenzione Stato-RAI (art. 16, approvata con d.P.R. 11 ag. 1975, n. 452). Con d.m. 27 gennaio 1977 fu fissata al 1° febbraio 1977 la data d'inizio delle trasmissioni a colori su entrambe le reti televisive.
Sistema PAL (Phase Alternation Line). - Il sistema PAL è un sistema compatibile, derivato dal sistema NTSC, e adatto allo standard di scansione a 625 linee, 50 trame/sec. In esso la frequenza della sottoportante colore è di 4.433.618 Hz, e cioè circa 1135/4 la frequenza di riga, ed è correlata con la frequenza di riga e di quadro così da renderne minima la visibilità sullo schermo per ragioni di compatibilità; come nel sistema NTSC la sottoportante colore è modulata d'ampiezza a portante soppressa e in quadratura dai due segnali di crominanza B- Y e R- Y; la particolarità del sistema PAL è che la fase del segnale R- Y viene invertita a ogni linea video; questo accorgimento conferisce al sistema PAL un'assai minore sensibilità ad alcune delle distorsioni introdotte sul segnale video dalle catene di trasmissione televisiva; le distorsioni infatti si presentano in maniera complementare su righe video successive nel tempo e possono essere compensate in ricezione se s'incorpora nel ricevitore televisivo una linea di ritardo avente un ritardo pari a una riga video; prelevando i segnali video all'ingresso e all'uscita della linea di ritardo e confrontandoli tra loro si possono infatti evidenziare e correggere automaticamente le distorsioni complementari presenti su punti d'immagine analoghi su due righe successive.
Sistema SECAM (Séquentiel à Memoire). - Si tratta di un sistema, anch'esso perfettamente compatibile, che differisce dal sistema NTSC solo per il fatto che la sottoportante viene modulata con una sola modulazione per trasmettere a ogni riga, alternativamente, le due informazioni di crominanza B- Y e R- Y una per volta. In altri termini, un segnale di crominanza modula la sottoportante durante una riga, mentre durante la riga successiva è l'altro segnale di crominanza che modula la sottoportante. Il segnale di luminanza Y viene invece trasmesso nel modo consueto. In ricezione, a ogni riga, al segnale di luminanza vengono mescolati il segnale di crominanza fornito dalla sottoportante durante quella stessa riga e l'altro segnale di crominanza immagazzinato durante la riga precedente per mezzo di una linea di ritardo. In tal modo si vengono a eliminare tutte le difficoltà connesse alla doppia modulazione della sottoportante in relazione soprattutto ai ritardi di fase che si verificano lungo i mezzi di trasmissione. Poiché la sottoportante è modulata in frequenza, la trasmissione risulta indipendente non solo dalle distorsioni di fase, ma anche dal guadagno differenziale. Il sistema è assai stabile e, sebbene la definizione cromatica verticale risulti diminuita rispetto a quella in bianco e nero, tuttavia essa risulta sempre superiore a quella orizzontale ottenuta con la trasmissione dei segnali di crominanza a banda ridotta.
Convertitori di standard. - La trasformazione di un segnale televisivo da una norma a un'altra può essere ricondotta a due casi distinti.
a) Segnali aventi norma di scansione identica, ma con diversa codifica dell'informazione di colore. Questa trasformazione, indicata col nome di "trascodificazione", è frequente tra paesi europei impieganti norme di codifica colore diverse (PAL e SECAM). Essa si realizza mediante un dispositivo consistente schematicamente in un decodificatore colore col quale si ricavano le componenti Y, R- Y, B-Y del segnale da trascodificare, e in un codificatore colore col quale da tali componenti si ricodifica il segnale a colori nella norma desiderata.
b) Segnali aventi norma di scansione diversa, e, ovviamente, diversa codifica dell'informazione di colore. È questo il caso sempre più frequente dello scambio di programmi a colori nei due sensi tra l'Europa e gli SUA. Per effettuare questa conversione sono disponibili apparati basati sull'uso di due catene affiancate, ciascuna costituita di telecamera e monitore bianco-nero; mentre una catena converte l'informazione di luminanza l'altra converte le due componenti di crominanza dello stesso punto dell'immagine, opportunamente codificate in forma spaziale sullo schermo del monitore. Tralasciando di entrare in maggiori dettagli sul funzionamento di questo convertitore, o di altri nei quali ugualmente la conversione è effettuata agendo sul segnale video nella sua forma analogica, sembra interessante menzionare i convertitori digitali, che stanno divenendo disponibili sul mercato e che operano sul segnale video trasformato in impulsi binari mediante una modulazione d'impulsi in codice.
In questi convertitori di standard l'ampiezza del segnale video da convertire, relativa a ciascun punto del quadro televisivo, è campionata; la misura di questa ampiezza, espressa mediante un codice binario, è immagazzinata sotto forma di un treno d'impulsi nell'elemento di una memoria assegnato a quel punto del quadro; in tal modo un intero quadro televisivo del segnale da convertire viene immagazzinato nella memoria sotto forma digitale e ciascun elemento di memoria viene aggiornato coi successivi valori dei campioni di ampiezza del segnale da convertire relativi a quel punto dell'immagine mano mano che essi si presentano.
Similmente, valori dei campioni di livello video immagazzinati nella memoria sotto forma digitale sono prelevati dalla memoria in sequenza, negl'istanti in cui devono comparire all'uscita del convertitore di standard, in relazione con la cadenza di scansione dello standard televisivo desiderato. Poiché le operazioni di scrittura e di lettura della memoria sono effettuate mediante circuiti di accesso separati e distinti, non vi è alcun vincolo nella relazione reciproca di frequenza o di fase tra la trama di scrittura e la trama di lettura, cioè tra la cadenza dei sincronismi del segnale da convertire e quella del segnale convertito. Un dispositivo di questo genere è quindi atto a effettuare, in linea di principio, la conversione da qualunque standard a qualunque altro standard televisivo; esso è inoltre atto, mediante un'opportuna programmazione dei circuiti di comando della scrittura e della lettura, a cambiare le dimensioni e il posizionamento dell'immagine sul quadro televisivo e si presenta quindi come un interessante apparato ausiliario potenziale di regia televisiva, col quale potrebbero essere realizzati trucchi ed effetti speciali inediti.
Tubi da ripresa per telecamere. - I tubi da ripresa attualmente di gran lunga più usati nel mondo, soprattutto per riprese televisive a colori, sono quelli di tipo fotoconduttivo, cioè il vidicon, il plumbicon e i tubi analoghi.
Il plumbicon si differenzia dal vidicon per alcuni aspetti di dettaglio, ma operativamente importanti: ha uno strato fotosensibile di biossido di piombo, la sua caratteristica di trasduzione tra luce incidente e corrente di segnale è assai lineare e per propria natura non presenta fenomeni di saturazione agli alti livelli di luce. Mediante opportuni accorgimenti è possibile introdurre tale fenomeno di saturazione che permette di ottenere un'utile compressione del segnale video in corrispondenza dei punti più luminosi dell'immagine, quali riflessi speculari o fiamme nude.
Altra interessante caratteristica del plumbicon è la bassissima corrente di segnale in corrispondenza dei neri dell'immagine, ciò che consente di ottenere un basso livello di rumore di fondo in tali zone. Il plumbicon presenta inoltre un'inerzia o persistenza più ridotta di quella del vidicon. Per le sue caratteristiche superiori rispetto al vidicon, il plumbicon è il tubo da ripresa impiegato quasi universalmente per le telecamere professionali a colori, mentre il vidicon, meno costoso, è di solito preferito per le telecamere industriali in bianco-nero e talvolta anche a colori.
Apparecchiature di telecinema. - Oltre al tipo noto per bianco e nero gli organismi televisivi europei tendono a preferire, per la migliore qualità e per il più facile esercizio, i telecinema a punto volante (flying-spot), già descritti.
Nel caso di un telecinema a colori a punto volante, la luce che attraversa il film viene divisa con un sistema ottico nelle sue tre componenti rossa, verde e blu, che vengono raccolte da tre cellule fotoelettriche dalle quali si ottengono rispettivamente i segnali R, V e B.
Registrazione magnetica delle immagini televisive. - La registrazione videomagnetica (RVM) si è gradatamente estesa dal campo professionale a quello industriale e recentemente anche a quello amatoriale. In quest'ultimo campo ha assunto importanza l'uso delle videocassette, cioè l'uso di nastri magnetici racchiusi in contenitori appositamente studiati per proteggere il nastro dagli agenti esterni, ai quali è particolarmente sensibile, e per rendere semplice e automatico al massimo il caricamento del registratore.
Per queste applicazioni non professionali sono usati registratori di tipo cosiddetto "a scansione elicoidale", che impiegano nastro di minore larghezza e che pur basandosi sugli stessi principi dei registratori professionali, adottano una configurazione cinematica alquanto diversa.
In essi si usa un disco rotante che reca una o, più spesso, due testine magnetiche montate agli estremi di un diametro. Attorno al disco il nastro si avvolge secondo un segmento elicoidale (fig. 6), appoggiandosi su un'apposita guida cilindrica coassiale con il disco rotante. Le testine magnetiche vengono in contatto col nastro su un arco di cerchio durante la loro rotazione, ed esplorano il nastro da un bordo all'altro descrivendovi tracce contigue, mentre il nastro si sposta gradatamente lungo la propria sede elicoidale. In tal modo la velocità relativa tra il nastro e la testina è determinata dalla velocità di rotazione del disco porta-testine, e può assumere gli elevati valori necessari, mentre la velocità di avanzamento del nastro rispetto al suo cilindro di guida può essere più bassa; essa è infatti determinata dalla necessità di far avanzare il nastro di una lunghezza pari alla distanza tra due tracce contigue (misurata in direzione dell'avanzamento del nastro), ogni volta che si registra una traccia.
Progressi della tecnica televisiva. - Nell'ambito delle inn0vazioni che interesseranno nei prossimi anni il campo della t., l'introduzione su larga scala delle tecniche digitali sembra a tutt'oggi essere una tra le più importanti. Detta tecnica normalmente individuata dalla sigla PCM (Pulse Code Modulation) consiste nella trasformazione del segnale video da analogico in numerico e nella successiva trasmissione del segnale così codificato per mezzo di un flusso d'impulsi (bit). La trasformazione del segnale video da analogico in digitale viene effettuata da appositi convertitori che campionano il segnale analogico a una frequenza sufficientemente elevata (almeno il doppio della massima frequenza che può essere presente nel segnale video) e trasformano successivamente l'ampiezza di ciascun campione in un numero espresso in un opportuno codice binario.
I vantaggi connessi all'introduzione della tecnica digitale negli impianti televisivi sono notevoli e interessano sia la qualità del segnale televisivo trasmesso sia la costruzione, la progettazione e la gestione degl'impianti. Per quanto riguarda il primo aspetto è opportuno sottolineare che il segnale numerico, o digitale che dir si voglia, è per sua natura insensibile alla quasi totalità dei disturbi che degradano la qualità dei segnali analogici; esso inoltre può essere rigenerato a intervalli convenienti, minimizzando così l'influenza del rumore presente nelle varie fasi di elaborazione e di trasmissione del segnale. Dal punto di vista della costruzione e gestione degl'impianti, oltre all'indubbio miglioramento dell'affidabilità degli stessi e alla semplificazione delle operazioni di misura, è da segnalare la possibilità di ottimizzare l'utilizzazione dei canali di trasmissione.
Detta possibilità è legata a una caratteristica dei segnali digitali che possono essere trasmessi o con un mezzo di trasmissione con opportuna larghezza di banda o con un numero di mezzi di trasmissione che lavorino in parallelo e tali che la somma delle loro larghezze di banda sia uguale alla larghezza di banda del mezzo suddetto; così, per es., un segnale digitale con un flusso di 100 Mbit/sec può essere trasmesso con 2 canali da 50 Mbit/sec, 4 canali da 25 Mbit/sec, e così via. Questa caratteristica rende possibile l'utilizzazione dei vari canali di trasmissione (ponti, cavi, ecc.) in maniera mista per far transitare segnali digitali di natura del tutto diversa (video, audio, dati, conversazioni telefoniche, ecc.) e variabile a seconda delle necessità. A fronte di questi indubbi vantaggi sta comunque l'enorme occupazione di banda connessa con la trasmissione dei segnali digitali che, nel caso di un segnale televisivo a colori, può richiedere la trasmissione di un flusso di bit variabile da 34 a 140 Mbit/sec a seconda del sistema di codifica adottato; l'adozione su vasta scala delle tecniche numeriche in t. risulta pertanto legata alla disponibilità di sistemi di trasmissione a grande capacità (fibre ottiche, laser, ecc.).
La tecnica PCM ha trovato già alcune applicazioni pratiche attualmente disponibili sul mercato come: a) sound in sync: un sistema che permette di trasmettere un audio di qualità assieme al video, codificando l'audio in forma digitale e inserendo detto segnale nei sincronismi di riga del segnale video; b) convertitori di standard (già citati); c) memorie di quadro: apparati che permettono di rendere sincroni, ai sincronismi di stazione, segnali TV non sincroni; d) correttori della base dei tempi: apparati che correggono le instabilità del trasporto dei registratori video, particolarmente di quelli semiprofessionali e domestici.
A queste applicazioni, piuttosto limitate e circoscritte ad alcuni impieghi speciali, si aggiungeranno nei prossimi anni dei sistemi di trasmissione in ponte mobile e dei registratori video, di cui già sono disponibili dei prototipi sperimentali, e poi man mano i restanti apparati. È prevedibile comunque che, anche se il diminuito costo dei circuiti integrati e il superamento delle difficoltà connesse alla larghezza di banda permetteranno una più rapida introduzione delle tecniche digitali negl'impianti di ripresa e di distribuzione, i ricevitori domestici rimarranno analogici ancora per decine di anni, non essendo pensabile, dato il numero elevato di ricevitori attualmente in servizio, la modifica degli standard di trasmissione esistenti.
Tra le altre innovazioni tecnologiche connesse con l'esercizio degl'impianti di ripresa televisiva è da segnalare l'introduzione di tubi da ripresa allo stato solido, tipo CCD (Charge Coupled Device), che permetteranno l'eliminazione dell'ultimo tubo termoionico ancora esistente nella catena di ripresa, migliorando notevolmente l'affidabilità della catena stessa e permettendo una notevole riduzione dei pesi e degl'ingombri delle telecamere.
Va sottolineato l'esaltante sviluppo scientifico e tecnico nel campo della trasmissione dei segnali televisivi a colori a grande distanza: esso ha non solo reso ormai abituale la partecipazione simultanea di spettatori di ogni continente - attraverso gli estesi collegamenti raggruppati nei sistemi dell'Eurovisione, dell'Intervisione e della Mondovisione - ad avvenimenti che si verificano nei più diversi punti del nostro pianeta, ma ha permesso il "miracolo" delle emozionanti immagini degli sbarchi lunari.
Così, va ancora ricordato il ruolo che la t. ha nel campo dell'educazione di massa: per l'Italia, essendo nel frattempo notevolmente migliorate le strutture scolastiche del paese, la RAI trasmette programmi di t. scolastica integrativi e complementari dei normali corsi di studi, sia per la scuola dell'obbligo sia per le scuole secondarie superiori. Vedi tav. f. t.
Bibl.: Si veda la bibliografia della v. radiodiffusione, in qusta Appendice.
Per il diritto: v. RAI-radiotelevisione italiana: Diritto, in questa Appendice.