telepopulismo
s. m. – La nascita e la diffusione di un nuovo populismo attraverso la televisione e le possibilità offerte dal web. Alla fine del 20° sec. il paesaggio della comunicazione elettronica, e in particolare la televisione, ha contribuito ad accogliere e proporre una spettacolarizzazione della politica secondo i canoni dell’intrattenimento, assecondando un rapporto nei confronti dei leader politici in cui l’emozione tende a prevalere sulla ragione, la seduzione sulla serietà e la competenza, le promesse sui programmi. La televisione e i suoi corollari audiovisivi, infatti, sono latori di un’emozione pubblica rispetto alla quale il politico agisce in termini di seduzione, giacché in tale soggettività non è più la ragione a governare i sensi ma il contrario. Il t. è il fenomeno più radicale e originale indotto da tale situazione: esso tende ad attraversare, in nome dell’ambizione di rappresentare direttamente tutta la popolazione, la dicotomia tra destra e sinistra, relegando in secondo piano il ruolo dei partiti e quello delle narrazioni ideologiche tradizionali. Si tratta di un’attualizzazione del populismo, di cui le leve motrici sono la critica delle élite, il decisionismo, la promessa di rinnovare il sistema e uno smisurato uso del registro passionale. Le variazioni nei confronti delle declinazioni tradizionali di questa formula provengono dall’attenzione minuziosa all’estetica, e in particolare alle forme più kitsch della cultura di massa, così come dalla relativizzazione del discorso politico in favore di una narrazione simbolica ed emotiva che privilegia istanze coerenti con le pulsioni consumistiche e spettacolari del pubblico. L’immaginario telepopulista si insinua in molte figure politiche contemporanee, nella misura in cui queste antepongano identità e linguaggi spettacolari e accattivanti a quelli tradizionali e alle loro prospettive razionali, ideologiche e programmatiche. In Italia, nel primo decennio del 21° sec., il t. si è associato di frequente al fenomeno dell’, inteso in questo caso come argomento usato pretestuosamente dai personaggi pubblici per conquistare con poco sforzo e molto clamore le simpatie del pubblico, sottolineando la propria estraneità alle logiche corrotte della classe politica. Tuttavia, nonostante la loro perentoria e ostentata adesione all’innovazione e alla moralità pubblica, con quanto queste implichino in termini di dichiarazioni polemiche nei confronti dell’ordine istituito, i telepopulisti, una volta eletti, non apportano modifiche fondamentali alle istituzioni che governano: le loro figure tanto appaiono trasgressive rispetto ai modelli tradizionali di politica, quanto ne perpetuano le logiche e, una volta elette, i modelli di potere.