TARVISIO ricordato nei documenti italiani dei secoli scorsi col nome di Tarvisia o Trevisa, forse da un colono proveniente da Treviso, ted. Tarvis; A.T., 24-25-26)
Località della provincia di Udirie (dal 1923) che costituisce un importante nodo stradale dove s'incontrano le strade che vengono dal Friuli (Val Canale-Fella), dal Goriziano (attraverso il Predil), dalla Jugoslavia (sella di Ratece) e dall'Austria (Klagenfurt). Borgo d'origine romana (resti di lapidi e d'un cippo funerario), le sue fiere godevano nel Medioevo di molti privilegi e vi ebbe anche sviluppo l'industria del ferro, che attirò coloni tedeschi. Ora consta di due parti, la borgata superiore (Tarvisio di Sopra, m. 751), di origine più recente, con uffici, alberghi, villette dai tetti assai pendenti (molta neve d'inverno) e poco più in basso la parte più antica (Tarvisio di Sotto) d'aspetto piuttosto triste. L'abitato s'appoggia ai terrazzi fluvio-glaciali che colmano la parte bassa della valle, addossati alle pendici rivolte a mezzogiorno. Il grosso comune di Tarvisio, molto allungato da N. a S., occupa gran parte della valle della Slizza (affuente del Gail, bacino danubiano) ed è ricco di boschi e di pascoli. Esso contava, nel 1931, 6545 abitanti, di cui 2218 a Tarvisio, 1187 alle Cave del Predil (miniere di rame), 613 a Fusine in Val Romana, 844 a Camporosso. Tarvisio ha officine elettriche, fabbriche di mobili, officine meccaniche, concerie, cartiere, è località di villeggiatura e importante stazione di confine.