tassazione
Imposizione e applicazione di una tassa (➔ ) o di un’imposta (➔ p). La t. provoca innanzitutto un trasferimento di risorse dai consumatori e dalle imprese allo Stato (effetto reddito) e, in secondo luogo, una variazione dei prezzi, che è causa di distorsioni sulle scelte dei consumatori o delle imprese (effetto sostituzione).
È la struttura tributaria che riesce ad armonizzare l’efficienza economica e la giustizia distributiva. Il problema dell’armonizzazione si pone perché l’introduzione di un’imposta provoca inevitabilmente una perdita di benessere economico e può anche creare inefficienza nell’allocazione delle risorse (venendo ad alterare il meccanismo di funzionamento automatico del mercato).
A.-J.-É.-J. Dupuit (➔) fu il primo economista che nella sua analisi grafica individuò la perdita provocata dall’applicazione di un’imposta e, nel 1912, E. Barone (➔ Barone, teorema di) diede una ulteriore analisi sistematica del concetto di ‘eccesso di pressione’ di un’imposta e della distorsione provocata nel sistema (giungendo a preferire l’imposta diretta sul reddito all’imposizione indiretta sui consumi). Al fine di evitare le distorsioni, gli economisti classici (➔ classica, economia) ritenevano che la soluzione fosse nell’imposizione a somma fissa: le lump sum tax (➔), essendo neutrali rispetto alla posizione soggettiva del singolo, avrebbero prodotto un effetto reddito, ma senza modificare il sistema di uguaglianze marginali alla base dell’allocazione efficiente delle risorse. Tuttavia, si è riconosciuta l’impossibilità di applicare imposte a somma fissa in un sistema capitalistico avanzato senza tenere conto delle divergenze di reddito e delle esigenze di equità distributiva. Ciò ha spinto gli economisti a cercare soluzioni di applicazione del carico tributario (➔ cuneo fiscale) che, sebbene potessero provocare distorsioni, creando un allontanamento dalla situazione ottimale di efficienza paretiana – di first best (➔), che soddisfa tutte le condizioni richieste dal principio paretiano di efficienza –, rendessero minima la perdita di benessere – fossero cioè soluzioni di second best (➔) – e realizzassero principi di giustizia fiscale.
È un regime di t. a cui sono sottoposti i redditi a formazione pluriennale, ma che sono percepiti in un unico periodo: il Trattamento di Fine Rapporto (➔ TFR), gli arretrati, le plusvalenze patrimoniali e così via. La t. separata è necessaria per evitare, in presenza di un sistema progressivo, un innalzamento anomalo dell’aliquota marginale (➔ aliquota); si procede alla t. in base all’aliquota media del reddito medio del biennio precedente.
È la situazione che si verifica quando una o più imposte colpiscono uno stesso reddito o patrimonio di un contribuente. Tale fenomeno è molto frequente nei rapporti tra Stati. Può, infatti, accadere che due Stati diversi impongano un prelievo fiscale sul medesimo reddito percepito da un soggetto. Per evitare tale inconveniente, vengono solitamente stipulate convenzioni internazionali.