TEGLIO (A. T., 20-21)
Paese della Valtellina, in provincia di Sondrio, situato a 860 m. s. m., in posizione dominante la riva destra dell'Adda. Al 1931 il comune, vasto 119 kmq., contava 3660 ab., dei quali 3444 accentrati.
È probabilmente l'antica Tillium che forse ha dato il nome a tutta la valle: la sua originaria importanza si può argomentare dal fatto che quivi fino al Sacro Macello rimase la pretura, cioè il governo centrale della valle, o quanto meno di quella parte che pare sia appartenuta feudalmente all'arcivescovo di Milano, che solo nel 1535 rinunciava a ogni diritto. Durante le lotte fra i Vittani e i Rusca, il castello di Teglio, sorto forse su precedenti costruzioni romane, e appartenente ai Lazzaroni, venne distrutto (1865) e nel sec. XV Stefano Quadrio, parteggiando per i Visconti, vi assediò e uccise i fratelli Lazzaroni, parteggianti per Venezia (1430). Nel 1512 a Teglio furono stipulati i patti di dedizione della Valtellina ai Grigioni, e nel 1620 la rivolta antigrigione e antiprotestante vi raggiunse un'intensità inaudita, ché nella chiesa di S. Orsola furono senza pietà massacrati quasi tutti i protestanti del luogo (fra i quali alcuni della famiglia Besta), che vi avevano cercato rifugio.
Il borgo, che ha conservato gran parte della sua fisionomia antica, possiede notevoli monumenti d'arte. La parrocchiale, ricostruita alla fine del sec. XV, ha un portale in pietra finemente scolpito e preziosi arredi sacri, una croce astile della scuola del Lierni, un calice cesellato del 1549. Nell'antico oratorio della confraternita del Bianchi, affreschi del sec. XV, fra cui una Danza macabra. La chiesa di S. Lorenzo conserva affreschi di Fermo Stella (1528), nonché i sarcofagi del medico Andrea Guicciardi (sec. XVI), di Azzo II Besta e di suo figlio Carlo. Vicino sorge il Palazzo Besta, uno dei più notevoli edifici del Rinascimento in Valtellina.
Fu costruito nella sua forma attuale da Azzo II Besta, marito della letterata Agnese, nella prima metà del Cinquecento, con portici e logge nel cortile, e decorato con affreschi monocromi di soggetti tolti dall'Eneide, attribuiti a Fermo Stella. Finemente decorate con affreschi o intagli sono anche le sale. Il palazzo, appartenente allo stato, fu restaurato verso la fine del secolo scorso.
Bibl.: L. Beltrami, Relazione dell'Ufficio regionale pei monumenti di Lombardia, Milano 1895; S. Monti, Storia ed arte nella provincia ed antica diocesi di Como, Como 1902, p. 514 segg.; E. Bassi, La Valtellina, Monza 1924, p. 171 e segg.