TEBE
(XXXIII, p. 372)
Città dell'antico Egitto. Negli ultimi dieci anni l'esplorazione archeologica dell'area tebana si è svolta lungo quattro direttrici principali, che hanno avuto come fine rispettivamente l'approfondimento della situazione relativa all'asse Karnak-Luqsor, il rilievo e la pubblicazione di tombe e di altri edifici già noti, il restauro di sepolture e altri monumenti o parti di monumenti più minacciati dal degrado ambientale, e infine gli scavi veri e propri. Questi lavori hanno visto e vedono l'attiva collaborazione tra l'Egyptian Antiquities Organization e numerose missioni straniere, che hanno mantenuto cantieri sul sito anche quando la mutata situazione internazionale ha reso possibile la ripresa dei lavori in altre zone del paese.
Sulla riva destra del Nilo, nell'area Karnak-Luqsor, sono proseguiti il consolidamento, il restauro e lo studio dei grandi complessi templari e dei numerosi blocchi di reimpiego appartenuti ad altri edifici oggi scomparsi. Piuttosto ridotta è stata invece l'attività di scavo vera e propria, ostacolata dalla presenza del villaggio moderno, diretta a chiarire problemi relativi alle vicende costruttive dei templi maggiori. Nel 1989, lavori di ripulitura nel tempio di Luqsor hanno portato alla luce una cachette che ha restituito una ventina di statue di re, privati e divinità, per lo più da datare alla fine della 18ª dinastia.
Sulla riva sinistra è in corso una vasta attività di restauro, che riguarda tombe (Nefertari, Nakht, Ankh-Hor e altri) e imponenti edifici templari (Hatscepsut in particolare, dove opera una missione polacca), accompagnata dal rilievo e dalla pubblicazione di numerosi monumenti rimasti finora inediti (tombe ma anche templi, come quelli di età romana a Deir al-Scialît). Più circoscritta, rispetto a queste è stata l'esplorazione archeologica, che ha per lo più riguardato aree periferiche, come quella di Malqata con il palazzo di Amenhotep iii, monumenti di epoche poco attestate (le tombe del Medio Regno all'Assasîf), la definizione della pianta di monumenti ben noti (tempio di Amenhotep iii, corridoio monumentale di Hatshepsut) e infine lo studio o il ristudio di tombe-tempio di epoca tarda, come quella di Scescionq all'Assasîf o quella cosiddetta di Khonsuirdis a Gurna, alle quali hanno lavorato due missioni italiane. Vedi tav. f.t.
Bibl.: J. Leclant, Fouilles et travaux en Egypte et au Soudan, in Orientalia, 49 (1980), pp. 375-87; 51 (1982), pp. 75-85 e pp. 448-57; 52 (1983), pp. 497-506; 53 (1984), pp. 377-85; 54 (1985), pp. 371-82; 55 (1986), pp. 272-85; 56 (1987), pp. 334-48; 57 (1988), pp. 345-61.