televisione digitale
televisióne digitale locuz. sost. f. – Applicazione delle tecniche digitali alla televisione. Negli anni Novanta del 20° sec. e nei primi anni del 21° si sono resi evidenti gli effetti dell’introduzione della tecnologia digitale nel campo mediale e televisivo, soprattutto nel senso della convergenza dei media (che può essere definita come la ‘tendenziale indifferenza’ dei contenuti alle piattaforme) e dell’interattività. Fino alla prima metà degli anni Ottanta tutti gli esperimenti per la nascita della t. d. si erano concentrati sul miglioramento della qualità delle immagini, senza preoccuparsi dell’eccessiva bit rate (velocità di trasmissione) necessaria per la messa in onda di immagini ad alta definizione. Dalla seconda meta dagli anni Ottanta e negli anni Novanta l’attenzione si è rivolta ai metodi per la compressione del segnale e ai protocolli standard per la sua trasmissione e ricezione. In Europa questo standard viene indicato come DVB (Digital video broadcasting); esso costituisce un insieme di regole che riguardano l’intero sistema televisivo ed è suddiviso in diversi settori: DVB-S (per la ricezione e la diffusione del segnale televisivo via satellite), DVB-C (per il cavo), DVB-T (per il segnale digitale terrestre), DVB-M (per i segnali a microonde MMDS, Multichannel multipoint distribution service, e LMDS, Local multipoint distribution system), DVB-I (per i programmi interattivi). Uno degli elementi distintivi del linguaggio digitale è l’omogeneità, ossia l’utilizzo di un medesimo linguaggio per segnali di natura diversa: la televisione, digitalizzandosi, sfrutta questa proprietà e il suo segnale può essere trasmesso attraverso lo stesso cavo (fibra ottica) che rende possibile la comunicazione telefonica o Internet. Grazie a questa caratteristica, nascono i primi sistemi digitali convergenti: testi di natura diversa sono distribuiti da un unico canale e integrati su un unico supporto. Il testo in questo modo assume una nuova forma in cui suono, immagine e scrittura sono posti sui medesimi supporti, oppure vengono distribuiti attraverso le medesime reti di comunicazione. L’altra peculiarità del linguaggio digitale è la facilità con cui possono essere modificati e anche manipolati i dati rendendo possibile una comunicazione di tipo bidirezionale. La t. d. non soltanto offre al telespettatore la possibilità di costruirsi il proprio palinsesto (video on demand), ma anche l’accesso ai servizi di enhanced broadcasting (EPG, Electronic program guide, Superteletext, t-commerce, ecc.), a Internet e ai programmi in multiregia. Al telespettatore viene attribuito un ruolo di utente attivo. La caratteristica della t. d. è quindi la flessibilizzazione degli orari e la progressiva personalizzazione dell’utilizzo del mezzo televisivo. Il video on demand è il risultato di un lungo processo, ancora in corso, di trasformazione della televisione in un medium interattivo: consente al telespettatore di scegliere da un menu ciò che gli interessa vedere e di modificare la velocità di visione (stop, fermo immagine, ecc.); l’utilizzo del mezzo diviene sempre più personale. Contrariamente a quelli analogici, che presentano un peggioramento progressivo al diminuire del livello del segnale ricevuto, i sistemi digitali sono sostanzialmente esenti da disturbi e interferenze e consentono un miglioramento della qualità audio e video. Allo stesso modo determinano un aumento quantitativo dell’offerta televisiva, considerando che i canali terrestri DVB-T sono tra 100 e 200 nelle bande VHF-UHF (Very high frequency-Ultra high frequency) e i canali da satellite DVB-S possono essere varie centinaia, in base al numero dei ripetitori (transponder) dei satelliti in esercizio. La sovrabbondanza di canali permette però soltanto in linea di principio di aumentare l’offerta. Il mercato italiano non può, per es., sostenere più di 7-8 programmi nazionali non tematici in chiaro (non a pagamento diretto), a causa del livello delle risorse provenienti da canone e pubblicità. I molti canali aggiuntivi disponibili sono quindi impiegati per programmi tematici e a pagamento, soprattutto con abbonamenti stagionali, oppure con acquisti di singoli prodotti quali film o partite di calcio.