telepopolo
(tele-popolo), s. m. (iron.) Il popolo televisivo, considerato come stereotipo della sensibilità culturale della massa degli spettatori.
• Ben tre dei quattro film italiani invitati al festival di Cannes, sono coprodotti da RaiCinema. Ma se mai li vedremo in tv, non sarà certo su RaiUno. La Rai considera i film, soprattutto quelli italiani (e anche quelli che sceglie di finanziare), puro veleno per l’audience che pagando, non tutti, il canone non dovrebbe essere così essenziale. Già al telepopolo impongono porcherie, show, giochi, nel terrore che un programma si rivolga alla sua intelligenza. Lo privano anche dei film. (Natalia Aspesi, Repubblica, 7 maggio 2008, p. 56, Spettacoli) • [tit.] Ecco il tele-popolo del Patrizia-show / Giovani, laureati e benestanti. Ma anche i «guardoni dell’anti-politica» (Messaggero, 3 ottobre 2009, p. 8, Primo Piano) • [tit.] Il telepopolo contraffatto [testo] [...] Con il cinismo che è proprio della demagogia, si suole blandire questo «pubblico popolare» come massima espressione dell’animo nazionale: ci è caduto anche [Pier Luigi] Bersani, convinto che al festival si risciacquino i panni troppo azzimati della sinistra «lontana dal popolo». Mentre al Festival si consacra, da sempre, non il popolo ma la sua contraffazione televisiva, un telepopolo che è solo in parte giustapponibile agli italiani per quanti sono. (Michele Serra, Repubblica, 22 febbraio 2010, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso tele3- aggiunto al s. m. popolo.
- Già attestato nella Stampa dell’11 aprile 1991, p. 19, Spettacoli.