TATUM, Arthur, detto Art
Pianista statunitense di jazz, nato a Toledo (Ohio) il 13 ottobre 1910, morto a Los Angeles l'11 maggio 1956. Semicieco dalla nascita, studiò piano, violino e chitarra in un istituto per ciechi di Columbus. Il suo primo ingaggio di rilievo fu nel 1932 con la cantante A. Hall. Nel 1933 registrò quattro brani di piano solo (Tiger rag, Tea for two, St. Louis blues e Sophisticated lady), che destarono scalpore per la maestria tecnica e per l'inedito virtuosismo. Dopo aver soggiornato a Chicago e a Hollywood, si trasferì a New York, esibendosi al Café Society. Nel 1938 fece un'apprezzata tournée a Londra.
Nel 1943 T. costituì un trio con T. Grimes (poi sostituito da E. Barksdale) alla chitarra e S. Stewart al contrabbasso e il 18 gennaio 1944 partecipò al concerto presso la Metropolitan Opera House. Scritturato da N. Granz, incise tra il 1953 e il 1956 tredici album di piano solo e otto al fianco di grandi personaggi del jazz classico, fra cui L. Hampton, B. Carter, B. Webster, H. Edison, R. Eldridge, Jo Jones, B. Rich. Questi dischi, che ottennero il plauso internazionale, vennero duramente valutati dal critico francese A. Hodeir, che con una vera e propria stroncatura − peraltro del tutto isolata − accusò T. di compiacersi di un virtuosismo fine a se stesso, di possedere una concezione pianistica meramente decorativa che mascherava la sua vacuità creativa e una convenzionalità di fondo. Considerato invece da molti uno dei più straordinari pianisti di jazz, T. creò sonorità ricche e complesse di grande suggestione, come dimostrano le migliori versioni dei suoi cavalli di battaglia (Tiger rag, Begin the beguine, Gone with the wind, Willow weep for me, Sweet Lorraine, Indiana, Elegy di J. Massenet e Humoresque di A. Dvorak). Il virtuosismo delle mani era perfettamente paritetico e funzionale a una fertile creatività: egli usava legare le frasi improvvisate con cascate di arpeggi, con arabeschi e trilli finissimi, con mirabili prestissimo: il tutto in una concezione del tempo assolutamente metronomica.
Bibl.: A. Hodeir, The ''genius'' of Art Tatum, in Jazz Hot, giugno 1955; O. Keepnews, Art Tatum, in The jazz makers, a cura di N. Hentoff e N. Shapiro, New York-Toronto 1957; R.G. Reisner, The jazz titans, Garden City (New York) 1960; W. Mellers, Music in a new found land, Londra 1964; F. Tenot, G.M. Maletto, Art Tatum, in Il Jazz, Milano 1968; M. Harrison, Jazz on records, a cura di A. McCarthy, Londra 1968; F. Tenot, G.M. Maletto, Art Tatum, in Il Jazz, Milano 1968; F. Fayenz, Il jazz dal mito all'avanguardia, Milano-Roma 1970; A. Polillo, Jazz. La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; A. Laubich, R. Spencer, Art Tatum: a guide to his recorded music, Scarecrow 1982; F. Forti, in Grande enciclopedia del jazz, Roma 1982, s.v.; F. Tenot, in Dizionario Jazz, ivi 1989, s.v.