TEGUIA, Tariq
Regista cinematografico algerino, nato ad Algeri il 12 dicembre 1966. L’erranza dei personaggi e della macchina da presa, la descrizione degli spazi urbani e dell’entroterra algerino, l’utilizzo del piano-sequenza e di una narrazione frammentata, di un linguaggio sperimentale che pone particolare attenzione al sonoro e alla destrutturazione delle coordinate spaziotemporali sono gli elementi che definiscono ogni suo lavoro. L’opera che gli ha dato visibilità internazionale e con la quale ha iniziato a esplorare in maniera più profonda i temi dell’esilio e della memoria, centrali nella sua filmografia, è Roma wa la n’touma (2006, Roma piuttosto che voi).
Dopo avere compiuto studi di filosofia e arti plastiche, nel 1991 ha lavorato come fotografo per il quotidiano «Alger-républicain». Dal 1993 al 1995 è stato assistente, a Parigi, del fotografo Krzysztof Pruszkowski.
In quegli anni, T. ha avuto i primi contatti con il cinema e ha realizzato i cortometraggi Kech’mouvement (1992, coregia di Yacine Teguia) e Le chien (1996). Con Ferrailles d’attente (1998) ha iniziato a elaborare, con sguardo più cosciente, il suo discorso poetico e politico sui luoghi, da ritrarre con immagini non convenzionali, e sulla relazione conflittuale che si instaura fra i corpi e gli spazi che li circondano. L’approccio sperimentale di Ferrailles d’attente ha incontrato il documentario d’inchiesta in Haçla (2003, noto con il titolo La clôture), in cui T. ha dato la parola a un gruppo di giovani dei quartieri popolari di Algeri. Nel 2003 si è dedicato all’insegnamento divenendo professore di storia dell’arte contemporanea all’École des beaux-arts di Algeri. Risale al 2006 il suo esordio nel lungometraggio con Roma wa la n’touma, ritratto di una giovane coppia nella periferia di Algeri in cerca di un lasciapassare per fuggire dall’Algeria. Se i fantasmi della guerra che scosse il Paese negli anni Novanta del Novecento sono ben presenti, il riferimento filmico più evidente è al cinema di Jean-Luc Godard (v.), citato da T. esplicitamente. La riflessione sull’esilio, sul senso di spaesamento interiore e fisico vissuto dai personaggi, si è amplificata in Gabbla (2008, Entroterra), viaggio nelle zone più remote e desertiche dell’Algeria, e in Thwara Zanj (2013, noto con il titolo Zanji revolution), l’opera più ambiziosa di T., ambientata fra Algeria, Libano, Grecia, ῾Irāq per ragionare sulla possibilità di uscire dai conflitti odierni ricordando la rivoluzione del popolo Zanj contro il califfato degli Abbasidi nell’Irāq dell’8°-9° secolo. Completa la filmografia di T. Le cinéma, episodio di Venice 70 - Future reloaded (2013).
Bibliografia: M. Causo, G. Gariazzo, Le désir de se perdre, «Panoramiche-Panoramiques», 2006, 43, pp. 10-13. Si vedano inoltre: O. Barlet, La leçon de cinéma de Tariq Teguia, 2009, http:// www.africultures.com/php/?nav=article &no=9014 (26 sett. 2015); Viennale - Vienna international film Festival, In Focus: Tariq Teguia, 2014, http://www.viennale.at/en/series/focus-tariqteguia (26 sett. 2015).