TEATRO E WEB.
– Archivio. Drammaturgie. Bibliografia
L’apporto delle nuove tecnologie nei confronti dell’apparato teatrale, del suo processo produttivo, fruitivo e documentario, nel corso del secondo Novecento ha avuto un’accelerazione a partire dall’uso delle tecnologie elettroniche e digitali.
I registi teatrali negli anni Ottanta del Novecento, spinti dal bisogno di estendere il raggio di azione del teatro al di là della circuitazione dello spettacolo, in clima postmodernista, si sono rivolti ai nuovi media per sperimentare una produzione audio-visuale: dischi, video, programmi televisivi e film. L’editoria multimediale relativa al teatro ha avuto vita breve: un cd-rom come Dionysos (1999), un repertorio di iconografia teatrale che raccoglie 1500 immagini che riguardano il teatro europeo, è stato sorpassato da quello ipermediale, ovvero media diversi su un’unica piattaforma digitale.
L’esigenza del teatro di esistere oltre lo spettacolo e oltre il testo letterario dopo gli anni Novanta è stata presa in carico dal web che ha assorbito tutte le funzioni che in precedenza erano attribuite a media diversi. Le numerose riviste on-line dedicate al teatro, sia di critica sia a carattere scientifico, e i siti web delle compagnie, dei teatri, dei festival che utilizzano video-sharing, gallery fotografiche e animazioni si fanno carico della funzione informativa; la funzione pubblicitaria e promozionale viene svolta sia attraverso i siti di cui compagnie, teatri e singoli autori si sono dotati, sia attraverso i social network; il web soddisfa anche la funzione di archivio che raccoglie, digitalizza, metadata e permette di condividere documenti utili alla ricerca.
Archivio. – Il teatro esiste sul web come enorme sistema documentale-informativo, formato dall’insieme dei documenti che le compagnie decidono di pubblicare, ma anche da tutte le attività di enti, festival, ricercatori, studiosi, università che affrontano il teatro sia come materia di studio e analisi sia come prodotto culturale da immettere sul mercato. L’Odin Teatret, dopo oltre cinquant’anni di attività teatrale, ha costruito un sito-archivio-vetrina dove sono reperibili informazioni sugli allestimenti, presenti e passati, e dove è possibile acquistare attraverso un web-shop libri, DVD e poster. Ogni teatro possiede un sito dove è possibile reperire informazioni sulla stagione, sui protagonisti, sugli spettacoli. A questi si affiancano un insieme di riviste on-line, portali dedicati, siti di festival che ingrossano la quantità del flusso comunicativo-informativo sul web, ma spesso non la qualità.
Da strutture semplici come il webzine a-teatro, a cura di Oliviero Ponte di Pino e Anna Maria Monteverdi, si è passati alla creazione di archivi stratificati, dove è possibile effettuare ricerche attraverso keywords, costruire percorsi personalizzati, accedere a risorse video-fotografiche, tenersi aggiornati sulle novità dell’archivio grazie alla newsletter e poter partecipare attivamente alla costruzione dell’archivio, segnalando o donando risorse utili. In AMAtI (Archivio Multimediale degli Attori Italiani), a cura dell’Università degli studi di Firenze, è possibile partire dalla scheda dell’attore per ricostruire gli spettacoli andati in scena, i luoghi teatrali, i personaggi interpretati. L’Archivio Fo-Rame mette a disposizione tutti i documenti inerenti l’attività della compagnia, dai dattiloscritti, alla rassegna stampa fino ai contratti stipulati, in un preciso ordine cronologico o tematico e con annessa descrizione approfondita.
Il crescente interesse di documentazione e condivisione sulle arti performative ha portato alla creazione del progetto europeo ECLAP-e-library for performing arts, dove i più importanti centri di ricerca europei si sono trasformati in content providers per la creazione del più grande archivio europeo di arti performative, incentrato sulle moderne pratiche di utilizzo dei documenti on-line, sull’accessibilità, lo scambio e l’interazione (http://www.eclap.eu). Il Répertoire des arts du spectacle (promosso dal ministère de la Culture et de la Communication, dalla Bibliothèque nationale de France e dal Centre national du théâtre) è un repertorio di voci, riguardanti il campo teatrale, in cui si trovano i riferimenti di catalogazione della risorsa fisica, all’interno del circuito bibliotecario francese. Nessun tipo di documentazione è visibile on-line (http://rasp.culture.fr/ sdx/rasp). L’archivio della casa editrice Routledge, dedicato alle arti performative, in collaborazione con Digital Theater, è una delle più importanti piattaforme di video on-demand di contenuti artistici (http://www.routledgeperformancearchive.com).
Questo grande flusso documentale e informativo, per poter essere accessibile e identificabile, ha bisogno di creare regole condivise che permettano: localizzazione, ovvero rintracciare una particolare occorrenza del documento; selezione, realizzabile analizzando, valutando e filtrando una serie di documenti; interoperabilità semantica, che consiste nel permettere l’uso dei documenti in ambiti disciplinari diversi grazie a una serie di equivalenze fra descrittori (web-semantico); corollario imprescindibile lo schema di meta-datazione.
Al contempo si sviluppano gli archivi web tematici su particolari percorsi di ricerca, come quello dedicato al Nuovo Teatro Made in Italy, un progetto di ricerca sul teatro italiano dagli anni Sessanta al 2013. Il progetto web sviluppa, approfondisce e affianca il percorso critico della pubblicazione a stampa, dando la possibilità di accedere e visionare differenti tipologie di documenti (testi, foto, video e audio) ai quali la pubblicazione rimanda attraverso link e codici QR, creando un continuo dialogo tra la pagina scritta e la rete. Ma, allo stesso tempo, il sito va oltre la pubblicazione e si configura come strumento di ricerca per tutta la comunità, scientifica e non, che voglia usufruire dell’ingente quantità di documenti messi a disposizione per la ricerca (www.centroteatroateneo.it/teatro-made-in-italy). L’archivio sul teatro italiano Co.R.T.I è un database che raccoglie e collega informazioni relative a copioni e rappresentazioni teatrali in Italia nel periodo fra il 1932 e il 1943 depositati nel Fondo Censura presente presso l’Archivio di Stato. A questa fonte se ne sono aggiunte altre: la rivista «Il Dramma», le pagine del quotidiano «Il Messaggero», che riferisce la programmazione teatrale a Roma, le pagine del «Radiocorriere», che riferiscono la programmazione teatrale radiofonica (teatronelfascismo.uniroma1.it). Al contrario di un normale ‘archivio’, sul web non esiste un vero e proprio elenco ragionato e aggiornato degli archivi on-line (dovuto anche alla loro rapida obsolescenza), ma l’unico modo per trovarli è quello di passare attraverso gli algoritmi di ricerca dei contenuti di un motore di ricerca (Google).
Nel sito web, costruito come un ipertesto, non sequenziale, le cui ramificazioni permettono al fruitore di scegliere fra i vari percorsi che il sito offre, i documenti sono di diversa natura (file video, audio, immagini fisse, testi scritti, disegni) per cui si danno diverse modalità di lettura e di uso.
L’ingresso all’interno dello spazio comunicativo del web di una mole di informazioni che deve confrontarsi con problematiche come l’information retrivial, la sostenibilità economica, il copyright, la ridondanza dei dati, l’identificabilità dei documenti e il continuo aggiornamento, utilizzando strategie diverse dalla comunicazione tipica della rete basata sulla velocità del consumo dell’informazione, ha portato un decisivo cambiamento nell’esperienza e nella ricerca teatrale. Attraverso la fluidità e la rapidità del web, si generano dinamiche di scambio e di partecipazione che portano a strategie germinative di conoscenza condivisa e diffusa.
Drammaturgie. – Il teatro ha elaborato procedure estetiche che si sono sviluppate con il computer prima e la rete poi: l’interattività, la partecipazione, la condivisione, il superamento dei limiti biologici, la liveness, la narrazione non lineare e l’incontro-scontro tra varie discipline, medium e testi (meglio ipertesti). L’attore liberato, moderno Prometeo del Novecento, lascia il posto all’attore aumentato del nuovo millennio.
Con il termine Internet Theatre si definisce un evento spettacolare che crea la relazione teatrale attraverso webcam, chat room e avatar; un teatro navigabile attraverso ipertesti basato sull’accesso libero degli utenti e sulla loro possibilità di interagire. Il DeskTop Theater con waiting forgodot.com (1997) ha adattato il testo di Samuel Beckett a una drammaturgia aperta per chat room, che si è popolata di molti altri avatar, tutti in attesa di qualcosa, insieme a Didi e Gogo.
Altre volte le pratiche teatrali inseriscono il web come vero e proprio elemento drammaturgico, alcune volte affidato al caso, altre volte necessario all’evolversi dell’evento performativo, come nel caso del networked news teller, dove un attore in strada collegato sul web con differenti news providers costruisce nuovi punti di vista ‘recitando’ la notizia e interagendo con i passanti.
Alessandro Sciarroni, coreografo e danzatore, nella seconda parte di Joseph (2011) si collega a un social network chiamato Chatroulette, dove attraverso una webcam due utenti scelti a caso dal sistema possono decidere di continuare la conversazione o di fare un altro giro di roulette.
Nel progetto Continuous city (2007-2010) del gruppo The Builder Association, diretto da Marianne Weems, lo spazio della rete viene ricostruito attraverso il rapporto tra un padre in viaggio per il mondo e sua figlia a casa. Inoltre, l’evento performativo si prolunga e struttura sul sito Internet che, mentre accoglie le immagini dell’ultima città, porta memoria degli spazi trascorsi (www.thebuildersassociation.org/prod_continuous_info).
Un possibile rapporto tra t. e w. è indagato dall’attività di Roberto Paci Dalò/Giardini pensili, all’interno del festival LADA - l’arte dell’Ascolto, che ha portato nel 1995 alla costruzione di una delle prime web-radio europee, Radio-LADA. Questo ‘spazio’ Internet è dedicato alla creazione di drammaturgie sonore che fuoriescono dal palinsesto delle radio tradizionali per cercare un’integrazione tra audio, video e testo configurandosi come una stazione ricetrasmittente in grado di implementare i materiali provenienti dagli utenti e ritrasmetterli in tempo reale, in una continua scrittura scenica dove «altre stazioni radiofoniche si colleghino, prendano i materiali, li ricompongano a loro discrezione, e possano metterli in onda e in sistema» e i visitatori possano «inviare qualsiasi tipo di contributo e creare dei link di qualsiasi tipo per cui sullo schermo appare un indice di artisti, i cui file sono distribuiti nei diversi luoghi» (Simposio LADA 95, http://www.giardini.sm/lada 95symp.htm).
Bibliografia: A. Jenik, Desktop theatre «The drama review», 2001, 45, 3, pp. 95-112; «Anomalie digital_arts», 2002, 2, nr. monografico: Digital performance, a cura di E. Quinz; A. Pizzo, Teatro e mondo digitale. Attori, scena e pubblico, Venezia 2003; M. Borelli, N. Savarese, Te@tri nella rete, Roma 2004; T. Bazzichelli, Networking, la rete come arte, Milano 2006; F. Chapple, C. Kattenbelt, Intermediability in theatre and performance, Amsterdam 2006; S. Dixton, Digital performance. A history of newmedia in theater, dance, performance art, and installation, Cambridge (Mass.) 2007; P. Auslander, Liveness. Performance in mediatized culture, London-New York 2008, p. 5; A. Balzola, Una drammaturgia multimediale. Testi teatrali e immagini per una nuova scena, Torino 2009; A.M. Monteverdi, Nuovi media, nuovo teatro, Milano 2011; A. Pizzo, Neodrammatico digitale. Scena multimediale e racconto interattivo, Torino 2013; Le arti dello spettacolo e il catalogo, a cura di V. Bazzocchi, P. Bignami, Roma 2013.