TEL DAN (v. s 1970, p. 586, s.v. Palestina)
1970, p. 586, La collina di Tell el-Qadi, identificata con la biblica Dan, si trova in una pianura ai piedi del Monte Hermon nella Palestina del Nord. Il nome originario della città era Laiš, e così è denominato il sito nei Testi di esecrazione egiziani, nei documenti di Mari del XVIII sec. a.C. e nell'elenco delle città conquistate da Thutmosis III. I resti più antichi risalgono al Bronzo Antico II, e l'abbondanza e l'eccellente qualità della ceramica pertinente a questi livelli indicano un insediamento già abbastanza ricco. Durante il Bronzo Medio IIB, la città venne protetta da una massiccia opera difensiva, un aggere di terra battuta, caratteristica del periodo «Hyksos» di Palestina.
Da questo momento la città conosce un lungo periodo di prosperità durante i seguenti periodi del Bronzo Medio IIC, del Bronzo Tardo e del Ferro I. I confini della città si estesero oltre i limiti dell'aggere e fu costruito un massiccio muro di cinta con una porta urbica; la città cadde sotto la conquista assira, come molte altre città della Palestina del Nord, ma continuò a essere abitata; la sua acropoli venne usata come santuario.
Negli anni '70 e '80 gli scavi a T. D., iniziati negli anni '60 dal Jewish Institute of Religion di Gerusalemme, sono proseguiti in collaborazione con la Nelson Glueck School of Biblical Archaeology e hanno portato al chiarimento della tipologia della porta urbica, nell'area K, delle fortificazioni del Bronzo Medio, e alla scoperta di una presunta installazione cultuale dell'Età del Ferro, localizzata nella zona Ν del sito (area T). L'intero complesso della porta, che è formata da due torri, ciascuna larga 5,15 m, che fiancheggiano una porta ad arco, è conservato per un'altezza di 6 m, altezza che deve ragionevolmente avvicinarsi a quella originale; la ceramica qui rinvenuta indica una datazione al periodo di transizione tra il Bronzo Medio IIA e il Bronzo Medio IIB (1775-1725 a.C.). Sono sorte alcune divergenze fra gli studiosi circa l'interpretazione dell'installazione cultuale dell'area T, composta da un largo bacino, fiancheggiato da due pietre basaltiche piatte e due giare intonacate: O. Borowsky la considera, infatti, un impianto di spremitura delle olive per la produzione di olio; tale impianto, data la vicinanza con un luogo di culto, era forse legato a un impiego cultuale. Raffinerie per la lavorazione dell'olio di oliva, con installazioni simili a questa, sono state trovate a Bet Šemeš (Ferro II) e a Bethel (Bronzo Tardo).
Dopo una parziale distruzione nella seconda metà dell'VIII sec. a.C., dovuta probabilmente alla conquista assira, la città conobbe una rapida ripresa. Gli scavi hanno evidenziato l'occupazione del sito fino al IV sec. d.C.: tra i reperti più interessanti è una figurina fittile di Bes di età ellenistica.
Bibl.: A. Biran, Tel Dan, in IsrExplJ, XXII, 1972, p. 164; XXIII, 1973, p. 110; XXIV, 1974, p. 262; XXVI, 1976, pp. 54, 202; XXVII, 1977, p. 242; XXX, 1980, p. 138; XXXI, 1981, p. 103; XXXV, 1985, p. 186; id., Tel Dan, in BiblA, XXXVII, 1974, pp. 26-51; id., in EncAExHL, I, 1975, pp. 313-321, s.v. Tel Dan; id., Two Discoveries at Tel Dan, in IsrExplJ, XXX, 1980, pp. 89-98; id., Teil Dan Five Years Later, in BiblA, XLIII, 1980, pp. 168-182; id., The Temenos at Dan, in Erlsr, XVI, 1982, pp. 15-44 (in ebraico); O. Borowsky, A Note on the «Iron Age Cult Installation» at Tel Dan, in IsrExplJ, XXXII, 1982, p. 58; A. Biran, The Triple Arched Gate of Laish at Tel Dan, ibid., XXXIV, 1984, pp. 1-19; id., The Dancer from Dan. The Empty Tomb and the Altar Room, ibid., XXXVI, 1986, pp. 168-187; D. IIan) «Stepped Rim» Juglets from Tel Dan and the «MBI-II (MBIIA-B) Transitional Period», ibid., XLI, 1991, pp. 229-238; A. Biran, Un NEncAExHL, I, 1993, pp. 323-332, s.v. Dan; id., Biblical Dan, Gerusalemme 1993; A. Biran, J. Naveh, An Aramaic Stele Fragment from Tel Dan, in IsrExplJ, XLIII, 1993, pp. 81-96; D. llan, P. Vandiver, M. Spaer, An Early Glass Bead from Tel Dan, ibid., pp. 230-234.
(P. ciafardoni)