TASCA (fr. poche; sp. bolsillo; ted. Tasche; ingl. pocket)
Nei costumi classici medievali non esistono tasche: a riporre denaro, fazzoletti, ecc., servirono, fino al sec. XV e anche oltre, le cinture, i cappucci, le maniche. Le tasche e le "taschete" menzionate negli scritti dei secoli XIV e XV sono borse o scarselle. Solo nel tardo Cinquecento la tasca, più o meno nascosta, entra a far parte dell'abito maschile, mentre nel Seicento appare già come guarnizione della giubba e nel giustacuore; continua nel sec. XVIII nella "velada", nell'abito, nella sottoveste e nel panciotto, ed è in genere ornata di ricami e di galloni. Nel sec. XIX i mantelli, i pantaloni, le giacche sono tutti provvisti di tasche, e queste aumentano di numero fino ad arrivare alle 12 tasche dell'abito da uomo del 1936. Nel costume femminile la tasca appare nella seconda metà del sec. XVIII nei costumi da caccia e da amazzone; giustacuori e abiti a tipo maschile sono guarniti di tasche munite di risvolti, di bottoni e di ricami; alla fine del secolo molti abiti hanno le tasche tagliate in senso verticale sulla sottana. Ai primi dell'Ottocento la tasca viene di nuovo sostituita dalle borse; riappare con le prime crinoline, nascosta tra le crespe della veste, e verso il 1870 ritorna come guarnizione nelle "zuave" e nelle giacchette a campana, ma per breve tempo; riappare infine con l'abito tailleur nel sec. XX. Le esigenze pratiche hanno dato alla tasca una grandissima voga nella moda odierna, tanto che la si ritrova oggi in quasi tutte le vesti femminili.