TATHĀGATA
. Epiteto che ricorre frequentemente nei discorsi del Buddha, il quale non chiama mai sé stesso l'"Illuminato", ma sempre il "Tathāgata". Il significato della parola è controverso, tanto che BuddhaghoŞa, il famoso esegeta del Canone pāli, vissuto verso il 390 d. C., ne dà otto interpretazioni diverse nel suo commento al Dīghanikāya. Per lo più si traduce il "perfetto" (Oldenberg, Pischel), ma il Senart intende "colui che ha camminato così", cioè che ha percorso per primo la via di salvezza da lui additata, e richiama l'analogo sugata "che ha ben camminato", che è giunto alla meta, si trova bene, è felice.
Bibl.: Le Muséon, 1899, pag. 98 segg.; T. W. Rhys Davids e W. Stede, Pali-English dictionary, s. v.