TATA GIOVANNI
. Soprannome dato in Roma (in romanesco tata significa babbo) a Giovanni Borgi (18 febbraio 1732-28 giugno 1798), l'umile muratore che fu il fondatore dell'Ospizio della SS. Assunta (detto comunemente di Tatagiovanni), per il ricovero e l'istituzione dei poveri orfani abbandonati. Il Borgi aveva cominciato col raccogliere per le vie di Roma ragazzi orfani o abbandonati, con l'ospitarli e mantenerli nella povera sua abitazione procurando loro qualche lavoro e facendo in modo, pure nella sua ignoranza, che ai ragazzi non mancasse una elementare istruzione di religione e di lettere per opera di alcuni benefattori interessati alla sua causa. Fu appunto uno di questi, mons. Di Pietro, poi cardinale, che, trovandosi il Borgi in maggiori ristrettezze per il cresciuto numero dei ricoverati nella sua casa di Via dei Cartari, generosamente affittò per essi un piano del palazzo Ruggia in via Giulia, dove nel 1786 si trasferì il primo nucleo di orfani, che, nella nuova sede assunse carattere di stabile istituzione. Ma col tempo, cominciando le elemosine a scarseggiare, il Borgi pare si recasse in persona dal pontefice Pio VI e gli facesse presente la sua impossibilità a procedere nella benefica iniziativa. Il pontefice la prese tanto a cuore che donò all'istituto l'intero palazzo Ruggia e la raccomandò definitivamente alla pubblica carità. Da allora il pio istituto non mancò più d'aiuti. Dopo la morte del Borgi le sedi variarono spesso. Nel convento degli agostiniani a S. Nicola da Tolentino fino al 1800; in un edificio annesso a S. Silvestro al Quirinale fino al 1809, quando ne dovette sloggiare per la confisca dei Francesi durante la seconda occupazione. L'istituto riparò allora provvisoriamente in locali presso la chiesa di S. Agata de' Goti trasferendosi, dopo qualche mese, al palazzo Ravenna all'Esquilino, dove rimase fino al 1816, quando il pontefice Pio VII, rientrato in Roma, gli concesse parte dell'ex-monastero delle salesiane a S. Anna de' Falegnami. Pio IX, che nei primi anni del sacerdozio era stato direttore dell'istituto, divenuto papa, ne amplificò la sede acquistando per esso la parte rimanente del monastero di S. Anna. Beneficenze, favore e protezione l'istituto ebbe sempre dai successivi pontefici e, dopo il 1870, anche dal governo italiano. Nel 1886 l'ospizio cambiò ancora di sede, dovendosi demolire il convento di S. Anna per l'apertura della nuova Via Arenula e si stabilì al palazzo Righetti in Piazza del Biscione, dove è rimasto fino al 1926, cioè fino all'attuale sua sistemazione al Viale Ardeatino fuori Porta S. Paolo. L'ospizio accoglie ora dai 130 ai 150 orfani, che vengono avviati ai varî mestieri dell'artigianato; ha un consiglio d'amministrazione composto di cinque membri e un direttore. Con r. decreto del 21 marzo 1935 è stato approvato il nuovo statuto organico con il quale, fra l'altro, l'ospizio viene ad assumere ufficialmente il titolo di Istituto della SS. Assunta.
Bibl.: A. C. L. Morichini, Di Giovanni Borgi mastro muratore detto Tatagiovanni e del suo ospizio per gli orfani abbandonati, Roma 1830; S. Fazzini, L'ospizio di Tata Giovanni, Roma 1932.