telescopio
telescòpio [Comp. di tele- e -scopio] [LSF] (a) Strumento ottico per la visione di oggetti distanti, propr. t. ottico (v. oltre). (b) Estensiv., nome di dispositivi per rivelare e misurare determinate grandezze di enti fisici, per es. di particelle elementari: t. di rivelatori di particelle, ecc. ◆ [ASF] T. a doppio Compton: rivelatore di raggi gamma per studiare sorgenti astrofisiche di tale radiazione: v. astronomia gamma: I 228 e. ◆ [ASF] T. astronomico: G. Galilei realizzò il primo t. rifrattore (1611, da lui chiamato cannocchiale) e I. Newton realizzò il primo t. riflettore (1671); questi strumenti, insieme con quelli che ne derivarono, sostituirono in breve i precedenti strumenti astronomici, atti a misurare angoli tra visuali (astrolabi, quadranti murali, ecc.), ma non ad aumentare il potere dell'occhio; la loro evoluzione, verso strumenti di apertura (diametro utile dell'obiettivo) e lunghezze focali, quindi di ingrandimento angolare, sempre maggiori, riguardò abbastanza equamente sia i rifrattori che i riflettori per tutto il Settecento e gran parte dell'Ottocento. In realtà, fattori di carattere sia costruttivo che ottico giocavano a favore dei riflettori; infatti, nel caso dell'obiettivo diottrico più semplice (un doppietto acromatico), si tratta di lavorare con precisione "ottica" (teoricamente entro il decimo di lunghezza d'onda della luce, cioè entro le decine di pm) quattro superfici di una massa di vetro che dev'essere rigorosamente priva di difetti, mentre un obiettivo riflettore richiede la lavorazione di una sola superficie che, operando in riflessione, è per sua natura acromatica nel campo ottico. Il limite dei rifrattori fu raggiunto (1897) con lo strumento dell'Osservatorio Yerkes di Chicago, con una lente obiettiva (un doppietto acromatico) del diametro di 1.02 m, e da allora tutti i grandi t. astronomici realizzati sono stati riflettori, con specchi paraboloidici sia monolitici (i due più grandi sono quello da 5 m di Mount Palomar, California, e quello da 6 m del Caucaso), sia a sintesi, cioè costituiti da molti piccoli specchi, la cui posizione è controllata automaticamente in modo che la resa complessiva sia equivalente a quella di un grande specchio, di apertura all'incirca pari alla somma delle aperture degli specchi piccoli. Lo schema di principio è nella fig. 1.1 e per il suo funzionamento si rinvia a ciò che è detto poco più avanti per i t. in genere (è da sottolineare che gli oggetti da osservare sono sempre all'infinito); di questo schema sono state realizzate con successo molte varianti, in genere volte a ottenere grandi lunghezze focali, e quindi forti ingrandimenti, senza aumentare troppo le dimensioni; alcune di queste disposizioni sono presentate nelle figg. da 1.2 a 1.8, mentre le figg. 2 e 3 mostrano lo schema di due t. moderni, uno con uno specchio rigido ordinario e l'altro con specchio a deformazione controllata elettronicamente (per altri dati sui t. astronomici attuali, v. astronomia ottica); quanto alla montatura dei t., cioè al sistema di sostegno che determina anche i gradi di libertà dell'asse ottico, → montatura. La tab. dà l'elenco dei più grandi t. italiani, mentre per i più grandi nel mondo, v. astronomia ottica: I 236 Tab. 1.1. ◆ [ASF] [OTT] T. meridiano e t. fotografico zenitale: v. coordinate astronomiche, misurazione delle: I 758 f, 760 f. ◆ [OTT] T. ottico: è costituito da un obiettivo e da un oculare; l'obiettivo è una lente composta convergente nei t. diottrici, o rifrattori, oppure uno specchio concavo, anch'esso convergente (di norma paraboloidico), nei t. catottrici, o riflettori; l'obiettivo forma degli oggetti osservati un'immagine reale che si trova nel suo piano focale (per oggetti effettivamente all'infinito, come sono gli astri) o in stretta prossimità di esso (per oggetti distanti, ma non all'infinito); l'oculare è un altro sistema ottico (di norma a lenti) che forma dell'immagine obiettiva un'immagine virtuale e ingrandita, che esso presenta all'occhio; se, come spesso capita nell'osservazione astronomica, lo scopo è di fotografare astri o di studiarne caratteristiche spettrali o di altro genere, la lastra fotografica o lo strumento di misurazione (spettroscopio, ecc.) raccolgono direttamente l'immagine obiettiva e l'oculare potrebbe anche mancare (come capita, per es., in alcuni t. astronomici fotografici); un'altra distinzione è tra t. terrestri e t. astronomici, a seconda che l'oculare presenti all'occhio immagini degli oggetti diritte oppure capovolte (come sono le immagini obiettive); tali denomin. derivano dal fatto che il fornire immagini diritte ha importanza per oggetti terrestri, certamente non per astri sulla volta celeste (e aggiungiamo che gli oculari non invertenti dei t. astronomici sono più semplici e quindi più efficienti di quelli, invertenti, necessari per i t. terrestri). È infine da osservare che nell'uso corrente, anche astronomico, i rifrattori sono di preferenza chiamati (con denomin. galileiana) cannocchiali, mentre il termine t. è riservato piuttosto ai riflettori. ◆ [ASF] [OTT] Meccanica, siti e ottica dei grandi t.: v. astronomia ottica: I 242 e, 243 e, 236 d.