TARPEIA (Tarpeia)
È la figlia di Spurio Tarpeo, custode della rocca capitolina, che durante l'assedio di Tito Tazio (v.), offrì di aprire ai Sabini la porta della cittadella in cambio di quello che portavano al braccio sinistro, intendendo cioè le armille, mentre i Sabini, accettando, le scagliarono addosso gli scudi (Dionys. Halic., ii, 38-40; Liv., i, ii, 6). La leggenda è riportata anche all'epoca dell'assedio gallico, e in varianti più tarde si introduce l'elemento amoroso (Propert., iv, 4). Era in origine una divinità dei M. Tarpeo.
L'episodio è raffigurato in denari di L. Titurio Sabino dell'87 con l'immagine di Tito Tazio nel recto e la scena di T. nel rovescio dove la fanciulla appare inginocchiata di prospetto con la tunica cinta, le braccia aperte nel gesto di invocare aiuto, emergente da quattro scudi ovali che le coprono già le gambe, mentre due Sabini ai lati, di profilo, incombono su di lei con gli scudi ovali imbracciati; sopra a T. un crescente lunare e la stella. Su un denario di P. Petronio Turpiliano del 20-19 a. C. compare la sola T. nello stesso schema, ma più rigido, più simmetrico, semiemergente da un cumulo di scudi ovoidali. La staticità e plasticità di questa figura farebbero pensare a un prototipo statuario repubblicano e sappiamo dell'esistenza di un'antica statua di T. nel tempio di Giove Statore costruito da Metello (Fest., i, xx, 50), mentre la vivacità della scena del denario più antico potrebbe denvare da una pittura romana della fine del II sec. a. C. Una dinamica e patetica formulazione dell'episodio ritorna infine nel fregio della Basilica Emilia, databile intorno alla metà del I sec. a. C., in cui lo schema tradizionale con T. semisepolta e implorante con le braccia aperte mentre i Sabini le gettano addosso gli scudi, si riveste di forme ellenistiche con maggiore scioltezza ritmica e vigore plastico.
Bibl.: Mielentz, in Pauly-Wissowa, IV A, Stoccarda 1932, c. 2332-2341; S. L. Cesano, I fasti della repubblica Romana nella moneta di Roma, in Studi di Numismatica, I fasc., II, 1942, fig. 18 e 23, pp. 135-136; E. Dumézil, Tarpeia, (Les Mythes Romains, III), Parigi 1947; A. Bartoli, in Boll. d'Arte, 1950, p. 289 ss.; G. F. Carettoni, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, 1962, p. 27 ss.