TEL MASOS (Khirbet el-Mešāš)
Sito archeologico nello stato di Israele in prossimità del tratto terminale dello wādī Bě'er Šebaʽ, c.a 12 km a E della moderna città omonima. L'israeliano Y. Aharoni vi compì un'esplorazione di superficie nel i960; negli anni '70 tre campagne di scavo da lui dirette hanno chiarito la situazione stratigrafica del tell, uno dei maggiori della valle, che ha ospitato tre distinti insediamenti in tre sue differenti aree. In una zona di c.a 6 ha si sviluppò un insediamento del periodo calcolitico (c.a 3000 a.C.) e poi uno del Ferro I (1200-1000 a.C.); su una superficie molto meno estesa durante il Ferro II (c.a 600 a.C.) sorse un caravanserraglio e, sui resti di quello, un monastero siriaco nestoriano. La terza area si trova a SO delle precedenti e conserva, estese su c.a 6 ha, le rovine dell'occupazione del Bronzo Medio II (c.a 1800 a.C.). Nella fase più antica i primi abitanti vivevano in grotte scavate nel terreno, secondo un'usanza comune a tutti i siti coevi della valle del Bě'er Šebaʽ; la ceramica rinvenuta in queste primitive abitazioni risale al periodo di transizione tra la fine del Calcolitico e l'inizio del Bronzo Antico. La città del Bronzo Medio II sorse 600 m a S di tale area: cinta da un muro di difesa a terrapieno, che costituisce uno degli esempî più meridionali di tale sistema difensivo, tipico dell'area siro-palestinese durante il Bronzo Medio. Il terrapieno venne creato intorno al 1800 a.C. e rimase in uso per un breve periodo; in seguito il centro fu abbandonato per non essere più rioccupato fino all'inizio del XIII sec. a.C. Il nuovo insediamento consisteva in un villaggio fortificato che conobbe tre fasi successive. Lo strato relativo alla fase più antica (strato III), datato da ceramica della fine del Bronzo Tardo e da uno scarabeo della XIX dinastia con il nome del faraone Seti II, fu preceduto da un'occupazione seminomade di cui restano solo cisterne e granai; esso segna la costruzione di gruppi di edifici sparsi in tutta l'area che videro l'impiego di pilastri fatti con la sovrapposizione di lastre irregolari. In un secondo momento (strato II) i nuovi costruttori impiantarono il loro insediamento su una scala molto maggiore della precedente, riutilizzando a volte i resti dei muri più antichi; questo strato è senza dubbio quello meglio conservato e ha restituito numerose case costruite secondo una pianta a quattro stanze, con tre magazzini o stanze di soggiorno che circondavano una corte interna. Questa planimetria rispecchia l'evoluzione del tipo a tre stanze (o a due) dello strato III. I resti dello strato più recente (il I) sono stati molto danneggiati dall'azione erosiva del tempo, ma dal poco che resta si possono dedurre alcuni cambiamenti rispetto alla situazione precedente; non sono più in uso gli edifici pubblici dello strato II, che consistevano in magazzini il cui eccellente tipo di costruzione testimonia dell'alto livello di vita condotta nel sito, e sulle loro rovine viene costruito un forte. L'esigenza di creare una struttura difensiva che ospitasse la popolazione in caso di attacchi nemici dimostra come fosse mutata la situazione nella valle del Bě'er Šebaʽ, dove intorno al 950 a.C. molte città vennero fortificate. La ceramica data la distruzione dello strato I al 990-980 circa. La città venne rifondata nel VII sec. a.C., come si data con sicurezza sulla base del rinvenimento di òstraka ebraici.
Lo strato II è il più esteso di T. M.: tra la fine del XIII e la metà del XII sec. a.C. la città raggiunse la sua akmè, disponendo gli edifici secondo un criterio particolare; lo schema seguito utilizzava l'idea di racchiudere il centro con un cerchio di case sulla sommità della collina e l'unione di tali case formò un vero sistema difensivo, come è in uso presso gli accampamenti delle popolazioni nomadi, con le tende disposte a proteggere il centro del campo. Nell'area A il cerchio si interrompe con un edificio pubblico che è fiancheggiato su due lati da strutture aggettanti che seguono il pendio della collina e proteggono la corte esterna della costruzione. Tale forma di difesa era evidentemente assai relativa e poteva servire solo contro attacchi sporadici. Dopo il 1000 a.C. si ricorse a un sistema diverso: le case a quattro stanze furono costruite con l'entrata verso l'interno della città, in modo che la loro parte posteriore servisse come un muro a casematte per l'intero insediamento. Quello di T. M. costituisce un valido modello di impianto urbano tra il XII e l'XI sec. a.C. Nello strato II la grande entrata al complesso delle abitazioni era formata da un insieme di edifici pubblici costruiti utilizzando una tecnica che non prevedeva l'impiego di pietre per il basamento dei muri, secondo una tradizione egiziana assimilata, forse, intorno alla metà del XII sec. a.C., nella fase della supremazia egiziana nel Sud della terra di Canaan e, proprio in quel tempo, durante i regni di Ramesse III, V e VI, la valle del Bě'er Šebaʽ rivestì una notevole importanza per i traffici commerciali. Tra i possibili abitanti dello strato II si è pensato ai Filistei, che dopo il 1150 a.C. ereditarono parte dell'apparato amministrativo egiziano e che nel sito di T. M. hanno lasciato abbondanti frammenti della loro ceramica. Il rinvenimento di oggetti provenienti da regioni diverse documenta l'ampia area commerciale con cui era in contatto T. M., che era anche un importante centro di produzione del rame. Durante l'epoca del predominio persiano venne costruito a T. M. un forte, o caravanserraglio, che la ceramica data al IV sec. a.C.; l'ultima costruzione realizzata sul tell fu un monastero siriaco nestoriano, eretto sulle rovine del forte persiano, a seguito della conquista araba della Palestina nel 632 d.C., quando i califfi omayyadi favorirono i Nestoriani; le iscrizioni rinvenute nel monastero, assieme alla ceramica, indirizzano verso una collocazione cronologica dell'edificio tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII secolo.
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