Tartarino di Tarascona
Lo spaccone ingenuo e fantasioso
Protagonista di tre celebri romanzi di Alphonse Daudet, Tartarino è un eroe audace e insieme imbranato, bugiardo ma capace di lanciarsi nelle più imprevedibili imprese. Questo è Tartarino, sognatore di mondi lontani: velleitario eppure incoscientemente coraggioso, trae forza dai propri difetti e persino grandezza dalle proprie meschinità. Egli è infatti il provinciale che non rinuncia a immaginarsi all’altezza dei propri sogni
Tartarino di Tarascona è il più noto personaggio e insieme il più celebre libro uscito dalla penna dello scrittore e commediografo francese Alphonse Daudet. Pubblicato nel 1872, il romanzo ha come protagonista un piccolo borghese della città di Tarascona, non più giovane, tendente alla pinguedine, passionale, mitomane e bugiardo grazie a un’immaginazione sfrenata. Con Tartarino l’autore, nato in Provenza e innamorato della propria terra, prende in giro con affetto il tipo del meridionale vanaglorioso e pasticcione, che di continuo ingigantisce e mistifica i fatti ma che è anche facilissima preda di raggiri.
Lettore dei romanzi di viaggio e di avventure dello statunitense James Fenimore Cooper, nella sua abitazione piena di armi che giungono da posti lontani, così come il baobab nano che tiene in giardino, Tartarino vagheggia viaggi esotici e straordinarie avventure. Tanto queste fantasie occupano i suoi pensieri, che l’ipotetico progetto di trasferirsi a Shanghai si trasforma e lievita nella sua mente, finché si convince di esservi stato davvero e racconta agli amici episodi mai avvenuti, come il terribile incontro con i briganti cinesi.
Un altro suo mito è quello della caccia, condiviso con gli abitanti di Tarascona, i quali in assenza di prede sparano ai propri copricapi dopo averli lanciati in aria.
Un bel giorno Tartarino decide di recarsi in Africa a importunare i leoni. Questa volta parte sul serio, equipaggiato in modo assurdo e vestito da musulmano. Giunto in Algeria, trova che il paese è troppo civilizzato rispetto al selvaggio continente dei suoi sogni e rimane irretito prima da un’affascinante imbrogliona, poi da un sedicente principe che lo deruba.
L’unico leone che Tartarino uccide è un povero, vecchio esemplare cieco di proprietà di un mendicante, suscitando giusto risentimento fra la gente che gli era affezionata. Intanto però la pelle dello sventurato animale è spedita in patria, dov’egli al rientro verrà accolto come un grande esploratore.
Nel successivo Tartarino sulle Alpi, uscito nel 1885, volendo mettere a tacere alcuni invidiosi detrattori, il nostro annuncia che darà la scalata al Monte Bianco. Per allenarsi se ne va in Svizzera, aggregato a una spedizione turistica. In veste di guida, Tartarino incontra il compatriota Bompard, il quale gli fa credere che l’intera Svizzera sia un’immensa azienda turistica, dove sono sistemati materassi in fondo ai crepacci, e con le altre insidie della montagna rese innocue a protezione dei visitatori, vigilati a ogni passo da invisibili impiegati. Frattanto Tartarino s’invaghisce di una graziosa giovinetta russa, che si rivela coinvolta con il fronte rivoluzionario e che gli promette di diventare sua schiava se egli ucciderà lo zar.
Richiamato alle imprese alpine dagli ammiratori di Tarascona, l’impavido Tartarino ascende la Jungfrau, quindi si accinge ad affrontare il Monte Bianco, trascinando con sé il terrorizzato Bompard. Vano è il tentativo di quest’ultimo di rivelagli come la questione della natura addomesticata fosse una pura frottola. Malgrado tutto, giungono quasi alla vetta, quando si scatena una tormenta e per errore ciascuno dei due taglia la corda che lo assicurava al compagno. Malgrado ciò riescono a salvarsi entrambi: Bompard ridiscendendo in direzione della Francia, Tartarino verso l’Italia.
Ultimo episodio, Port-Tarascon fu pubblicato nel 1890 ed è considerato il meno riuscito dei romanzi della trilogia. Qui Tartarino e i tarasconesi, desiderosi di gloria e d’avventura, si mettono in viaggio per l’Australia dove intendono fondare una colonia a futura memoria del loro ardire. Gli esiti della spedizione saranno ovviamente catastrofici.
Una famosa versione cinematografica di Tartarin de Tarascon fu firmata nel 1934 dallo sceneggiatore Marcel Pagnol, per la regia di Raymond Bernard e l’interpretazione di Raimu e Fernand Carpin. Da noi, nel 1968 Edmo Fenoglio curò la regia televisiva di Tartarino sulle Alpi, interpretato da Tino Buazzelli.